I ricchi della terra investono nella terra di Groenlandia … 
perché ci dovremmo ancora stupire?

Il gioco delle tre carte è antico ma c’è sempre qualcuno che ci casca

Cittadini della Groenlandia protestano contro le estrazioni di uranio

di Renato Napoli

Di cosa ci dobbiamo stupire?

Della Groenlandia non se ne sente parlare molto. È una terra a noi lontana! 
Dall’universo la vediamo coperta di ghiacci che risalgono a circa 110.000 anni fa, epoca dell’ultima glaciazione. Se poi cerchiamo “Groenlandia” scopriamo che è quasi un continente con i suoi 2.166.086km2 dei quali circa il 17% di terre emerse con circa 56.000 abitanti per più del 90% da Inuit (uomini).

Con questa analisi una domanda viene da porsi: perché uomini come l’ex Presidente USA la voleva acquistare tutta? 
Oppure: perché gli uomini più ricchi della terra vogliono investire nell’acquisto di vaste terre se sono coperte dal ghiaccio? 
O ancora: perché mega aziende americane, inglesi, cinesi pongono una la loro grade attenzione a questa vasta terra coperta di ghiaccio?

La risposta, spulciando sul web la si trova.

Quale è la vera notizia! Le terre rare e i metalli di pregio che nasconde.

Cosa accadrebbe se il ghiaccio della Groenlandia si dovesse sciogliere? Quest’anno a Ilulissat (Ammassalik) tra giugno e agosto si sono raggiunte temperature medie massime di circa 11,5°

e minime di circa 5°, temperature raramente raggiunte.

Nell’ultimo decennio la calotta glaciale della Groenlandia si è assottigliata di circa 3,5 miliardi di tonnellate [https://www.nature.com/articles/s41467-021-26229-4]. Se si dovesse sciogliere interamente la calotta di ghiaccio groenlandese il livello del mare si innalzerebbe di circa sei metri, senza tenere conto dello scioglimento di tutti gli altri ghiacciai e calotte antartiche, le artiche sono già “acqua” senza terraferma sotto.

Però a quanto pare è sempre più in discussione la realtà sui “Cambiamenti climatici”.

Saranno veri oppure, anche in questo caso, ci stanno raccontando qualcosa che non ci riguarda?

Se poi riguardasse le generazioni future, a chi sta vivendo ora su questo pianeta, gli può essere di interesse se non meramente economico e di forte guadagno?

A questa domanda vediamo che delle generazioni future, che avranno da vivere il pianeta terra, c’è ben poco interesse. Anche a loro, chiaro che si parla dei giovanissimi, più di un tanto non interessa altrimenti si rimboccherebbero le maniche e farebbero un bel casino di rivoluzione, nonviolenta, silenziosa, non mediatica ma di sostanza offrendo un calcio, in quel posto, ben assestato a questo sistema politico, sociale, economico senza visione di un ecosistema ambientale, sociale, ecologico che possa offrire ulteriore vita qui.

Lo scorso novembre Gran Bretagna e Italia hanno ospitato la COP26 sui cambiamenti climatici

[https://ukcop26.org/it/perche-ospitiamo-il-vertice/che-cose-la-cop/]. 
Gli scopi erano: azzerare le emissioni nette a livello globale e mantenere le temperature sotto a 1,5°; adattamento delle comunità locali e degli habitat; mobilitare i finanziamenti; collaborare agli scopi.

A queste decisioni un’aria di malcontento è veleggiata tra le popolazioni dei paesi più poveri. Loro sarebbero i meno responsabili delle emissioni inquinanti, a fronte dei paesi più industrializzati che non si sono posti obiettivi abbastanza ambiziosi. Il ministro per la Transizione Ecologica ci ha detto che: “uno sforzo globale (per rallentare l’aumento della temperatura, ndr) servirebbe e oltre che ad aiutare i Paesi ora nella mitigazione e nell’adattamento, ma si deve porre attenzione allo sviluppo di quelle nuove tecnologie che consentiranno di andare più veloci“. Qualcuno ci sta andando più con velocità, ma nel verso del maggiore sfruttamento delle terre e dei territori in argomento.

La Cop26, dello scorso anno, ha raggiunto i suoi obiettivi? NO! 
Ha proposto qualche novità in più? NO!

In questo 2022 gli obbiettivi si sono ancor più frantumati. Guerre, siccità, temperature tropicali, incendi boschivi abbiamo visto farne da padroni.

La soluzione? Sempre maggior inquinamento, sempre maggiori emissioni in atmosfera, sempre meno interesse a portare soluzioni concrete per la vivibilità del pianeta. Le malattie autoimmuni crescono, i virus (ci hanno avvertito che ci saranno ma non che possano essere usciti da laboratori sperimentali) sono sempre più presenti e aggressivi, i tumori ci dicono che sono sempre più curabili ma senza dire o affrontare il tema del come avvengono e si sviluppano.

