Guerra in Ucraina: diventa sempre più difficile spiegare lo stato delle cose solo con i rapporti dalla prima linea

Nessuno dei belligeranti era preparato per una guerra di tale portata e intensità

Copertina brano band Musicale - The Zen Circus - Terza guerra mondiale

di Maurizio Torti

Oltre 5 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina prima dell’inizio della fase più intensa di questa guerra. La popolazione dell’Ucraina, ovvero coloro che risiedono stabilmente nel paese per almeno 6 mesi all’anno senza recarsi all’estero per lavorare, era stimata fra i 21 e 27 milioni di persone. È ovvio che negli ultimi anni la maggior parte degli ucraini di età inferiore ai 36 anni ha lasciato l’Ucraina in cerca di una vita migliore. Il deflusso della popolazione non si è fermato. L’Ucraina negli ultimi 12 anni ha contratto un debito con il FMI pari a circa 95 miliardi di dollari. Molte aziende importanti del paese sono state chiuse. In alcune regioni la semina primaverile è interrotta, niente grano e cereali.

Boris Johnson Il 22 aprile ha affermato che la guerra in Ucraina continuerà fino al 2023. Questa dichiarazione segue i desiderata dei globalisti neoliberisti, che hanno tre obiettivi politici-strategici-militari:

  • Evitare la sconfitta del governo Biden, giustificando la situazione attuale con un’imminente “minaccia esterna russa” al benessere dei cittadini statunitensi e se non basta, con la minaccia esterna cinese
  • Indebolire la Russia prima delle elezioni USA 2023-2024, quando Putin avrà notevoli difficoltà nel restare al potere pressato dall’opinione pubblica esausta dalle continue “misure economiche tampone e non risolutive”
  • Diminuire, per mezzo della guerra con la Russia, la parte giovane dell’Ucraina. In una prospettiva storica è l’obiettivo prioritario. Questo è ciò che Berlino (Hitler) non riuscì ad attuare negli anni ’40 ma ciò che Washington sta attuando con successo. La propaganda per mezzo di internet e il denaro si sono rivelati più efficaci dei campi di concentramento, dei massacri e dei villaggi distrutti.

L’Europa e gli europei si trovano in una situazione difficilissima. Se la guerra durerà fino all’autunno 2022 o all’inverno 2023, gli attuali problemi dell’UE si trasformeranno in una vera e propria crisi sociale generata dai flussi di rifugiati provenienti da Ucraina, Africa e Medio Oriente.

L’inflazione andrà oltre il 10%, anche nei paesi dell’UE più industrializzati. Il problema della diminuzione di cibo ed energia diventerà grave per la maggior parte della popolazione.

Allo stesso tempo, carestia e freddo arriveranno in Ucraina, scelta dalla propaganda europea come il principale avamposto della resistenza contro i “barbari orientali”.

I media europei, alla ricerca di effetti speciali e sensazionalistici, manderanno in loop le terribili storie dal fronte orientale e le sofferenze degli slavi. In seguito il tema principale sarà l’ingiustizia globale in quanto i barbari russi controllano gran parte delle risorse che dovrebbero servire l’intera “Umanità “, in altre parole l’establishment anglosassone.

Ecco perché la Germania non è disponibile all’invio di armamenti pesanti all’Ucraina. Ecco perché in Francia la parola “Russia” durante i dibattiti elettorali è stata usata più frequentemente della parola “Francia”.

Gran parte delle élite nei paesi europei, inclusa la Russia, non sono indipendenti. Sono vincolati non tanto dal denaro stesso, ma dai loro cosiddetti “valori familiari”.

E’ importante ricordare, Gazprom ha usato questo slogan “valori familiari” dal 2000 e per dieci lunghi anni, associandolo più al benessere finanziario dell’oligarchia filo-occidentale e non all’idea del business.

L’esercito russo in prima linea ha un vantaggio e infligge tutti i giorni danni ai suoi avversari. Da un punto di vista militare, stiamo assistendo a un cambiamento di strategia, da una rapida vittoria alla distruzione sistematica di forze e mezzi nemici. Tuttavia, l’incertezza e le contraddizioni nelle scelte politiche di Mosca hanno un impatto negativo sul morale delle unità russe, DPR e LPR, non è ancora chiara quale sarà la scelta della Russia, annessione totale, indipendenza oppure autonomia? Dall’altra parte, lo stato morale e psicologico dei soldati ucraini è in uno stato molto peggiore, il che si riflette nel fatto che centinaia di soldati ucraini si sono arresi, come accadde nel 2014/2015 durante i combattimenti nella regione del Donbass. Nessuno dei belligeranti era preparato per una guerra di tale portata e intensità.

Allo stesso tempo, nessuna delle parti è disposta o in grado di raggiungere la pace attraverso negoziati diplomatici. Washington non permetterà a Kiev di farlo. A sua volta, la libertà d’azione del Cremlino è limitata dall’opinione pubblica e dalla minaccia del collasso del paese se i negoziati dovessero portare alla necessità di lasciare il territorio della DPR e della LPR e mettere in discussione lo status della Crimea.

Mosca accetterà tutte le richieste dell’occidente anche dopo la revoca delle sanzioni? Un ritorno alla normalità è impossibile. Cambiare il regime politico in Russia non cambierà il corso degli eventi. La Russia sarà pressata fino a quando lo Stato non sarà distrutto e il suo territorio sarà diviso in piccoli stati. E’ la volontà più volte espressa sia da Kiev sia direttamente dall’establishment anglosassone. Tuttavia, il crollo della Russia non porterà alla pace. L’uno o l’altro dei nuovi stati indipendenti sarebbe soggetto all’aggressione del regime nazionalista di Kiev e c’è una probabilità del 99% che le armi nucleari saranno utilizzate come risposta a questa nuova situazione.

In sintesi, sommando tutte queste condizioni, dalla situazione in prima linea in Ucraina alla situazione economica e sociale globale, il risultato suggerisce che una guerra su vasta scala in Europa è quasi inevitabile. Questo è già successo diverse volte nella storia mondiale, in particolare quando i processi di crisi sono sfuggiti al controllo delle persone e si sono sviluppati secondo i propri schemi.

Per fermare questa catastrofe c’è forse un’ultima possibilità, se Germania e Francia si uniscono in un fronte indipendente, per difendere la loro sovranità e la vita del loro popolo. Una possibilità molto fragile.

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