Il 5 G come arma da guerra psicotronica e biologica

La spietata corsa per il controllo delle folle e suoi rischi per la salute

di Giusy Calabrò

 

Presentato come un’implementazione della rete informatica, il 5G viene già usato in ambito militare come arma psicotronica per il controllo delle masse.

Mentre reti cellulari e Wi-Fi si affidano alle microonde (fino a 6 GHz), le applicazioni 5G richiederanno nuove bande di spettro elettromagnetico con gamma superiore anche ai 100 GHz e utilizzando onde millimetriche (mmwaves: bande alte) e sub-millimetriche per consentire la trasmissione sincronica di dati ad altissima velocità con qualsiasi dispositivo in linea. Le mmwaves sono state recentemente aperte dalle autorità di regolamentazione per la concessione di licenze e sono già impiegate nelle principali forze armate mondiali.

Le agenzie di difesa statunitensi, russe e cinesi sono attive da tempo nello sviluppo di armi che si basano sulla tecnologia elettromagnetica col fine di disperdere la folla attraverso il bruciore epidermico. In base alle ricerche commissionate dall’esercito statunitense la gente colpita tenderebbe a dileguarsi uscendo fuori dal raggio (dott. Paul Ben-Ishai). Ciò è attestato da un documento desecretato della DIA, Defense Intelligence Agency, pubblicato nel marzo 1967 (informazioni del 10 ottobre 1975). Il “Biological Effects of Electromagnetic Radiation Eurasian Communist Countries”, redatto dal reparto Army Medical Intelligence Agency Office of the Surgeon General, descrive gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche nell’ambito dei “radio and microwave ranges” (v. immagine abstract).

L’esercito statunitense ha sviluppato un sistema di armi anti-folla, chiamato Active Denial System (ADS) che usa onde millimetriche in radiofrequenza, nell’intervallo di 95 GHz per penetrare lo strato superiore della pelle di 1/64 di pollice sugli individui, producendo immediatamente una sensazione di riscaldamento per dileguare la folla. L’ADS usa le stesse frequenze del 5G sparando un raggio ad alta potenza di onde a 95 GHz su un unico obiettivo.

L’uso militare delle onde millimetriche condurrà alla creazione di armi psicotroniche ed elettromagnetiche, in grado di mirare al sistema nervoso umano. Come per l’ADS tali armi producono varie sensazioni collaterali che sono in via di sperimentazione come l’ipnotismo elettromagnetico attraverso le Emr capaci di veicolare messaggi cerebrali. Non c’è da stupirsi: già i primi otto mesi della Seconda Guerra Mondiale erano denominati “The Phoney War”. È molto probabile che i prossimi scenari bellici saranno guerre dissimulate che si avvarranno di mmwaves: colpi di raggi laser simili alle Emr e miriadi di micro-antenne in assenza della linea di tiro; insomma, una strategia integrata di guerra psicotronica e ambientale.

Manipolando frequenza, forma d’onda, velocità e durata dell’impulso si potrebbe produrre un’elettroanestesia cerebrale, come un elettroshock capace di interrompere completamente le funzioni mentali e fisiche.

Qualunque sia il campo di applicazione del 5G è chiaro come i rischi per la salute e l’ecosistema sarebbero troppo alti per non osteggiarne l’introduzione: oltre ai danni umani biologici (tumori, Ehs ecc.) anche uccelli, insetti e alberi potrebbero essere annientati. Insomma, una folle “guerra contro l’umanità” che potrebbe trasformarsi in una calamità sanitaria generale. Sono armi disumane, definite tali anche dalla NATO nel contesto delle trattative strategico-militari sulle armi nucleari, chimiche e batteriologiche.

Sia gli studi del Department of Phisics del (PhD, Ariel 2017), sia la dott.ssa Devra Lee Davis (direttrice del Center for Environmental Oncology, University of Pittsburgh Cancer Institute) hanno rilevato come i dotti sudoripari agiscano come piccole antenne per le onde millimetriche, assorbendo nell’organismo quantità elevate di energia. Anche l’esposizione a onde di bassa intensità influisce sulle membrane delle cellule umane.

Nel 2018 a una conferenza internazionale fu presentata la rilevante scoperta scaturita da studi israeliani: il 5G interagisce con la pelle e gli occhi umani; inoltre, il Dr. Ben-Ishai del Dipartimento di Fisica dell’Università Ebraica ha spiegato come i condotti sudoripari esposti al 5G agiscano come antenne elicoidali (Arjun Walia, 2018).

