Moni Ovadia. Le motivazioni di una causa diventata conflitto

Stop occupazione, ritiro dei coloni e creazione dello Stato di Palestina nei confini del 1967

Palestina. Bambini a Gaza tra le macerie della casa distrutta

di Alida Parisi

Finalmente la ‘causa palestinese’ è uscita allo scoperto arrivando ad oscurare la guerra in atto in Ucraina e diventando addirittura l’auge di discussione e di manifestazioni di protesta in tutto il mondo contro la politica del governo Netabyahu. L’aria si è fatta pesante e ha preso una piega pericolosa da caccia alle streghe; mass media e opinione pubblica, ruotando intorno alla trina Hamas-Palestina-Israele, assimilando Hamas e Palestina, la sola su cui dibattono oramai è stabilire, a partire dal 7 ottobre in poi, solo la lista dei ‘giusti’ e quella dei criminali. Moni Ovadia, artista ebreo di origine bulgara, direttore artistico del Teatro Comunale di Ferrara, attivista da sempre a sostegno dei diritti dei palestinesi, proprio a causa delle sue dichiarazioni contro l’ultranazionalismo israeliano, è una delle tante vittime messe ‘all’angolo’, nel suo caso, da tutta la maggioranza di centro-destra che governa Ferrara e per questo ha rassegnato le proprie dimissioni, peraltro richieste da giorni, con la dichiarazione “prima che mi caccino, mi dimetto io dalla direzione del Teatro Comunale di Ferrara. (…)Spero che questo mio piccolissimo gesto serva a mettere in avviso i cittadini italiani: quando attacchi le opinioni inizi a prefigurare la tirannia”. Senza lavorare troppo di immaginazione, basta vedere i risvolti della guerra sulla Fiera del libro di Francoforte o più semplicemente la messa a bando in molti paesi delle manifestazioni pro-Palestina, intendendole pro-Hamas.

D. Partendo dall’idea di implosione per lo stato di Israele, in relazione agli ultimi eventi di protesta degli stessi israeliani contro il governo di Netanyahu, riguardo all’ultima riforma sulla giustizia passata (con 64 voti a favore su 120), alla luce dei nuovi fatti, quale prospettiva vedi?

Prospettiva nessuna con una comunità internazionale di vigliacchi, ipocriti, mediocri, guerrafondai che cosa ci possiamo aspettare? Naturalmente è una grande tragedia questa pioggia di missili e bombe che piovono sulla popolazione israeliana, morti sequestrati con l’angoscia che questo produce l’avere congiunti sequestrati non solo nella ‘fantasmatizzazione’ ma anche nella realtà. É una cosa veramente terribile ma noi ci dobbiamo chiedere sempre perché. La risposta che dà il mainstream è che sono terroristi, non solo Hamas ma tutti i palestinesi, e che Israele ha diritto di difendersi e quindi tutti i governi sono con Israele. E i palestinesi non esistono? sono solo terroristi? Non esistono padri, madri, figli, nonni? Allora, per capire, va detto che l’origine di tutto questo è che gli israeliani non hanno mai voluto uno stato palestinese nei territori di legittima pertinenza dei palestinesi. Hanno trasformato Gaza in una scatola di sardine sigillata; territorio iper-popolato che l’ONU ha definito ‘inabitabile’. Che cosa ci si aspetta che germini in una condizione così. Gli israeliani con la solita tecnica hanno detto “ma noi abbiamo lasciato Gaza”, non è vero perché di fatto gli israeliani controllano lo spazio aereo, i confini terrestri, lo spazio marittimo, l’energia e l’acqua. Questo vuol dire avere lasciato libero un territorio? Se un territorio è libero i suoi cittadini sono liberi di andare, venire, di fare affari, ecc.., invece loro sono sotto il tallone di Israele, in più in una condizione che è letteralmente infernale. Per quanto riguarda la Cisgiordania l’hanno trasformate in una prigione a cielo aperto, dove esercitano un arbitrio senza confini: irruzioni, distruzioni di case, appropriazioni di territori, di risorse idriche, violenze sistematiche, arresti amministrativi, una legge che è di apartheid razzista. Quindi quale prospettiva si può aprire in tutto questo? A Gaza l’esasperazione e la disperazione, vedendo che nulla succede che possa prefigurare un modo di vivere civile, decente in rispetto della dignità, naturalmente si esaspera la violenza. E questa volta la violenza è esplosa mostrando anche che il famoso sistema di sicurezza degli israeliani aveva un buco grande come la fossa delle Marianne, non si sono accorti che arrivavano missili di tipo nuovo?

