Moloch senza umanità

Il sistema occidentale si sta ulteriormente chiudendo su se stesso

Moloch - replica utilizzata nel film Cabiria di Giovanni Pastrone nel 1914.

di Enrico Euli

La valenza etica del difendere l’aggredito si svela ora nella sua finzione in una serie di atti non conseguenti.

Svezia e Finlandia, pur di entrare nella Nato, accettano di consegnare ad Erdogan qualche decina di curdi che si erano rifugiati in quei luoghi freddi e non certo per scelta.

La Nato, a sua volta, approfitta della paura e fa espandere ancora una volta, come durante la guerra fredda, la presenza di militari statunitensi in Europa, in chiave anti-russa, ma soprattutto anti-cinese (ed in contrasto con l’espansione commerciale e politica di quest’ultima in Africa e Medio Oriente).

L’Ucraina viene sacrificata e sarà costretta a trattare a breve (dalle vittorie russe, ma anche dai suoi stessi sedicenti alleati): la si continua ad illudere che potrà vincere la guerra (pur di proseguire a spacciarle le nostre armi), mentre in Occidente già si leccano i baffi sui guadagni della ricostruzione (che la trasformeranno in un vero e proprio protettorato occidentale a tutti gli effetti).

Gli Usa si preparano a coinvolgere l’Europa nella Terza guerra mondiale contro i tre imperi asiatici (Russia, Cina e India): un’Europa totalmente succuba verso l’esterno e che cerca di rivalersi al suo interno su Stati nazionali in coma profondo: governi debolissimi, votati da minoranze di elettori (le maggioranze ormai si astengono ovunque e in massa, decine e decine di milioni di cittadini che smettono di esistere politicamente), con parlamenti divisi e litigiosi e partiti che curano solo i loro interessi di parte e a brevissimo termine.

Una politica che si trova finalmente di fronte ai problemi che ha creato e che ha sempre preferito affrontare solo attraverso compromessi, mistificazioni e ritardi.

E continua a farlo: l’abbandono del fossile viene continuamente spostato e rinviato, procede il greenwashing fra le aziende, si continuano a propagandare pil e crescita come valori e chi manifesta contro il cambiamento climatico con azioni dirette (e non più solo con petizioni e cortei) viene rimosso e represso dalle forze di polizia, quando non dagli stessi camionisti ed automobilisti infuriati.

Il sistema occidentale si sta ulteriormente chiudendo su se stesso e si prepara -come già in passato, ma con mezzi e potenziali ben più distruttivi – a divorare l’umanità intera con il pretesto di proteggerla e difenderla, realizzando su scala globale esattamente quel che sta già di fatto accadendo negli ultimi mesi a spese dei poveri ucraini, avamposto tragico e profetico delle sorti prossime di tutti noi.

É uno scenario di brutalizzazione e violenza che non riusciamo neppure ad immaginare, così come -al di là dello spettacolino televisivo- già ora non riusciamo con quel che sta accadendo ogni stanco e terribile giorno di guerra in quelle terre, solo retoricamente vicine, ma in realtà ancora lontanissime e profondamente straniere.

Il distacco e la separazione tra chi vive già ora la guerra e chi, come noi, si sente ancora ‘in pace’, permane e si rafforza nella sua insuperabile consistenza.

La nostra angoscia crescente, che pur proviamo -sapendo di loro-, non è commensurabile al terrore ed alla disperazione che quelli vivono, e che ci attende, come un Moloch che ora già ci ghigna addosso, spietato e inesorabile.

 

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