 Ora c’è Cop27, gli obiettivi? Quale paese la ospita?
 La nazione è quella che in questi anni ha sempre meno rispettato i diritti civili, che ha preso in

giro la comunità internazionale e, ancor più l’Italia (speriamo che qualcuno ricordi senza dover riportare sempre le stesse notizie): l’Egitto. 
Sempre gli stessi, senza futuro o soluzioni compatibili immediate, sempre rinviando di qualche spazio temporale oppure dando indicazioni che mai verranno rispettate ma sempre prorogate.

Crediamo che tutti sappiano a cosa ci si riferisce quando si parla di Cop27 (https://unfccc.int/event/cop-27). Però ecco qualche indicazione:

  • Cop è acronimo di Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, l’ambiente e l’energia;
- 27 è il

20settesimo (ben il 20settesimo!!!) appuntamento dalla firma della convenzione ONU del 1995;

di cosa tratta:
 è il vertice internazionale, non vincolante, che ha come obiettivo il punto della situazione mondiale sui temi e sugli impegni dei singoli Paesi, partecipanti. Ricordiamo, tuttavia, che anche chi partecipa può prenderne le distanze proponendo altro, nel contrastare i cambiamenti del clima. 
La domanda che c’è da porsi è: in questo momento squilibrato tra crisi energetica e transizione (o forse meglio chiamarla col suo vero nome: transazione economica, come l’industrializzazione desidera) va verso una effettiva ricerca di fonti che siano più sostenibili ambientalmente e con quali possibili proposte?

Il principale obiettivo è

– quello di poter mettere in campo migliori obiettivi finanzieri per mitigarli attraverso la finalizzazione dei National Adaptation Plans (NAP) dei singoli paesi partecipanti e sottoscrittori, come detto impegno non vincolante;

– destinare parte dei finanziamenti pubblici per il clima a sostegno delle misure da attuare nei Paesi in via di sviluppo;

– concordare una definizione operativa di Finanza per il clima;
 – costruire un dialogo costruttivo per i nuovi obiettivi collettivi sui finanziamenti per il clima per il periodo successivo al 2025.

In pratica: come disse lo scorso anno la Greta Thunbergh, sempre e solo, inutili “bla, bla, bla”. Tuttavia anche lei ha cambiato, diciamo un po’, posizioni e il nucleare è una energia da considerare attualmente pulita!!!
. La Gran Bretagna ha già deciso che andrà per conto suo e organizzerà un altro evento. La nostra nuova Primo Ministro sarà presente, certo non si può perdere questa sceneggiata ambientale, mai stata grande roccaforte della destra politica (senza escludere qualche interessante intervento di Associazionismo militante che a questo argomento si riferisce).

Alcuni titoli dei media riportano:
 Clima impazzito: mai così caldo. La temperatura media globale è in costante aumento, i ghiacciai europei si stanno sciogliendo a tempo di record, le ondate di calore non sono mai state così frequenti e le inondazioni sono all’ordine del giorno; i cambiamenti climatici sono inquietanti, così come estremamente preoccupante è apprendere come gli ultimi otto anni siano stati i più caldi di sempre da quando vengono effettuate le rilevazioni sulla temperatura terrestre.

Cop27 e cambiamento climatico, cosa sta succedendo. Dalla relazione sui cambiamenti climatici è emerso che l’Europa è il continente in cui le temperature sono aumentate più del doppio negli ultimi 30 anni e preoccupa l’assenza di neve in Groenlandia, dove a settembre invece ha piovuto.

Cop27 ma i dati sul clima 2022 sono i peggiori di sempre. Estati più calde, inverni più miti, eventi climatici estremi più frequenti. Mai i dati sul clima erano stati così preoccupanti come quest’anno. L’Onu ha pubblicato il report sulla situazione ambientale nel nostro Pianeta e descrive un quadro desolante, dove l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 ° C è “a malapena a portata di mano”.

OMS, agire ora o +250mila morti l’anno tra 2030 e 2050. L’Organizzazione mondiale della sanità lancia un severo monito sulla necessità di agire subito, cogliendo l’occasione del summit come “un’opportunità cruciale per il mondo di riunirsi e impegnarsi nuovamente a mantenere vivo l’obiettivo dell’accordo di Parigi“: contenere il più possibile il riscaldamento globale entro 1,5°C.

Clima. Con il 2022, questi otto anni stanno per diventare i più caldi della storia. L’Organizzazione meteorologica mondiale ha pubblicato il report provvisorio. Lo stato del clima globale 2022. Gli otto anni compresi tra il 2015 e il 2022 saranno, con ogni probabilità, i più caldi mai registrati nella storia.

Il ritmo dell’innalzamento del livello dei mari è raddoppiato, passando dai 2,1 millimetri annui del decennio 1993-2012 ai 4,4 millimetri annui del decennio 2013-2022.