D. A questo proposito, tra le supposizioni dei primi giorni, qualche media ha fatto riferimento all’11 settembre e in particolare all’idea che circolava all’epoca sulla possibilità che gli USA avessero ‘sacrificato’ le Twin Towers al fine di poter innescare una guerra legittima di ‘difesa’ contro l’Afghanistan

Non mi stupirei per niente perché questo governo, ultrareazionario e fascistoide di Israele, è capace di combinarne di cotte e di crude per trovare poi la legittimità a cancellare per sempre la possibilità di una soluzione pacifica negoziata. Tutti ripetono come una vuota litania “due popoli due stati”, ma questa possibilità l’hanno fatta naufragare gli israeliani, agendo in tutti i modi perché si separasse Gaza dalla Cisgiordania, non solo, ma mostrando che anche la Cisgiordania, da cui non partono missili, è trattata come se fosse una prigione, e i palestinesi, non solo i gazaui, ma anche i cisgiordani, sono sottoposti a ogni sorta di arbitrio, brutalità, carcerazione, omicidi, irruzioni notturne, distruzioni di case, devastazioni delle topografie esistenziali. Dopo l’ipotesi di Oslo non c’è stato più nulla. Quando Rabin, che ha dato la sua vita per questo, ipotizzava Oslo, questi della destra lo ritraevano come un nazista col bracciale della svastica, come un terrorista e ricordiamoci che è stato assassinato da un estremista ebreo di Israele, non da Hamas,

D. In questi giorni, tra le varie testimonianze dell’una o dell’altra parte, lo scrittore Michael Sfaradi è stato lapidario a proposito dell’agire del governo Netanyahu con l’affermazione “(…) adesso finalmente Israele ha le mani slegate per agire (…)”

Si, per distruggere letteralmente Gaza per poi sottoporre la Cisgiordania a una progressiva cancellazione dell’identità palestinese e dell’idea stessa di popolo palestinese, ma fanno i conti senza l’oste, secondo me, fanno dei conti sbagliati come tutti i regimi scellerati; quello di Israele non è una democrazia, è un regime. Una democrazia non colonizza terre non proprie e non sottopone i cittadini, gli esseri umani, di un altro popolo a soprusi interminabili. E poi ci sono le leggi, tutte le leggi internazionali, a cominciare dalle Risoluzioni dell’ONU che chiedono il ritiro di Israele nei suoi territori legittimi e in particolare la 194 che garantisce a tutti i profughi, cacciati da una guerra dalle loro terre e rifugiati in altri territori, il ritorno alle loro case. Gli Israeliani invece hanno messo in Cisgiordania 700.000 coloni per sicurezza, dicono, ma è falso, è per insicurezza, perché hanno paura a causa dei loro abusi. Per non dire poi cosa fanno, questi coloni installati abusivamente su territorio palestinese, ai bambini palestinesi che cercano di andare a scuola, li bersagliano con sassi, sputi, violenze. Sono prevalentemente fanatici integralisti, fondamentalisti che dicono “siamo qui perché questa guerra ce l’ha data Dio”. È possibile che la Bibbia si esprima sul Diritto Internazionale?

D. Non si capisce come mai e perché il governo israeliano può permettersi di non considerare tutte le risoluzioni ONU a suo carico.

Intanto perché l’ONU non conta quasi nulla e poi perché le grandi potenze se ne fregano dei palestinesi, arabi compresi e più che belare qualcosa, i governanti, altro non fanno, ma agli israeliani andava detto, anzi imposto, di ritirarsi dalle terre legittime del popolo palestinese. E anche a Gaza, andava imposto di non sigillare quella terra, ma di lasciare a quella terra la sua autonomia.

