I giudici della Corte Penale Internazionale emettono mandati di arresto contro Vladimir Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova

Chi arresterà Putin? La Corte Penale Internazionale non è credibile

Corte Penale Internazionale La questione palestinese

di Maurizio Torti,

Oggi, 17 marzo 2023, la Camera preliminare II della Corte penale internazionale (“CPI” o “la Corte”) ha emesso mandati di arresto per due persone nel contesto del conflitto in Ucraina: il sig. Vladimir Vladimirovich Putin e la sig.ra Maria Alekseyevna Leopoli-Belov.

Vladimir Vladimirovich Putin, nato il 7 ottobre 1952, Presidente della Federazione Russa, sarebbe responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Federazione della Russia (ai sensi degli articoli 8(2)(a)(vii) e 8(2)(b)(viii) dello Statuto di Roma). I crimini sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022. Vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, (i) per aver commesso gli atti direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona (articolo 25(3)(a) dello Statuto di Roma), e (ii) per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso gli atti.

La sig.ra Maria Alekseyevna Lvova-Belova, nata il 25 ottobre 1984, Commissario per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa, sarebbe responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa (ai sensi degli articoli 8(2)(a)(vii) e 8(2)(b)(viii) dello Statuto di Roma). I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022. Vi sono fondati motivi per ritenere che la sig.ra Lvova-Belova abbia la responsabilità penale individuale per i predetti reati, per aver commesso gli atti direttamente, insieme ad altri e/o tramite altri (articolo 25(3)(a) dello Statuto di Roma).

La Camera preliminare II ha ritenuto, sulla base delle istanze dell’accusa del 22 febbraio 2023, che vi siano fondati motivi per ritenere che ciascun sospettato sia responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, in pregiudizio dei bambini ucraini.

La Camera ha ritenuto che i mandati fossero segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini. Tuttavia, consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l’ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell’interesse della giustizia autorizzare la Cancelleria rendere pubblica l’esistenza dei mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali i mandati sono stati emessi e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera.

I predetti mandati di cattura sono stati emessi a seguito delle istanze presentate dalla Procura in data 22 febbraio 2023

Durante la conferenza stampa ecco la dichiarazione del procuratore Karim AA Khan KC sull’emissione di mandati d’arresto contro il presidente Vladimir Putin e la signora Maria Lvova-Belova.

Procuratore Karim AA Khan KC

“Il 22 febbraio 2023, ho presentato domande alla Camera preliminare II della Corte penale internazionale per mandati di arresto nel contesto della situazione in Ucraina.

In data odierna, la Camera Preliminare ha emesso mandati di cattura nei confronti delle seguenti due persone:

  • Sig. Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa;
  • Sig.ra Maria Lvova-Belova, Commissario per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa.

Sulla base delle prove raccolte e analizzate dal mio Ufficio a seguito delle sue indagini indipendenti, la Camera preliminare ha confermato che vi sono fondati motivi per ritenere che il Presidente Putin e la Sig.ra Lvova-Belova abbiano la responsabilità penale per l’espulsione illegale e il trasferimento di bambini dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, contrariamente all’articolo 8(2)(a)(vii) e all’articolo 8(2)(b)(viii) dello Statuto di Roma.

Gli eventi identificati dal mio ufficio includono la deportazione di almeno centinaia di bambini prelevati da orfanotrofi e case di cura per bambini. Molti di questi bambini, sosteniamo, da allora sono stati dati in adozione nella Federazione Russa. La legge è stata modificata nella Federazione Russa, attraverso decreti presidenziali emessi dal presidente Putin, per accelerare il conferimento della cittadinanza russa, rendendone più facile l’adozione da parte delle famiglie russe.

Il mio ufficio sostiene che questi atti, tra gli altri, dimostrano l’intenzione di allontanare definitivamente questi bambini dal proprio paese. Al momento di queste deportazioni, i bambini ucraini erano persone protette ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra.

Abbiamo anche sottolineato nella nostra domanda che la maggior parte degli atti in questo modello di deportazioni sono stati compiuti nel contesto degli atti di aggressione commessi dalle forze militari russe contro la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, iniziati nel 2014.

Nel settembre dello scorso anno, mi sono rivolto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ho sottolineato che l’indagine sulla presunta deportazione illegale di bambini dall’Ucraina era una priorità per il mio Ufficio. L’impatto umano di questi crimini è stato chiarito anche durante la mia ultima visita in Ucraina. Mentre ero lì, ho visitato una delle case di cura da cui sarebbero stati prelevati i bambini, vicino alle attuali linee del fronte del conflitto. I racconti di coloro che si erano presi cura di questi bambini e i loro timori su ciò che ne era stato di loro hanno sottolineato l’urgente necessità di agire.

Dobbiamo garantire che i responsabili di presunti crimini siano ritenuti responsabili e che i bambini vengano restituiti alle loro famiglie e comunità. Come ho affermato all’epoca, non possiamo permettere che i bambini vengano trattati come se fossero il bottino di guerra.

Da quando ho assunto la carica di procuratore, ho sottolineato che la legge deve fornire un riparo ai più vulnerabili in prima linea e che dobbiamo anche mettere al centro del nostro lavoro le esperienze dei bambini in conflitto. Per fare ciò, abbiamo cercato di avvicinare il nostro lavoro alle comunità, attingere a strumenti tecnologici avanzati e, soprattutto, costruire partnership innovative a sostegno del nostro lavoro investigativo.

