La campagna di Salvezza Economica dell’Italia

Da supermercato allo stato

di Davide Gionco

I prossimi mesi che ci aspettano saranno estremamente difficili per molti lavoratori dei settori colpiti dalla crisi economica, in modo particolare quelli del mondo dello spettacolo, del tempo libero, del turismo, della ristorazione, il settore alberghiero.
Arriverà alla fine il divieto dei licenziamenti così come il blocco dei fallimenti imposti dal governo.
Secondo la CGIA di Mestre le perdite di fatturato durante questo prima anno di restrizioni è dell’ordine di 423 miliardi di euro. I rimborsi (i famosi “ristori”) ai settori colpiti sono stati dell’ordine di 29 miliardi di euro, pari al 7% dei mancati ricavi. Una cifra del tutto risibile.
Mentre i nostri politici saranno ancora in attesa dei fondi del famigerato Recovery Fund, moltissime imprese saranno già fallite, generando centinaia di migliaia di disoccupati e, di conseguenza, di poveri. Peraltro i fondi del Recovery Fund, saranno destinati alla Next Generation ovvero non ad aiutare chi è stato obbligato dal governo a restare chiuso e non chi è stato colpito dal crollo del turismo. Questi nuovi poveri contribuiranno a ridurre ulteriormente la domanda interna, con conseguenze anche sui settori non direttamente colpiti dalla crisi.

Qualcuno ripone ancora speranze nelle competenze di Mario Draghi. Senza nascondere il mio pessimismo, visti i precedenti dell’ex governatore della BCE (ed eminente membro della Troika), mi sento di dire che non possiamo sperare di salvare l’economia. Non possiamo “sperare” che i politici risolvano problemi che da qualche decennio hanno contribuito a creare. La soluzione può venire solo da noi.

L’ora di reagire è ora!

Se c’è un momento dal dopoguerra ad oggi in cui il Popolo deve alzare la voce per imporre la propria volontà ad una classe politica inetta e distratta è proprio ora!

La gravissima crisi economica a cui il governo ha risposto con misure risibili causa una immensa rabbia, unita alla disperazione, per milioni di persone.
Se queste persone sapessero che la soluzione per i loro problemi esiste, è già stata presentata come proposta di legge in Parlamento, è già stata fatta pervenire al governo, come reagirebbero?
Si chiuderebbero nella loro disperazione o, per spirito di sopravvivenza, non si attiverebbero invece per fare in modo che queste soluzioni vengano messe in atto?

La soluzione esiste, perché il pacchetto di misure che sono state presentate lo scorso 31 marzo 2020 al governo consente di rendere disponibili al governo cifre dell’ordine di 500 miliardi di euro anno, da utilizzarsi per aiutare chi deve essere aiutato a motivo della crisi economica, e da utilizzarsi per il rilancio dell’economia del paese, dopo 25 anni di stagnazioni e recessioni.

Ricapitoliamo: milioni di italiani soffrono per una crisi economica molto mal gestita dal governo, il quale motiva i mancati aiuti con la mancanza di foni; la soluzione per disporre dei fondi esiste: basta solo che il Popolo, a gran voce, si faccia sentire, chiedendo che tali proposte vengano attuate.

L’associazione Italia Che Lavora, che fa parte della Confederazione Sovranità Popolare (come anche questa rivista), ha preso l’iniziativa di organizzare la Campagna di Salvezza Economica dell’Italia.
La campagna intende muoversi in 3 direzioni:
1) Sostenere la proposta economica per la salvezza dei posti di lavoro e per il rilancio dell’economia, centrata sulla moneta fiscale e sulle altre proposte del Piano di Salvezza Nazionale (www.pianodisalvezzanazionale.it).
2) Bloccare, facendo ricorso, le cartelle fiscali che verranno trasmesse a soggetti già gravemente colpiti dalla crisi economica i quali non dispongono della “capacità contributiva” prevista dall’Art. 53 della Costituzione. I ricorsi andranno avanti fino alla Corte Costituzionale, se il caso.
3) Denunciare il governo per grave violazione dei diritti umani, per il fatto di avere deliberatamente ridotto in povertà milioni di persone in Italia, mentre le soluzioni tecniche per evitarlo erano disponibili ed erano state presentate al governo. Le denunce verranno presentate ai tribunali internazionali competenti, come il Tribunale Permanente dei Popoli di Roma ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.

La campagna non è stata ancora lanciata pubblicamente, in quanto l’organizzazione è in corso di elaborazione. E’ evidente che la campagna potrà avere successo solo se saprà coinvolgere milioni di cittadini, il che richiede un grande sforzo a livello della comunicazione, così come per l’organizzazione di manifestazioni pubbliche. A tale scopo invitiamo i lettori a mettere a disposizione il loro tempo e le loro competenze per perseguire tutti insieme l’obiettivo di salvare l’economia dell’Italia ovvero salvare milioni di persone dalla povertà.
Chi volesse mettersi a disposizione può contattare l’associazione scrivendo a info@italiachelavora.org

Se altre associazioni sensibili ai diritti dei lavoratori ed alla sopravvivenza delle nostre imprese intendono diventare co-promotrici della campagna, sono naturalmente le benvenute. La campagna sarà co-promossa da tutte le associazioni che vorranno collaborare.

Beneficiari della campagna non saranno solo gli imprenditori delle imprese direttamente colpite dalla crisi, con i loro dipendenti, ma anche tutte le persone che da troppi anni si trovano in condizioni di povertà, di lavoro precario, di pensioni da fame, di figli obbligati ad emigrare all’estero in cerca di fortuna. La salvezza della nostra economia è qualche cosa che ci riguarda tutti, che riguarda il futuro del nostro paese.
Il sistema di potere che trae benefici dalla distruzione dei posti di lavoro non colpisce i lavoratori tutti insieme, ma preferisce colpirli per categorie, in modo da mettere le persone le une contro le altre. Prima è toccato ai lavoratori delle fabbriche (delocalizzate all’estero); poi tocca ai settori del turismo e del tempo libero (chiusi per covid); poi ci sarà il colpo di grazia ai negozi, distrutti dalla concorrenza sleale di Amazon & c.; poi toccherà ai proprietari di case, che saranno colpiti dalla patrimoniale di cui i politici parlano sempre più spesso; poi colpiranno i pensionati e infine i lavoratori pubblici.
Nessuno verrà risparmiato, se non si coglie l’occasione attuale per salvare la nostra economia e porre fine alle politiche di austerità.

Vi aspettiamo in molti. Dobbiamo coinvolgere tutti i commercianti. I negozi devono diventare punti di informazione sulla possibilità di salvare l’economia del nostro paese. La classe politica dovrà essere messa sotto pressione. Dovremo ideare delle forme di manifestazione per cui non potranno più ignorare il grido di disperazione, ma unito a proposte costruttive, che arriva dal Paese.
I manifestini con le proposte della campagna dovranno viaggiare nei cartoni delle pizze, essere appesi sulle targhe degli uffici dei professionisti, sui vetri delle nostre automobili.

Primo: recuperare il senso di Popolo intorno alla causa comune del diritto al lavoro.
Secondo: solo allora potremo pensare che il Popolo si renda protagonista del reale cambiamento politico che tutti aspettano.

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