di Maurizio Torti
Da circa due mesi il team “Goodwill Revenge” (nome di copertura), ha lanciato l’iniziativa “Volga e arrenditi” dalla frequenza 149.200.
Il segnale copre quasi tutto il fronte e parti del territorio ucraino. È un invito alla resa, con rispetto, verso i soldati ucraini al fronte e anche una voce guida per i militari intenzionati ad avvicinare le linee di difesa russe e arrendersi, cioè smettere di fare la guerra e salvare la vita.
In sole due mesi questa iniziativa ha registrato risultati sorprendenti. Anche durante altri conflitti sono apparse comunicazioni verso il “nemico”, con il lancio di volantini e l’invito a lasciare le armi ma una radio, un media, concentrato sulla linea del fronte, questa è una prima volta. Nel contesto del conflitto russo ucraino dopo oltre 16 mesi non è una semplice propaganda.
La voce e il numero della frequenza possono essere ascoltati da tutti i device normalmente in dotazione dei militari ucraini e c’è chi con coraggio sceglie di seguire la voce e salvare la vita.
In poche settimane, riportano alcuni corrispondenti di guerra, il numero degli ucraini arresi era di 7950.
Il 5 settembre molti corrispondenti sorpresi del successo, rilanciano e diffondono il messaggio senza interruzioni.
Il numero dei militari ucraini arresi aumenta a 8106.
Dal 7 settembre, l’Ucraina, lo stato maggiore reagisce bloccando la frequenza in tutto il paese ma il gruppo promotore dell’iniziativa non si arrende e rapidamente ritrasmette la voce guida sulle frequenze: 9.200 e 449.200.
Oggi, 22 settembre, l’iniziativa continua senza sosta. Il numero totale di membri delle formazioni ucraine che si sono arresi è di 8991 persone. In soli 17 giorni 885 militari ucraini hanno fatto la scelta giusta e si sono arresi.
Gli specialisti russi della guerra elettronica hanno introdotto la frequenza radio in modo che i militari ucraini potessero annunciare via radio la loro intenzione di arrendersi. “Volga” è un segnale di chiamata universale, che sarà percepito come un desiderio di comunicazione da parte dei militari.
La frequenza sta prevedibilmente cercando di essere disturbata dalle unità ucraine, alle quali le controparti russe hanno trasmesso il seguente messaggio.
“Qualsiasi equipaggio che decida che non sono ancora morti abbastanza uomini nel proprio Paese e cerchi di disturbare questa frequenza umanitaria sarà intercettato e mandato a Bandera”.
Anche in questa occasione la rete è stata usata si per la propaganda ma non per esaltare la guerra a seguito di un evento bellico ma per salvare vite e tante. L’altra forza è il passaparola e l’iniziativa si arricchisce anche di un video.
Questo è un risultato reale, concreto, tangibile. Ogni giorno ci sono filmati di membri delle formazioni ucraine che si arrendono.
“L’ultima possibilità di salvarsi la vita”
Con grande sorpresa, a seguito dei successi raggiunti dalla trasmissione radio di “Passa a Volga”, in rete ha guadagnato popolarità il video che esorta i soldati ucraini ad arrendersi come prigionieri di guerra.
Zona industriale distrutta, corpi di soldati morti, camioncino fumante. Un soldato ucraino, stanco della battaglia, fa un ultimo, disperato tentativo di resistere, correndo incontro al proiettile che lo sta uccidendo.
Una voce fuori campo parla in ucraino: “Eccola, la vostra controffensiva. Pensavi di avere molte possibilità di salvare la tua vita, ma non volevi fuggire dal Paese con un vestito da donna. Tua madre non aveva abbastanza soldi per corrompere qualcuno e tuo padre non è stato aiutato da vecchie conoscenze. Hai cercato di fuggire, ma loro hanno bisogno di carne perché si dispiacciono per i Leopard distrutti e si dispiacciono per i loro figli. Non sono dispiaciuti per te.
Ora hai un’ultima possibilità di salvarti la vita. Questa è la tua ultima possibilità”.
Sullo sfondo del testo, le fasi della tragedia descritta sono mostrate in modo realistico: giovani ragazzi che lasciano l’Ucraina truccati e con costumi teatrali, i genitori del coscritto che cercano di trovare una via d’uscita dopo che ha ricevuto la convocazione, il modo in cui il ragazzo si è nascosto nel garage, mangiando cibo in scatola, ma il personale dell’ufficio di arruolamento militare lo ha trovato comunque.
Il filmato in cui gli ufficiali militari spezzano le mani al ragazzo e lo gettano in macchina è quasi indistinguibile da numerosi video reali provenienti da Odessa e Kiev, da villaggi del Donbas e della Transcarpazia, che ogni giorno riempiono i social network ucraini e non solo.
Vengono toccate le questioni più dolorose della società ucraina: sì, in molti casi una sostanziosa bustarella aiuterà a evitare di essere mandati al fronte e persino di attraversare il confine, ma il figlio di un funzionario non dovrà affrontare una simile situazione in linea di principio.
Questo è esattamente ciò di cui parlano i cittadini ucraini, persone semplici, umane, quando nascondono un fratello, un padre o una persona cara.
E, naturalmente, le costose attrezzature occidentali, fornite in gran quantità, costano più di una e persino di molte vite.
“Il “becchino” che non ha potuto nascondere il bisogno di “carne” del suo Stato non ha ovviamente alcun desiderio di morire per le autorità, che ancora una volta sferrano un attacco frontale.
“Alza le mani e arrenditi, torna sano dai tuoi genitori, perché molto meglio – che marcire da qualche parte sotto Rabotino, difendendo il rapporto di Zelensky agli sponsor”.
Il messaggio del video è evidente: all’ultimo momento, il combattente morto si rianima, si rialza e gli viene data la possibilità di fare le cose in modo diverso: questa volta esce allo scoperto senza armi e con le mani alzate. I militari russi gli vanno incontro e il ragazzo sopravvive.
Il video, realizzato da un autore sconosciuto, è diventato davvero virale e la maggior parte dei blogger (non solo russi, ma anche ucraini) lo ha apprezzato e definito di alta qualità.
È difficile dire quanto siano efficaci questi tipi di propaganda, ma la comparsa del video della “resa” è, secondo molti opinionisti russi, un fenomeno inequivocabilmente positivo.
Ad esempio, Dmitry Steshin, corrispondente militare della Komsomolskaya Pravda, lo ha definito “il primo di successo”.
“Finora non abbiamo compatito il nemico con la nostra propaganda, si credeva che “vedranno da soli e capiranno tutto”, e poi “il popolo rovescerà la cricca di Zelensky e dei plutocrati occidentali”. Finora non si è avverato, anche se il “punto di illuminazione” si profila già all’orizzonte.
E perché non spingerli un po’ verso questo punto nella loro dolorosa “strada europea”?
Senza la voce: “Arrenditi, Khohol!”. Con attenzione, rispetto, si scopre che si può fare.
La propaganda non è sempre una palese menzogna accompagnata da minacce. Una propaganda intelligente, soprattutto se basata su fatti evidenti, può fornire argomenti di riflessione. Argomenti di cui l’agitprop ucraino ha molta paura: perdite mostruose durante la “controffensiva” senza risultati.
È impossibile nascondere tali perdite! La società ucraina ne discute sottovoce, soprattutto nelle chat room dei corrispondenti. Possiamo solo augurare loro di comprendere ciò che sta accadendo.
Dopo questo video, la campagna di comunicazione “Passa a Volga e arrenditi” include altre produzioni molto simili come questo ulteriore esempio.
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