Alla guerra dell’est

Il pensiero unico bellicista

Carte di credito nuovo circuito di pagamenti denominate MIR, in russo Pace

di Maurizio Torti

I bollettini di guerra puntuali e giornalieri, sono l’unica informazione per cui qualcuno cerca di tenere il conto dei morti, seguendo i canali social è possibile rivedere i momenti delle tante battaglie, giovani soldati e riservisti si affrontano con armi automatiche, lanciamissili, cannoni e questo non può che avere un solo commento, tutto questo è tragico. Mentre nelle trasmissioni di intrattenimento nelle tv italiane è una sfilata di eroi, pronti a cadere sotto i colpi dei cannoni del nemico, spavaldi e difensori dei principi che caratterizzano gli uomini liberi e come i cavalieri crociati a difesa della civiltà occidentale, tutto questo è molto curioso.

Da oltre 50 anni, nei media italiani, tv, radio e giornali non si è mai assistito a tanta intensità nel sostenere e ricercare soluzioni alle questioni italiane come la desertificazione economica e sociale del sud, la corruzione, la criminalità organizzata, lo sfascio della sanità e della scuola, la disoccupazione, l’evasione fiscale, l’inquinamento al nord ed il futuro dei giovani alla ricerca di un sogno non più esistente in Italia.

La realtà della crisi e del conflitto non è quella rappresentata dai media italiani accecati dalla propaganda, attenti solo all’invio delle armi, all’unità dei paesi europei e della Nato lasciando dubbi e negando risposte sulla realtà.

La guerra è crudeltà e dai bollettini le storie drammatiche sono innumerevoli come quella del piccolo villaggio di Novotoshkovskoye (LPR), dopo la ritirata dei militari ucraini, le scene che si sono presentate agli occhi dei testimoni sono terribili, non ci sono sopravvissuti.

Quando i militari della LPR sono entrati nel villaggio, non hanno trovato un solo abitante, le persone sono morte di disidratazione e fame, nascondendosi negli scantinati dall’esercito ucraino.
Novotoshkovskoye si trova in direzione di Bakhmutovsky, nel villaggio non rimane un solo edificio integro, il villaggio era controllato militarmente dall’esercito ucraino e considerato un luogo fondamentale dove era necessario sconfiggere i russi. Ora gli ucraini si sono ritirati lasciando sul campo equipaggiamento e i corpi dei suoi soldati nelle trincee.

La negazione della realtà avviene a tutti i livelli per questo conflitto, diplomatico e politico, infatti durante l’incontro dei leader dei paesi Brics, (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) si fa conoscenza con un altra realtà. Sono state presentate delle importanti decisioni, Putin, in video conferenza, ha firmato un documento per cui viene consentito di pagare il debito pubblico russo in rubli, valuta tornata ai valori del 2015 nei confronti del dollaro e dell’euro. Il motivo di questo apprezzamento del rublo sta nel fatto che le forniture energetiche, gas petroli e materie prime, oggi viene pagato in rubli e il guadagno è notevole.

I paesi Brics, hanno riaffermato il nuovo orientamento economico e industriale della Russia verso India e Cina, sarà data priorità all’importazione di auto cinesi in Russia e saranno inaugurate le catene di supermercati indiani in cambio dell’aumento dell’esportazione di gas e cereali russi verso India e Cina.

Sempre in video conferenza è stato presentato un sistema alternativo allo Swift con i paesi Brics, un sistema di carte di credito denominate Mir (tradotto in russo pace) e la creazione di un paniere di valute dei paesi Brics in alternativa al dollaro e all’euro.

Dal 24 febbraio 2022 assistiamo al sostegno alla guerra dai bei salotti, uomini e donne, politici, professionisti, esperti, tutti ben vestiti e educati, come richiede l’etica dell’immagine televisiva e pronti a sacrificare un bicchiere di vino per la vittoria dell’Ucraina come unica soluzione possibile per salvare l’Europa, la democrazia e l’Italia.

La vittoria dell’Ucraina è diventa una questione identitaria per la sopravvivenza dell’Italia e della libertà. Ecco dove e come si alimenta il pensiero unico bellicista per cui la guerra rinnova la nostra civiltà e se non sei pro ucraina e a favore della guerra sei anti-italiano, stai con il nemico e sei amico di Putin.

La collera, l’emozione e l’ira che trasudano in queste partecipazioni sono una miscela mortale e il primo a morire è il dibattito politico, non è assolutamente possibile esporre tesi anche minimamente diverse dal pensiero unico bellicista. Il risultato è drammatico e ha degli effetti tragici, illude palesemente i cittadini ucraini, perché questo conflitto tra Russia e Ucraina non ha una soluzione militare, il sostegno occidentale non sarà illimitato e un giorno, nessuno può prevedere quando, forse domani, tra un mese, forse 5 anni, lo sforzo bellico non sarà più sostenibile e allora sarà giunto il tempo di una mediazione peggiore di quella che si sarebbe potuto raggiungere nel 2014.

Leggeremo ancora l’ennesimo bollettino di guerra, migliaia di vittime civili, la distruzione di un Paese, miliardi per la ricostruzione, il caos economico globale trasformato in crisi alimentare e produttiva e a pagare il conto saranno ancora una volta i poveri nel mondo.