D. Ritornando al concetto di implosione, Israele sembra comunque sempre più isolata, nonostante il sostegno dichiarato da tutti i governi internazionali, perché la guerra, seppure in risposta a un’aggressione, ha comunque portato all’attenzione del mondo le condizioni e le ragioni della causa palestinese diffondendo anzi scatenando dappertutto nel mondo il dissenso della società civile, comprese moltissime voci, autorevoli e non, di ebrei che si sono espresse sulle grandi (e gravi) responsabilità della politica di Israele in questi 75 anni, oltre che contro Netanyahu.

I governi europei e quello statunitense sono rappresentati da omuncoli belanti che hanno lasciato marcire la situazione e adesso si produce questo. Anni fa, decenni fa ci voleva un intervento. Quando Rabin fu assassinato la comunità internazionale doveva dire “eravate arrivati ad un accordo e adesso lo mettete in pratica” e invece hanno lasciato andare, e peggiorare le cose sempre più, perché in fondo non gliene importava nulla. Il motivo è che lo sterminio di 6 milioni di ebrei è il lavoro sporco e criminale fatto dai nazisti ma tutti gli altri paesi sono stati a guardare. Io sono nato in Bulgaria e i bulgari hanno difeso i loro ebrei, come i danesi e gli albanesi; si poteva fare ma nessuno l’ha fatto. Dopo, quando si è vista la proporzione spaventosa di quanto era successo, naturalmente l’occidente si è sentito divorato dai complessi di colpa, l’Occidente e non l’Unione sovietica, perché l’Unione sovietica ha perso 27 milioni di esseri umani, di cui almeno 12-13 milioni russi, cosa doveva avere avuto di più dai nazisti?.

D. A questo proposito ci sono paesi, la Germania in particolare, che ancora oggi dibattono sul tema delle responsabilità, e del senso di colpa, rispetto all’Olocausto.

Certo, sono ancora lì, a ragionare sul passato ma non sul presente, nel senso che va bene, è giusto difendere gli ebrei, hanno ammesso le loro colpe, hanno pagato risarcimenti miliardari però non possono permettere che i palestinesi paghino per ciò che non hanno fatto loro ma i tedeschi. Infatti, quando si è trattato di stabilire un luogo che accogliesse lo Stato di Israele, perché non l’hanno fatto in Ucraina, in Polonia o in qualche Land tedesco, laddove è avvenuto lo sterminio? Cosa c’entrava la Palestina? Per affinità di origini? Può darsi, ma molto più certo è che Il colonialismo occidentale, europeo e statunitense, hanno semplicemente optato per gli ultimi, i palestinesi, la Palestina.

D. Qualche anticipazione poteva leggersi, forse, prima del 7 ottobre, in diversi eventi più ‘provocatori’ del solito, a mio parere, come ad esempio gli scontri a Hebron del 2 ottobre a causa del grande flusso di ebrei in visita alla Tomba dei Patriarchi; o la ‘passeggiata’ di 1040 settlers che il 4 ottobre ha attraversato Al-Aqsa; o il rave del 6 ottobre organizzato nei pressi del confine con la striscia di Gaza.

“I fatti emergeranno col tempo e si saprà. Ma un fatto è certo Israele non ha solo un governo fascistoide ma ha maturato in molti una mentalità fascistoide e talmente evidente è la questione che ogni volta che dico queste cose nessuno mi dice non è vero e mi contrappone degli argomenti, perché di fatto non hanno argomenti da contrapporre. E’ una politica scellerata, segregazionista, razzista dei governi di Israele che ha portato a questo epilogo. Di sicuro moriranno migliaia di palestinesi. E questo sarà..”

Un’analisi semplice e lineare di chi conosce i fatti della storia e combatte per il rispetto dei diritti alla vita di tutti gli esseri umani, una voce, la sua, come tante stimatissime del mondo israeliano, molte delle quali avendo vissuto l’Olocausto, utilizzano quell’esperienza non come passaporto per giustificare la politica nefanda del governo di Israele, Netanyahu in testa, ma affinché quella storia non si ripeta mai più.

E l’’unico modo per fermare Hamas è togliergli la motivazione.

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