Grave pericolo nel Sistema Sanitario Nazionale

A. A. A. Cercasi infermieri

A.A.A. cercasi infermieri

Attrattività Infermieristica“, ovvero della scelta di molti giovani di non intraprendere più questa professione o di lasciare l’Italia per cercare esperienze e costruire carriere all’estero.

di Gioacchino Costa

Dopo un anno dalla partenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, l’evidenza che ne viene fuori è che rispetto ad un fabbisogno formativo stimato sia dalle Regioni che dalle categorie nel patto specifico dalla Federazione Infermieri sui fabbisogni sono coerenti; in realtà poi non sempre l’offerta formativa che viene decisa dalla parte di università, diciamo, è uguale al fabbisogno in generale; mancano all’appello 70.000 Infermieri; tale dato viene fuori dalla mancata corrispondenza della offerta rispetto al fabbisogno”

Relativamente alla mancanza ormai cronica e grave di personale infermieristico nel Sistema Sanitario Nazionale e nel privato e appunto alla perdita di attrattiva di questa categoria, Aurelio Filippini  (Presidente Opi di Varese) è stato chiaro: “qui incide la formazione degli infermieri, formazione che viene in larga parte condotta anche da altri infermieri; cioè gli infermieri formano se stessi tramite i tutor di tirocinio, i coordinatori dei corsi di laurea; e quello che va detto che similmente alla attrattività bassa che c’è adesso in infermieristica da parte degli studenti, la stessa cosa avviene anche, purtroppo, per la parte economica; sono anni che gli stipendi degli infermieri, sono fermi, bloccati, con aumenti diciamo non significativi; di conseguenza per uno studente che esce dal liceo decidere se fare il corso di laurea infermieristica o altri corsi è diventato abbastanza arduo; e qui a Varese e Como abbiamo verificato come quest’anno il rapporto domanda-posti è stato di 1,3; dobbiamo tornare a 21 anni fa, quando era 1,4 per trovare lo stesso parametro; in altri anni abbiamo avuto parametri anche di 2,9 domande per un posto. Quindi l’attrattività da parte degli studenti è calata; a mio modesto parere dipende da due aspetti uno la estrema difficoltà professionale degli infermieri per la responsabilità che hanno sia di tipo legale clinico etico e l’altro va detto fuori dai denti”.

“Se noi continuiamo a non remunerare adeguatamente in proporzione a quanto fa l’infermiere e non lo abbiamo fatto durante la fase pandemica e continuiamo a chiamarli eroi l’attrattività scende e i futuri discenti preferiscono intraprendere una professione differente, evitando quella Infermieristica, che resta durissima e che non ha un corrispettivo economico adeguato”

Continua la fuga di Medici e Infermieri dalla Lombardia, Regione che cerca di correre ai ripari, proponendo misure idonea ad aumentare il senso di appartenenza e l’attrattività. Tra questi aumenti di stipendio e alloggi per i professionisti della salute.

E’ quello che propongono in sostanza i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia (FDI), ovvero Christian Garavaglia e Marco Bestetti. I due puntano maggiormente sulla fornitura gratuiti o a prezzi scontatissimi di alloggi pubblici per Medici e Infermieri. Un po’ come si faceva fino a 15-20 anni fa. Tale proposta invoglierebbe i professionisti sanitari a scegliere di lavorare in terra lombarda, anziché emigrare in altri lidi più vantaggiosi, ovvero Svizzera, Inghilterra, Germania e Belgio.

La mozione presentata da Bestetti e Garavaglia è stata immediatamente approvata dal consiglio regionale e che è stata approvata all’unanimità dalla maggioranza di centrodestra al Pirellone, dovrebbe fungere da incentivo per un professionista della sanità per trasferirsi a lavorare in Lombardia.

La nota di Fratelli d’Italia.

“Con questo testo affrontiamo due emergenze sociali che presentano punti di contatto: il caro affitti e la difficoltà di reperire personale sanitario e sociosanitario; in molte aree della nostra regione acquistare o affittare una casa per molti cittadini è difficile. Questa condizione si combina alle difficoltà del sistema sanitario regionale di reperire nuovo personale. Per questo è necessario continuare a promuovere politiche abitative che possano favorire la permanenza in Lombardia del personale sanitario e sociosanitario” – ha spiegato Bestetti.

Sul caso si registra anche la presa di posizione del Partito Democratico (PD) attraverso la voce della consigliere regionale di minoranza Carmela Rozza: “a me sembra decisamente un rattoppo e non certo una soluzione; se pensano di poter dare una casa popolare agli oltre 500mila dipendenti del comparto sanitario con una modifica normativa, prendono in giro i professionisti della sanità. Una sanità, quella lombarda, sempre più in sofferenza negli organici e non certo per una sola questione di soluzione abitativa a prezzo accettabile. Da una ricognizione fatta nella primavera scorsa in tutte le Aziende di tutela della salute (Ats) lombarde, i buchi negli organici tra medici di medicina generale e pediatri di base erano 1.326, un dato in crescita rispetto ai due anni precedenti”.

