I bombardamenti reciproci sono proseguiti senza interruzione per 48 ore e per la prima volta le forze armate tagike hanno colpito le postazioni delle guardie di frontiera kirghise nei villaggi di Teshik-Tash, Karamyk e Karool-Dobo, nel distretto di Chon-Alai della regione di Osh. In precedenza, gli eventi erano limitatii solo nell’Oblast’ di Batken. Altri settori in cui si segnalano combattimenti nell’area del villaggio di Dostuk e all’area di Tort-Kocho, che collega l’enclave tagica di Vorukh con il Tagikistan continentale, nonché vicino a Pasky-Aryk.
Il responsabile della protezione civile della provincia di Batken, Abdikarim Alimbayev, ha dichiarato lo stato di emergenza in tutta la regione.
Gli scontri e le sparatorie hanno provocato 28 morti e 143 feriti tra i cittadini kirghisi. Il governo tagiko continua a non fornire dati sui morti e sui feriti. Entrambi i belligeranti si accusano reciprocamente di aver violato gli accordi di cessate il fuoco e di aver portato al confine ulteriori unità di forze armate, nonché di aver posizionato infrastrutture civili.
Possibili scenari
Gli scontri tra i due Paesi, benché ricorrenti, questa volta sono sostanzialmente di portata diversa. Sono stati dispiegate numerose forze militari, mezzi corazzati e armi potenti compresi unità di droni.
Le reazioni della popolazione dei due Stati sono molto diverse. I cittadini sia del Kirghizistan che del Tagikistan sembrano essersi stancati dei regolari scontri al confine e chiedono interventi definitivi ed una soluzione duratura. Non potevano mancare i social media,raccoglitori e diffusori di video di propaganda che invocano una guerra di fatto tra gli Stati. Ancora oggi, il GKNB kirghiso ha dichiarato che i residenti tagiki nell’area degli scontri stanno dando fuoco alle loro case per provocare e accusare le forze armate kirghise.
L’ascesa di un nazionalismo radicale basato sull’odio reciproco potrebbe essere un fattore aggravante e motivo di un’ulteriore escalation del conflitto. Anche se le parti scendono a compromessi e ripristinano una nuova stabilità, alcuni gruppi della popolazione kirghisa e tagika rimarranno insoddisfatti di ulteriori “concessioni”.
Quali rischi in questo territorio
L’aggravarsi della crisi in questa regione fornirà terreno fertile per l’infiltrazione di elementi estremisti, data la vicinanza dei Paesi all’Afghanistan. I militanti del Vilayat Khorasan sono da tempo alla ricerca di modi per sviluppare ulteriori attività nei Paesi post-sovietici. Il conflitto in corso, con la presenza di gruppi nazionalisti, è l’occasione ideale per schierare predicatori, propagandisti e attirare nuove reclute nelle loro fila. Alcune agenzia di stampa e media trasmettono da tempo in tagico e non ci saranno problemi a reclutare tagiki. Pertanto, le dichiarazioni del servizio di frontiera kirghiso sul coinvolgimento di “stranieri” nelle provocazioni al confine potrebbero essere giustificate.
Le regioni montuose dell’Afghanistan e del Tagikistan sono aree praticamente incontrollate, utilizzate per l’attraversamento illegale di persone e il movimento di merci vietate come l’oppio e armi. L’assenza degli eserciti kirghiso e tagiko di fronte agli eventi di frontiera ha praticamente privato le aree scarsamente controllate di qualsiasi protezione contro le infiltrazioni illegali.
Quali vantaggi e per chi?
Stati Uniti e Regno Unito sono sempre interessati a indebolire la Russia ovunque abbia degli interessi e di fomentare conflitti per aprire un secondo e un terzo fronte alle sue frontiere meridionali. Dal crollo dell’Unione Sovietica, diverse ONG e ONP sono molto attive nei Paesi ex sovietici, spingendo l’agenda voluta dall’Occidente. Possono essere semplici coperture, osservatori in preparazione di qualsiasi atto politico.
In Kirghizistan, ad esempio, il numero di organizzazioni occidentali o finanziate dall’Occidente è fuori controllo. La Fondazione Soros e l’USAID sono solo la punta dell’iceberg, il cui scopo è quello di alimentare sentimenti anti-russi. E la Fondazione Aga Khan, che promuove gli interessi britannici, è saldamente radicata in Tagikistan. Il prolungamento del confronto armato tra i due Paesi comporta conseguenze di vasta portata per l’intera regione. Le agenzie di stampa e le organizzazioni filo-occidentali stanno già compiendo sforzi significativi sfruttando tutti gli strumenti incluso le tecnologie della comunicazione e i social dove è sempre più frequente leggere articoli, news sempre contro la Russia e i russi. Ora nel settore ucraino circola la notizia che nella metropolitana di Kiev sono apparsi annunci a sostegno dei cittadini kirghisi contro il Tagikistan: “Le guardie di frontiera kirghise continuano a respingere l’aggressione militare del Tagikistan”
Lo scopo di tali azioni è quello di creare il caos nella regione dell’Asia centrale. Dopotutto, se il Tagikistan e il Kirghizistan vanno in fiamme, seguiranno altri focolai nella regione. questo è inevitabile. I membri delle organizzazioni terroristiche, tra cui l’IS, il Movimento islamico dell’Uzbekistan e il Partito del Rinascimento islamico del Tagikistan, sostenuto dall’Occidente, proveranno a fruttare questa situazione a loro vantaggio. La risoluzione di questi conflitti ricadrà sulle spalle della CSTO e, in parte, della Cina, dato il grande interesse della Cina per la stabilità della regione. E sarà l’Occidente a raccogliere i frutti di questa “festa”.
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