Sono grato per il sostegno di molti partner dell’Ufficio che ci hanno permesso di procedere rapidamente nella raccolta delle prove. Desidero esprimere i miei ringraziamenti in particolare all’Ufficio del Procuratore Generale dell’Ucraina il cui impegno è stato essenziale nel sostenere il lavoro svolto dal mio Ufficio, anche sul campo in Ucraina. La nostra partecipazione alla squadra investigativa comune con le autorità nazionali di sette Stati, sotto gli auspici di Eurojust, ha inoltre facilitato l’accesso rapido alle informazioni e alle prove pertinenti.

Continuerò inoltre a cercare la cooperazione della Federazione Russa in relazione alla situazione in Ucraina e a garantire che il mio Ufficio soddisfi pienamente la propria responsabilità ai sensi dell’articolo 54 dello Statuto di Roma per indagare su circostanze sia a carico che a discarico.

Sebbene oggi sia un primo passo concreto rispetto alla situazione in Ucraina, il mio Ufficio continua a sviluppare molteplici linee di indagine interconnesse.

Come ho affermato a Bucha lo scorso maggio, l’Ucraina è una scena del crimine che comprende una vasta e complessa gamma di presunti crimini internazionali. Non esiteremo a presentare ulteriori richieste di mandati d’arresto quando le prove lo richiedano.”

Video del Presidente della Corte Penale Internazionale Piotr Hofmański

Le reazioni a seguito della conferenza della Corte Penale Internazionale

Tutto quello che non è scritto nel comunicato ufficiale della Corte Penale Internazionale è possibile leggerlo nei media e social.

Fatica inutile elencare come si arricchisce di dati e informazioni che non hanno nulla di ufficiale, dal numero presunto di persone espulse, come precisato dal CPI, alcuni media quasi scrivono nome e cognome ma nulla è ufficiale se non le poche righe riportate nei comunicati della CPI.

Alcuni aspetti sono da evidenziare

La Casa Bianca di Biden e il Dipartimento di Stato sono stati sostenitori della cooperazione con la Corte penale internazionale dell’Aia, come mezzo per ritenere le forze russe responsabili di crimini di guerra diffusi, ma il dipartimento della Difesa è fermamente contrario sulla base del fatto che il precedente potrebbe eventualmente essere ribaltato. contro i soldati americani.

Titolo del TheGardian: Pentagono accusato di aver bloccato il tentativo di consegnare prove di crimini di guerra della Russia al CPI

In merito a quanto leggiamo dal comunicato CPI, si fa riferimento ad indagini indipendenti ma quali sono le fonti di questa indagine se gli USA non collaborano nonostante si siano sempre mostrati disponibili? Sono le “denunce” delle autorità ucraine?. Sono tante le domande a cui la Corte Penale Internazionale potrebbe rispondere ma non lo farà mai come nulla seguirà alla denuncia di crimine di guerra contro Israele formulata dalla famiglia di Shireen Abu Akleh, assassinata da un cecchino israeliano e presentata 4 mesi fa alla Corte Penale Internazionale con un report tecnico, sostenuto da test e perizie legali e balistiche ma regna tutto nel silenzio. Dobbiamo essere fiduciosi verso questa istituzione Internazionale? No, perchè subisce e non reagisce alle pressioni di altri Stati, in modo particolare dagli USA e da Israele. Quest’ultimo ha avviato dure proteste, perchè la Corte Penale Internazionale ha semplicemente “osato” deliberare di avere la giustificazione legale per aprire un’indagine su crimini di guerra a carico di Israele. Con una sentenza a maggioranza pubblicata venerdì scorso, dopo un riesame di sei anni da parte del Procuratore capo, i giudici della Corte penale internazionale hanno deciso che “la giurisdizione territoriale della Corte sulla situazione in Palestina si estende ai territori occupati da Israele dal 1967, vale a dire Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme est”. Accordando a se stessa la giurisdizione sui territori la Corte, istituita in base allo Statuto di Roma del 2002, a cui sia Israele che gli Stati Uniti non hanno aderito, apre la strada a indagini su presunti crimini di guerra a carico di Israele.Proprio oggi è partita la campagna dei media israeliani contro la Corte penale Internazionale.

Dalla Russia la risposta a seguito del mandato di cattura è stata affidata alla rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che ha dichiarato: “le decisioni della Corte penale internazionale per la Russia non hanno alcun significato, anche dal punto di vista legale”.

Le decisioni della CPI non sono riconosciute da USA, Cina, India, Israele, Iran .

Nel 2016 la Russia si è ritirata dalla Corte penale internazionale a causa degli eventi di crisi e conflitto in Crimea..

 

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2 Commenti

  1. E per fare un esempio le deportazioni di bambini vietnamiti negli USA da parte degli stessi? Quanti sono i crimini che la cosiddetta CPI non ha “mai visto” e mai perseguito? La credibilità della CPI è pari alla sua parzialità e al suo asservimento. Inutile dire a chi.

    • Molte istituzioni internazionali sono state solo avviate ma mai completate come l’ONU e per questo non funziona neanche il diritto internazionale. In questo contesto, oggi è ancora più evidente dato che questa comunità “internazionale” che si eleva a giudice e difensore non è rappresentata che da una piccola minoranza, in sintesi è da completare o se preferisci da fare.

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