L’OMM ha annunciato che gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre. Effetti drammatici su eventi meteo estremi, scioglimento dei ghiacciai e livello del mare. Gli ultimi otto anni, dal 2015 al 2022, sono stati i più caldi di sempre: agire ora per evitare la catastrofe climatica.

Quanto riportato in precedenza è la premessa per dire che scopriamo, ma scoperta non è per chi questa terra un po’ la conosce, che il surriscaldamento globale in Groenlandia sta avendo conseguenze rilevanti, e anche devastanti. Lo stesso popolo Inuit vuole contrastare l’egemonia dei grandi grazie all’autonomia conquistata del 2009 col referendum. Lo Statuto autonomo groenlandese prevede che dal 2010 le competenze in materia estrattiva mineraria spettino al loro anziché alla Danimarca, dalla quale prima dipendevano. Tuttavia serve anche ricordare che questa terra è egemonia di difesa aerea statunitense sotto la sovranità danese. Ma anche che la Danimarca, sovrana seppur nella autonomia detta prima, da qualche anno sta considerando che lo sfruttamento delle risorse minerarie è un tema riguardante la sicurezza nazionale.

Qui entrano in gioco i contrasti tra il popolo Inuit e i “nuovi conquistatori” di terre … particolarmente rare.

Una nuova start-up statunitense, la KoBol Metals, sta facendo i suoi profitti con gli investimenti di Bloomberg, Gates e Bezof“bla, bla, bla”, attraverso il fondo Breakthrough Energy Ventures, e in partecipazione con la britannica Bluejay Minning e, da ultimo, con la Neo Performance Materials.

È notizia di poco che la Neo ha accettato di acquistare il progetto Sarfartok Carbonatite Complex di estrazione di terre rare dalla Hudson Resources.
 Nel progetto viene contemplato un giacimento minerario arricchito in neodimio e praseodimio, due elementi essenziali per i magneti permanenti delle terre rare utilizzati nei veicoli elettrici, nelle turbine eoliche e nei motori elettrici e nelle pompe ad alta efficienza che aiutano a ridurre le emissioni di gas serra. L’attuale giacimento è situato a soli 60km dall’aeroporto internazionale di Kangerlussuaq, è inoltre vicino a Tidewater un importante impianto portuale ed è direttamente adiacente ad alcuni dei migliori potenziali idroelettrici della Groenlandia.

 Nel sito della Neo Performance Materials è riportato che: 
“Il progetto -dovrebbe- avere un’impronta ambientale molto ridotta. L’impianto si trova vicino a infrastrutture eccellenti e presenta una mineralizzazione delle terre rare altamente arricchita negli elementi necessari per i magneti permanenti. … L’investimento rappresenta un passo fondamentale nella strategia di integrazione verticale Magnets-to-Mine di Neo e nei suoi piani di espansione nella produzione di magneti permanenti in terre rare in Europa” [https://www.neomaterials.com/hudson-resources-and-neo-performance-materials-sign-agreement-on-the-sarfartoq-rare-earth-element-project-in-greenland/]

Inoltre la KoBol Metals sta facendo anche profitti nei suoi investimenti con la Equinor, società norvegese in ricerche petrolifere.

La costa occidentale della Groenlandia, l’isola di Disko e la penisola di Nugssuaq si stanno prestando a queste ricerche, con il supporto della tecnologia artificiale, grazie ai cambiamenti climatici che impattano nel suolo artico con un incremento due volte superiore a quanto avviene nel resto del mondo. La tecnologia ottimizza la ricerca attraverso una piattaforma che aggrega innumerevoli dati e attraverso un sistema di algoritmi che li analizza attraverso particolari tecniche. La piattaforma si chiama TerraShed e il sistema di algoritmi Machine-Prospector.

In una intervista l’amministratore delegato de Bluejay Minning, ha dichiarato che “sì i cambiamenti climatici sono un problema, tuttavia hanno contribuito alla esplorazione e alla estrazione mineraria in terreni prima impraticabili. La navigazione, prima impossibile per via dei ghiacci, oggi è possibile e consente di trasportare i grossi macchianti necessari per le trivellazioni”.

Il Presidente della commissione per la ricerca artica degli USA, fa sapere che lo sfruttamento minerario non è in contraddizione con la tutela dell’ambiente, anzi se i cambiamenti del clima proseguiranno sempre un numero maggiore di territori potranno essere accessibili allo sviluppo minerario.

Chi può non affermare che nel sottosuolo della Groenlandia ci sia una enorme riserva di terre rare, di petrolio, di oro, di rame, di zinco, di carbone e ancora molto altro?

Da tenere in considerazione che la Groenlandia è un protettorato danese, quindi europeo, ma dal punto di vista strategico e geografico fa parte del nord America. Gli USA durante la seconda guerra mondiale occuparono la Groenlandia poiché la Danimarca fu invasa dai nazisti e da quel momento tengono loro basi su quel suolo: la principale è quella aerea di Thule.

Ça va sans dire!

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