Nello stesso anno il Dipartimento della Difesa statunitense ha sperimentato il sistema di controllo della folla chiamato Active Denial System (ADS): cannoni e pistole di dispersione della folla che utilizzano onde millimetriche a radiofrequenza nella gamma dei 95 GHz per penetrare nei primi 0,4 millimetri di strato epidermico, producendo istantaneamente un’intollerabile sensazione di conduce alla fuga. La percezione di bruciore si disperde quando il bersaglio si muove fuori dal raggio: la sensazione è abbastanza intensa da provocare un’azione riflessa del bersaglio a dileguarsi uscendo dal raggio. Anche le ricerche del “Laboratorio di Spettroscopia Dielettrica del Dipartimento di Fisica Applicata” dell’Università di Gerusalemme indicano che le onde millimetriche e sub millimetriche possono essere assorbite facilmente dalla pelle.

Come l’intero Pianeta, il sistema nervoso centrale è immerso nell’ambiente elettromagnetico naturale dove la frequenza di risonanza della ionosfera è simile a quella del cervello umano. La modificazione molecolare della ionosfera altera l’equilibrio protettivo della Terra, causando la caotica “instabilità dissonante”. Questo intenso bombardamento radioattivo ha effetti devastanti, soprattutto sul ciclo naturale del carbonio, sul sistema immunitario e sui processi mentali. Dopo aver comparato questa ricerca con altre ricerche di laboratorio condotte in altri Paesi, gli scienziati hanno constatato che tutti i risultati erano simili.

Le reti cellulari e Wi-Fi si basano sulle microonde, un tipo di radiazione elettromagnetica che utilizza frequenze fino a 6 GHz per trasmettere in modalità wireless. Tuttavia, le applicazioni 5G richiederanno lo sblocco di nuove frequenze più alte, da 6 GHz a 100 GHz e oltre, utilizzando onde mmwaves e submillimetriche per consentire la trasmissione di dati a velocità elevate. Migliaia di studi medici ed epidemiologici correlano gli effetti biologici avversi con l’uso della tecnologia di telefonia mobile o Wi-Fi. L’uso di frequenze anche superiori a 5 GHz (e fino a 100 GHz) accelereranno la diffusione dei tumori e potrebbero anche causare danni genetici con conseguenze incalcolabili in termini di sicurezza biologica.

La corsa verso il 5G non riguarda tanto l’aumento della velocità di Internet, quanto l’inizio delle fasi della tecnologia per il controllo mentale, basandosi sulle stesse lunghezze d’onda delle armi che il Pentagono usa per disperdere la folla. Se già è noto che le radiazioni elettromagnetiche causerebbero gravi problemi di salute, il 5G potrebbe solo avere effetti più deleteri.

È ipotizzato che l’uso militare delle onde millimetriche aprirà la porta alla creazione di armi psicotroniche ed elettromagnetiche, in grado di mirare al sistema nervoso umano.

L’implementazione della rete 5G, se cadesse nelle mani sbagliate, potrebbe gettare molto bene le basi per un futuro programma di controllo mentale.

Nonostante tutta l’Italia sembri assopita dai ripetuti lockdown la preoccupazione collettiva per l’imposizione del 5G non è scemata, soprattutto nel ricordo delle dichiarazioni di Vittorio Colao, ex A.d. di Vodafone e guida della task force governativa di Conte, il quale aveva chiaramente specificato durante un’intervista come tale tecnologia sarebbe servita per il controllo delle masse; peraltro, nel momento di massima tensione dei rapporti tra Usa-Cina all’interno del conflitto tecnologico in atto. L’Italia sarà presto chiamata a prendere posizione tra i due schieramenti dovendo decidere a chi affidare le proprie reti, mentre si confermano i medesimi schieramenti del periodo pandemico: da un lato OMS, ISS e main-stream, dall’altra migliaia di illustri ricercatori contrari.

Tutta la comunità scientifica concorda nell’avvertire che, prima di attivare il 5G andrebbero calcolati i rischi, altrimenti l’introduzione di tale tecnologia rappresenterebbe solo un rischioso esperimento dove la popolazione farebbe da cavia. Dobbiamo valutare queste cose prima di implementare tale rete, poiché l’esposizione sarebbe costante.

Sembrerebbe prudente affrontare la prossima generazione digitale con maggiore cautela e uno slancio meno sconsiderato, innanzitutto nei confronti di innovazioni i cui effetti non sono stati adeguatamente studiati. Occorre spezzare la congiura del silenzio di fronte all’evidente rischio di ecocidio e inebetimento della popolazione.

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2 Commenti

    • Ciao Giuseppe concordiamo ma dobbiamo immaginare e definire a cosa vogliamo rinunciare e presto, la tecnologia non si ferma se trova mercato, purtroppo solo la rinuncia forse potrebbe funzionare

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