Italiani alle armi

Spesa militare fuori controllo e paure nel mediterraneo

La guerra è un abominio dell'umano intelletto

Continuano gli incontri tra i negoziatori della RUSSIA e della NATO ma non si registrano passi avanti, le richieste di maggiore sicurezza presentate dalla Russia sono al momento disattese e sembra non ci sia spazio per discutere della fine dell’espansione della NATO all’Est.

Al Ministero degli Esteri italiano c’è molta cautela e ufficialmente due sono le politiche intraprese dai nostri rappresentanti, da un lato si condannano le azioni espansive della Russia e nello stesso tempo si esprime cautela verso le pressioni americane che chiedono ulteriori sanzioni contro la Russia.

Molto simile la posizione dei vicini franco-tedeschi ma c’è stata molta più franchezza nell’ultima conferenza tenuta da Draghi che ha illustrato le poche opzioni in dotazione dell’Europa e dell’Italia in merito al programma di sicurezza presentato dalla Russia, la prima  “l’Unione Europea non è dotata di forze militari proprie e la NATO è già impegnata in altri conflitti quindi non in grado di assemblare una risposta militare per fare fronte a questa crisi.

Questo è l’aspetto politico ma in quello militare la lettura è assolutamente diversa come ha rendicontato il MIL€X, (Osservatorio delle spese militari italiane) registrando un aumento enorme delle spese militari italiane pari a 5,5 %,  inaccettabile per le condizioni dell’economia italiana.

12 miliardi di euro impegnati per l’acquisto e sviluppo di nuovi sistemi d’armamanto, più navi, blindati inclusi missili da crociera capaci di colpire obiettivi in Libia e 2 miliardi per lo sviluppo di un drone (MALE) Medium altitude long endurance insieme alla francese Dassault e alla tedesca Airbus.

Il governo Draghi per il 2022 mette a disposizione dei generali 26 miliardi di euro, una follia.

L’Italia teme la presenza russa nel Mediterraneo?
Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Difesa, ci illustra le motivazioni e l’esigenza di aumentare gli armamanti dopo un’analisi delle strategie militari della Russia nel mediterraneo, in paricolare la presenza russa in Nord Africa e Medio Oriente, prima intervenendo a sostegno del regime di Bashar Al Assad e poi il sostegno al maresciallo Haftar con uomini e materiali. Altro elemento è il possibile sbarco in Mali di “contractors” della società Wagner, riconosciute dall’Unione Europea come forze militari russe e per questo motivo sono state emesse delle sanzioni contro la Russia.

La storia anche in questo caso è il nostro miglior alleato, mi riferisco a voi lettori, siamo stati tutti testimoni delle errate politiche estere, o meglio la non reazione dell’Italia, quando la Francia ed altri alleati NATO hanno decisio di attaccare la Libia portando il paese nel caos ed in una lunga ed interminabile guerra civile.

Quale è stata la reazione italiana? E perché è la presenza russa a farci paura?

Ecco perché ritengo assolutamente una follia aumentare la spesa militare motivandola per il rischio della creazione di un impero russo nel Mediterraneo, una paura alimentata da chi?

Quali sono oggi gli interessi italiani nel Nord Africa e ad est?

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