Oggi sostenere l’unica strada percorribile, la mediazione, il cessate il fuoco, la pace ha solo uno scopo, prevenire una mediazione al ribasso in termini di lutti, destabilizzazione economica e evitare l’allargamento del conflitto, in più di un evento politico, sollecitato da provocazioni come quella di Kaliningrad nessuno può dare garanzie se un giorno, forse domani o 6 mesi o 5 anni possa verificarsi un errore, una nuova provocazione e la reazione all’uso di armi atomiche.

Dopo la provocazione lituana su Kaliningrad, Putin in un incontro con Lukashenko, presidente della Bielorussia hanno discusso sulla sicurezza dello Stato dell’Unione e la fornitura di armi alla Bielorussia.

In Europa, in sei paesi della NATO, gli Usa hanno circa 200 armi strategiche nucleari, 257 aerei pronti per il loro utilizzo. Da questa situazione strategico militare e ai ripetuti voli di addestramento degli aerei della NATO con testate nucleari sulla Bielorussia, di conseguenza Mosca è pronta a fornire a Minsk i sistemi missilistici Iskander-M, che potranno utilizzare missili balistici e da crociera, sia in versione convenzionale sia nucleare.
Gli Su-25 bielorussi saranno modificati presso le industrie aeromobili nella Federazione Russa per essere in grado di rispondere alle minacce nucleari.
Gli effetti delle politiche dei pro guerra sono evidenti, l’aumento delle tensioni internazionali, l’aumento degli armamenti nel mondo e naturalmente, le maggiori tensioni si registrano nei vari Stati alleati dei belligeranti e questo sembra inarrestabile, un esempio è il CSTO, (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva) di cui fanno parte, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, osservatori la Serbia e nuovi candidati l’Iran.

Dall’Ucraina tuonano queste parole: “Combatteremo fino a che l’ultimo soldato russo avrà lasciato l’Ucraina” lo slogan inventato da Mykola Povoroznyk e ripetuto come una litania dagli analisti, esperti opinionisti per cui è impossibile porsi domande e riflessioni sulla necessità di trovare delle alternative, ma la realtà è completamente diversa. Oggi praticare soluzioni alternative al conflitto appare impossibile, siamo abituati, forse domani, tra 3 mesi, forse un anno, quanto la mediazione territori in cambio di pace sarà inevitabile, come replicheranno i sostenitori del conflitto e dell’Ucraina? La risposta sarà la solita abile mossa per cui siamo oramai abituati ad assistere nella politica italiana, magicamente cambieranno posizione come quanto è avvenuto per l’invasione USA in Afghanistan, non l’hanno definita come un’aggressione ad uno Stato sovrano ma un’operazione anti-terrorismo e quale è la differenza dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, non è un’invasione ma un’operazione di denazificazione. Questi concetti non sono accettabili, non motivano ne l’aggressione all’Afganistan e ne l’aggressione all’Ucraina.

All’ennesimo annuncio dell’invio di nuove armi verso l’Ucraina i pro guerra esultano e all’invio dei nuovi missili americani Zelensky dichiara: “ci ritiriamo da Severodonesk è una mossa stretegica militare ad agosto ci sarà la nostra controffensiva” e i pro guerra esultano ancora di più come spettatori ad un incontro di calcio aspettando l’arbitro decreti l’inizio del terzo tempo.

Gli USA sempre più coinvolti, nonostante le critiche e le polemiche interne, ecco i nuovi missili capaci di colpire il territorio russo ma non serviranno a respingere i militari russi, diventeranno statistica nei bollettini di guerra, altri morti, altre distruzioni come sta accadendo da 20 giorni giorni a Donetsk, dove sono colpiti edifici civili, scuole, ospedali e case, numerosi sono i morti e i feriti e l’esercito russo avanza, lentamente ma non si è fermato.

Sono migliaia i soldati ucraini circondati e senza vie alternative, la resa o la morte, sono almeno 900 i soldati ucraini che si sono arresi nelle zone di Severodonetsk. Come è accaduto a Mariupol, nell’area industriale di Azovstal, i civili rifugiatosi all’interno dell’area industriale di Azot a Severodonetsk non erano informati dei corridoi umanitari attivati dalle autorità militari russe, i civili erano anche questa volta, prigionieri, ostaggi dei nazionalisti ucraini.

La guerra è un crimine, non esiste la guerra giusta e allora, quelle rare volte dove nei salotti dei media italiani si registra la presenza di chi rifiuta la guerra come risoluzione dei conflitti la domanda di rito è: “quale è la vostra soluzione?. Peccato, l’intrattenitore di turno non è affatto interessato alla possibile risposta ma è solo concentrato a denigrare e ridicolizzare chi ha idee e soluzioni contro la guerra. La risposta c’è ma viene negata la possibilità di illustrarla.

Da fonti ufficiali, russe ed ucraine, sono state diffuse alcune indiscrezioni in merito alla visita di Draghi, Macron e Scholtz a Kiev. I tre leader europei avrebbero proposto a Zelensky di riprendere i negoziati con un nuovo Minsk 3 composto di 4 tappe, sulla base del piano di pace proposto dall’Italia, ora un pochino più realistico, l’ucraina dovrebbe riconoscere la Crimea e le regioni del Donbass, Donesk e Lugansk in cambio Kiev, potrebbe ritornare a controllare le regioni di Kharson e Zaporizchia, ma probabilmente è già troppo tardi, il controllo della Russia in quelle regioni è quasi totale, i cittadini sono in fila per richiedere il passaporto russo.

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