La fuga di Medici e Infermieri dalla Lombardia verso lidi di floridi (anche come frontalieri) è ormai diventata una emergenza regionale. In Svizzera si scappa non solo per gli stipendi, ma perché è possibile fare carriera, vengono forniti alloggi a prezzi calmierati e c’è la possibilità di passare da uno Stato all’altro senza particolari controlli e rotture di scatole.

Non ha atteso tempo Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle (M5S), che ha chiosato: “non possiamo permettere purtroppo ai sanitari di saltare le graduatorie per gli alloggi popolari; con decine di migliaia di cittadini aventi diritto in attesa di un alloggio popolare, che senso avrebbe permettere al personale sanitario di saltare la graduatoria? I medici devono essere pagati il giusto, non sottopagati ma con una casa popolare sottratta peraltro a chi ne avrebbe maggior diritto; il personale sanitario è vessato ogni giorno da gestioni politicizzate delle strutture, sottopagato, costretto a doppi e tripli turni, ma le risposte che arrivano da Regione Lombardia sono sempre e solo assunzione di medici mediante cooperative e ipotetiche case popolari per sanitari”.

La mozione di Bestetti e Garavaglia ha scatenato un putiferio tra maggioranza ed opposizione, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli alloggi popolari dell’ALER, ovvero l’agenzia regionale deputata a questa tipologia di edilizia e assegnazione. In più la delibera regionale del 2022 prevedeva già la messa a disposizione, per il personale sanitario, di alloggi a prezzi calmierati. Ora a cosa serve l’ennesima proposta?

Filippini (OPI Varese): “Infermieri italiani scappano in Svizzera, intervenire con rapidità. Ecco cosa serve alla professione”.

la situazione nelle Province di confine è davvero drammatica, ecco alcuni dati inerenti la situazione della professione infermieristica nella provincia di Varese ed alcuni spunti volti a tendere a migliorare la situazione.

Ad oggi gli infermieri iscritti nella nostra provincia sono 5079, ci cui l’87% di genere femminile, l’età anagrafica media è tra i 55 e i 65 anni (circa 2100 infermieri corrispondenti al 48% del totale) questi saranno potenzialmente in uscita dal servizio attivo nei prossimi 5/10 anni. L’ultimo anno ha visto un grave incremento di cancellazioni volontarie (per la maggior parte pensionamenti) 306 risetto ad una media di 130 annui e ad un ingresso medio stabile attorno alle 135 unità, la nostra provincia si assesta attorno ai 5,5 infermieri ogni 1000 abitanti, la media italiana è di 6,3 mentre quella europea di 8,3 (dati OCSE). Le domande di iscrizione al corso di laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università dell’Insubria sono appena sufficienti a coprire il numero di posti disponibili impedendo così una vera propria selezione e rendendo difficile da colmare la carenza ormai cronica. La carenza all’interno dell’azienda è stata descritta dai Direttori Generali e si sintetizza in circa 180 per l’ASST dei Settelaghi e poco meno per l’ASST Valle Olona, a questi va aggiunta la carenza degli Infermieri di Famiglia e Comunità finanziati da Regione Lombardia ma non in servizio (alcuni di quelli in servizio stanno in realtà coprendo turni nei reparti di degenza). A situazione sul territorio non è migliore, 58 RSA per un totale di posti letto tra accreditati e autorizzati di 11084 con poco più di 200 infermieri (tra assunti dalle RSA stesse e liberi professionisti che prestano lavoro in fasce orarie concordate), tenuto conto della sempre maggior gravità degli anziani ospitati nelle strutture si rileva che ci sia circa un infermiere ogni 55,4 persone, affinché l’assistenza sia sicura il numero andrebbe raddoppiato. Il decreto 1000 proroghe ha liberalizzato l’ingresso dei professionisti extra comunitari riducendo i controlli, a carico della regione, al certificato di percorso di studi e iscrizione ad un albo/registro nazionale, mi risultano vagliati nel 2022 oltre 1000 ingressi. Purtroppo, per quanto di mia conoscenza le difficoltà linguistiche che nessuna norma richiede di valutare hanno reso il loro inserimento molto difficile e poco sicuro, gli Ordini professionali non hanno alcun dato né alcuna titolarità su questi infermieri che non risultano inscritti ne valutati nelle loro competenze.

A questo si aggiunge che la vicina Svizzera sta attirando numerosi professionisti oltre confine, l’ultimo triennio ha visto raddoppiare gli ingessi rispetto ai trienni precedenti, sicuramente grazie anche ad una remunerazione elevata (ben oltre il doppio dei 1600 euro mdi in Italia) e a organizzazione del lavoro più stabile (meno salti riposo e turnistica concordabile anche il part time).

Possibili azioni di miglioramenti:

  • un incentivo economico per le fasce di confine;
  • un welfare di confine (es asili nido convenzionati con apertura prima dell’inizio dei turni di lavoro, sgravi su affitti o mutui…);
  • una campagna di valorizzazione della professione che parta dalla regione (e dal ministero) e non solo dagli Ordini e le Federazioni Nazionali;
  • tasse universitarie agevolate;
  • borse di studio per i percorsi universitari post laurea (ad esempio master per Infermiere di Famiglia e Comunità figura prevista dalla riforma sanitaria lombarda).

Iltuoinfermiere.it

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