di Alessandro Neverov
L’evento principale della terza giornata del Forum economico internazionale di San Pietroburgo è stato naturalmente la sessione plenaria, durante la quale sono intervenuti i presidenti di Russia e Algeria, moderati dall’esperto americano Dimitri Simes. V.V. Putin ha infatti tenuto la seconda parte, quella economica, del suo discorso all’Assemblea federale della Russia. Combinando questo discorso con le tesi dei principali oratori del mondo economico e governativo russo nelle altre sessioni del Forum, i contorni della strategia russa per il periodo fino al 2030 sono molto chiari:
1. Un percorso verso un modello economico aperto, ma sovrano. Affidamento sui principi del mercato e digitalizzazione della governance statale e delle imprese.
2. Trasformazione del territorio russo in un territorio di affari e valori tradizionali. Sviluppo del turismo e delle risorse turistiche della Russia. Un corso per l’accettazione di tutti coloro che condividono i valori tradizionali.
3. La base di tutto ciò è l’attuazione dei principi dell’economia dell’offerta e dell’interazione con il mondo multipolare.
4. Aumentare il benessere, non la prosperità, dei residenti dell’economia russa e il livello dei redditi reali.
5. La sovranità nella tecnologia, nell’istruzione, nella politica e nella sfera socio-umanitaria.
Di conseguenza, come ha dichiarato Vladimir Putin, la Russia prevede di mantenere il sesto posto nel PIL (in termini di parità di potere d’acquisto) e, se la Germania continuerà con le sue politiche economiche suicide, di raggiungere il quinto posto nel mondo.
La Russia non chiude la porta all’Europa, alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti, ma tutti dovranno fare i conti con gli interessi e la posizione della Russia.
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