Saccheggio Italia

La fine di ogni sovranità

Il saccheggio dell'Italia
di Carlo Grossi
Ebbene si, dopo trent’anni circa di seconda Repubblica, ventidue dal nostro ingresso nell’unione europea mi è possibile tirare qualche somma.
Non è esagerato dire che l’ondata massonico-oligarchica ci ha travolto come uno tsunami invadendo con la sua forza distruttrice ogni ambito del sistema pubblico e privato, confermando che dal dopoguerra ad oggi la nostra amata Italia è stata declassata al rango di colonia. Sagge le parole di Giulietto Chiesa che in anni non sospetti lo affermava con malcelata rabbia mista a dolore e sconcerto. Dobbiamo molto a quest’uomo, un moderno profeta poco ascoltato il cui lucido pensiero é oggi oggetto di studio e di riflessioni approfondite. Quali sono i danni che inevitabilmente emergono e le rovine che nessuno si cura di rimettere in sesto?
Il settore pubblico nazionale oggi conta meno di niente, è stato privato degli strumenti, delle risorse e delle individualità per far fronte alla tempesta perfetta che lo ha colpito. Mi riferisco alle molteplici semplificazioni legislative temerarie, le deburocratizzazioni intentate da politici privi di buon senso, cultura e rispetto delle istituzioni, le semplificazioni e gli efficientamenti hanno aperto squarci tali da consentire l’attuazione di un programma sistematico di svuotamento della Repubblica parlamentare italiana. É chiaro che senza un corpo politico colluso e corrotto tutto ciò non sarebbe stato possibile, forse a questo scopo è stata concepita la seconda Repubblica nata dal colpo di stato proposto come necessaria campagna moralizzatrice e propagandato con l’accattivante slogan “Mani pulite”. Pubblicità, marketing politico nient’altro che questo!
Il saccheggio dell’Italia
Oggi, in epoca neo-liberale ogni sovranità è stata cancellata, lo Stato nazionale depotenziato, il cittadino comune ridotto alla cieca obbedienza con l’arma della paura, del ricatto, dei divieti, dei controlli indiscriminati. Il gregge umano secondo le note logiche padronali é massa da gestire, da condurre nelle direzioni che le esigenze oligarchiche del momento individuano come necessarie, ineluttabili. In mancanza di un sussulto, uno scatto di orgoglio sarà gradualmente accompagnato verso un orizzonte transumano, cibernetico nel quale la macchina, resa intelligente da chip sempre più performanti, potrebbe insidiare il primato umano. Come difendersi da simili insidie? Dovremmo chiedere conto a figure come D’Alema, Andretta, agli orfanelli di Ciampi in primis e poi agli attori della seconda Repubblica ai grandi semplificatori che sulla scia di Berlusconi ancora oggi pontificano e sproloquiano, ai deburocratizzatori come il leghista Calderoli che fu capace di dare alle alle fiamme una catasta di leggi secondo lui inutili, oppure ai signori Monti e Draghi, testimonials delle più bieche teorie neo-liberiste, i propugnatori dei mercati in grado di autoregolarsi, del debito pubblico visto come peccato originale, delle riforme strutturali che sottintendono la svendita dei gioielli di Stato, della cessione di prerogative  alle Banche centrali sovranazionali che coordinano una rete di sub-agenzie anch’esse al servizio di avidi speculatori dette Bcn operanti in sintonia con i dettami delle dinastie europee ed americane che trovano nelle grandi istituzioni bancarie e finanziarie gli scrigni delle loro incrollabili certezze.
Sui grandi fondi d’investimento, alcuni dei quali custodiscono capitali superiori di due, tre quattro volte rispetto al PIL degli Stati nazionali, detti “investitori   istituzionali” c’è da fare una valutazione a parte. Presenti nel capitale di banche, assicurazioni, grandi industrie  altro non sono che gli eredi dei grandi bucanieri, degli invasori capaci di predare ricchezze a popoli e nazioni. In essi si concentra tutta la potenza che il capitale apolide e speculativo organizzato secondo regole oligopolistiche accentra in un’epoca dominata dal turbo-capitalismo sfrenato.
Non esiste più Stato in grado di fare argine a questa inarrestabile e silenziosa invasione, il debito continua ad essere la loro arma letale, il grimaldello dello scassinatore.
É una triste realtà quella che viviamo, ancor più triste per chi ha conosciuto tempi diversi, momenti nei quali l’illusione di vivere in un paese democratico era quasi reale, pur avendo assistito ad atti criminali che avrebbero dovuto indurre riflessioni profonde.
Le morti di Mattei, di Moro, di Falcone e Borsellino, le grandi stragi avvenute sul nostro territorio, stante questa situazione di abulia sociale e di iniziative becere spesso scollate dalla realtà e prive di un intento comune non hanno prodotto risultati degni di nota dimostrando di essere velleitarie, fini a sé stesse, sterili se non addirittura deleterie.
Se è questo ciò che vogliamo continuiamo a piegare la testa alle emergenze, a credere alle pandemie, ai disastri climatici e ad uniformarci agli esecutori dei programmi contemplati nelle agende Onu 2030 e  Wef 2035. I signori universali come li definì Giulietto hanno idee folli ma chiare…noi invece cosa pensiamo di fare per evitare il peggio o più esplicitamente la nostra imminente rottamazione? Non pretendo grandi soluzioni ma almeno una presa di coscienza. É tempo di iniziative altruiste, finalizzate al bene comune, esenti da ambizioni individuali, solo così forse potremmo ancora farcela ad uscire dai ricatti, dai condizionamenti e sentirci finalmente liberi, rigenerati nella mente e nell’anima.
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