di Loreto Giovannone
L’Europa dell’800 fu percorsa da fermenti, inquietudini, intelletti, ideologie, nuovi credi, nuove discipline, nuove culture politiche, nuove forme economiche, e una incommensurabile serie di sciagure di varia natura. L’Inghilterra vittoriana s’apprestava all’espansione e a nuovi crimini coloniali, non da meno la Francia, gli Stati europei più potenti, economicamente avanzati, usarono anche armi chimiche per annientare il nemico in guerra, i gruppi economici vittoriani trovarono ed alimentarono sette segrete, sotterranee attive in tutti i settori produttivi e finanziari della società a stabilire gerarchie e strutturare poteri nei meandri più segreti e torbidi della politica. Le scienze compirono balzi verso modernità di ampiezza smisurata. La tecnologia creò le macchine per la produzione industriale, il motore a scoppio, l’energia elettrica, il telegrafo, il telefono. Il potere politico detenuto dai casati nobiliari delle dinastie delle monarchie europee apre alla borgesia emergente e si dota di forme nascenti di discipline sociali e le applica alle classi subalterne del proletariato industriale. Le nascenti scienze umane divennero strumento di controllo per la modellare e governare le società future.
Le discipline in evoluzione, in ambiti accademici italiani vennero orientate insistentemente per la pseudo scienza della Frenologia mutuata, in Italia, dalla scuola di Edimburgo e professata da Marco Ezechia Lombroso, un medico militare favorito nella pseudo sperimentazione e nella esternazione di strampalate teorie. La più grave in assoluto fu la teoria della inferiorità dei meridionali per conformazione cranica e propensione atavica alla delinquenza, teorie poi continuate dalla scuola lombrosiana con apice in Niceforo, con le due Italie, le due razze e le teorie della superiorità della razza Aria a nord ed inferiorità per atavismo delle popolazioni del sud. Razzismo puro.
Niceforo docente universitario a Torino, Messina, Napoli, Roma, tra le tante cariche annoverò quelle di Presidente della Società Italiana di Antropologia, della Società Italiana di Criminologia e dal 1920 in poi membro e presidente del Consiglio superiore di Statistica. Una brutta storia, la deriva della ragione e del sapere scientifico passato per la macelleria di Lombroso e per “l’accademica” e “lincea” idiozia di Niceforo che in quanto meridionale (nato a Castoglione di Sicilia) avrebbe dovuto essere, secondo le sue teorie, un atavico inferiore anche e soprattutto per minore capacità cranica, e altre caratteristiche che erano segni, secondo Lombroso, della “degenerazione”.
Le ricerche avviate in Germania alla fine del ‘700 da F. J. Gall presero piede in Inghilterra con Abernethy, Spurzheim, i fratelli Combe, e molti altri in scuole e collegi di Edimburgo. Quando Michael Castle (di New York) dà alle stampe le “Lezioni di frenologia” nel 1841, Marco Ezechia Lombroso ha 5/6 anni. Castle fu chiaro, avvertì delle derive devianti dei ricercatori e dei metodi improvvisati e pseudoscientifici adottati in Europa, stando dalla lontana America. Alcuni frenologi pretendevano di indovinare la tipologia degli individui e il loro comportamento dalla forma del teschio o palpando le teste da bendati.
La nuova borghesia di apparato, la classe dirigente dopo l’unità d’Italia, fu alla ricerca e all’affermazione della propria identità, una identità costruita sulla propaganda, quindi si inventò una fittizia identità culturale nella corrente detta “positivista” che trovò qualche collegamento anche in ambito europeo. Ma la condizione di sostanziale ignoranza nelle scienze spinse le nuove classi dirigenti ad alimentare e favorire ideologie mediocri e pericolose.
Con Marco Ezechia Lombroso, stando alla descrizione della stessa figlia Gina, un compulsivo grave che la sera del teatro si mostrava affannosamente in tre teatri diversi, queste teorie lombrosiane influenzate dal razzismo di Joseph Arthur de Gobineau, diplomatico francese morto a Torino, noto soprattutto per la sua opera razzista del 1855 intitolato Essai sur l’inégalité des races humaines. (Milena Rampoldi Brevi considerazioni sulla visione della storia in J.G. Herder. 2014 pag. 37).
Teorie razziste formulate in ambiti germanici, anglosassoni, francesi, maturate in paesi coloniali, dopo l’Unità con la creazione della colonia interna del meridione, vennero replicate dal medico militare Lombroso spacciandole per scientifiche. Teorie sulla inferiorità dei subalterni, funzionali alla classe dirigente ma superate se consideriamo la presa di distanza di Michel Castle medico del collegio de’ medici di New York, della rivista La Fama di Milano dopo il 1850, anni dopo dagli stessi positivisti Enrico Morselli, Paolo Mantegazza e molti altri nell’operare in ambito scientifico.
Lombroso formulò teorie della inferiorità dei meridionali per conformazione cranica e propensione atavica alla delinquenza, teorie poi continuate dal seguace della scuola lombrosiana Alfredo Niceforo, con le due Italie, le due razze e le teorie della superiorità della razza Aria a nord. Una deriva razzista rimasta sottotraccia ed esibita quotidianamente da tutti i massmedia sottoforma di discriminazione. Una brutta storia, la deriva della ragione e del sapere scientifico passato per la macelleria di Lombroso e per “l’accademico linceo” Alfredo Niceforo che in quanto meridionale (nato a Castoglione di Sicilia) avrebbe dovuto essere, stando alle sue teorie, un atavico inferiore anche e soprattutto per la minore capacità cranica, e altre caratteristiche che erano segni della lombrosiana “degenerazione”.
Agli inizi del ‘900 l’autorevole padre Agostino Gemelli demolì totalmente l’ignoranza di Lombroso e il “positivismo”, ma ad oltre un secolo di distanza si ripresenta simile inetta classe dirigente e finanzia l’apertura del Museo della discriminazione detto museo Lombroso con il gigantesco oscurantismo della universitá. Dalle teorie razziste all’eugenetica il passo fu brevissimo, il cugino di Charles Darwin, Francis Galton affermava:
[Eugenetica] deve essere introdotta nella coscienza nazionale, come una nuova religione. Ha, infatti, forti pretese di diventare un principio religioso ortodosso del futuro, perché l’eugenetica cooperare con il funzionamento della natura assicurando che l’umanità sia rappresentata dalle razze più in forma … Il miglioramento del nostro stock mi sembra uno degli oggetti più alti che possiamo ragionevolmente tentare. Ignoriamo i destini ultimi dell’umanità, ma siamo perfettamente sicuri che sia un’opera altrettanto nobile per elevare il suo livello … come sarebbe vergognoso a base esso. Non vedo alcuna impossibilità che l’eugenetica diventi un dogma religioso tra l’umanità, ma i suoi dettagli devono essere elaborati con sedulità nello studio.
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