Unità speciali dell’esercito britannico e USA pronti per l’evacuazione del presidente Zelensky

Ancora chiuso il corridoio umanitario a Mariupol

La guerra è un abominio dell'umano intelletto

Forze speciali britanniche (SAS), insieme ai marines statunitensi, sono pronti a evacuare da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I dettagli sono stati pubblicati oggi in un articolo del The Sun.

150 soldati sono dislocati in una base in Lituania ed ayyendono solo la richiesta di evacuazione. Il rischio è reale molto alto, dato dai fronti di guerra attivi in diverse aree dell’Ucraina e anche a Kiev. L’operazione militare avverrà solo su una esplicita richiesta dello stesso presidente ucraino. Alcuni giorni fa, lo stesso, Zelensky aveva rifiutato l’offerta degli Stati Uniti, dicendo che aveva bisogno di armi e non della possibilità di andarsene. La conferma del piano di evacuazione viene dal Washinton Post ed da una comunicazione del Dipartimento di Stato americano, il Pentagono e altre agenzie statunitensi stanno preparando un piano d’azione nel caso Zelensky e il suo governo siano costretti a fuggire dal Paese. Viene valutata l’ipotesi di trasferimento dell’apparato statale dell’Ucraina in Polonia, da dove Zelensky continuerà ad esercitare la leadership. Le smentite si sono ripetute in diversi momenti, ieri sempre Zelensky non ha fornito dettagli sul suo volo da Kiev. Ha in seguito, pubblicato un video e ha assicurato che era al suo posto di lavoro. Sempre il 5 marzo, il deputato ucraino Ilya Kiva ha dichiarato che Zelensky era stato evacuato urgentemente in Polonia.

Oggi a Mosca, San Pietroburgo ed in alte città, ci sono state diverse manifestazioni contro la guerra. Migliaia di persone, in modo pacifico ed ordinato hanno percorso le strade centrali nei pressi del Cremlino. Circa 3000 persone a Mosca ed altrettante a San Pietroburgo, il 30-40% dei manifestanti sono stati fermati, al momento non ci sono conferme di eventuali arresti.

Continua lo scambio di accuse tra russi ed ucraini in merito alla ripresa e all’apertura del corridoio umanitario a Mariupol. Non si riesce ad uscire dalla città, restano bloccati ancora circa 300000mila civili.

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