Dire la verità diventa un crimine

In Europa aumentano le restrizioni su chi denuncia le violenze del regime di Kiev nel Donbass

Coop cafè antiwar Berlino

di Maurizio Torti

Sappiamo di Julian Assange, è in carcere da anni nel Regno Unito mentre gli Stati Uniti, prima volevano assassinare, poi di estradarlo per aver denunciato i criminali di guerra e i crimini degli Stati Uniti in Iraq, Afghanistan, Guantanamo. Daniel Hale sta scontando 4 anni per aver detto la verità sull’utilizzo di droni statunitensi in Afghanistan che hanno ucciso soprattutto civili. L’FBI ha fatto irruzione nelle case dei leader della Black is black Coalition per aver detto la verità sul conflitto in Ucraina. A molti negli Stati Uniti sono stati tolti gli account dei social media per aver fatto lo stesso. Tra gli alleati occidentali degli Stati Uniti, sono state imposte sanzioni ai giornalisti e sono stati congelati i loro conti bancari per essersi semplicemente recati nel Donbass e aver raccontato ciò che avevano visto. Questo è accaduto in Germania e nel Regno Unito.

Ora la Germania sta indagando su Heinrich Bucker, amico e proprietario del Coop Antiwar Café di Berlino. Il Coop Antiwar Café è un caffè e un luogo di discussione delle organizzazioni e i movimenti a Berlino. Bucker rischia una multa o il carcere per aver condannato il sostegno della Germania all’Ucraina in un discorso pubblico.

È giunto il momento di fare fronte comune e combattere questi attacchi al diritto stesso del nostro movimento di esistere in queste cosiddette “democrazie” occidentali.

Anche la stampa in Germania, come in altri Stati europei, è complice di questa finta democrazia e la storia di Bucker è solo uno dei tanti esempi di repressione

Heinrich Bucker

Il cafè antiwar si trova tra condomini di lusso in vecchi edifici ristrutturati e costose boutique di moda nell’ex Scheunenviertel di Berlino. Tutte le pareti sono ricoperte di poster. Si possono vedere Hugo Chávez e gli attivisti indigeni del Nord America, gli appelli per la libertà del giornalista Julian Assange, per la fine del blocco contro Cuba e per la pace con la Russia. Heinrich Bücker gestisce questo luogo di cultura e politica per antimperialisti dal 2005. Dall’invasione russa dell’Ucraina, il padrone di casa, membro della Piattaforma Comunista del Partito della Sinistra e della VVN-BdA, si è trovato sempre più spesso di fronte a ostilità, compresi danni all’ingresso.

Ora è stata avviata un indagine, da parte della polizia, ai sensi dell’articolo 140 del Codice penale, come ha annunciato Bücker nel fine settimana. Questo può essere punito con una multa o con la reclusione fino a tre anni. Secondo una nota dell’Ufficio di Polizia Criminale di Stato datata ottobre 2022, Bücker è stato denunciato da un avvocato di Berlino. L’accusa: con un discorso pronunciato il 22 giugno 2022 in occasione di un evento di commemorazione organizzato dal Coordinamento per la Pace per l’anniversario dell’invasione nazista dell’Unione Sovietica nel 1941 presso il Memoriale Sovietico di Treptow Park, l’antifascista avrebbe appoggiato la guerra della Russia contro l’Ucraina. Nel suo discorso, Bücker ha tracciato un arco dalla guerra di sterminio della Wehrmacht contro l’URSS alla guerra in Ucraina di oggi. Riferendosi agli attuali ammiratori del collaborazionista nazista Stepan Bandera, ha lamentato il fatto che la Germania stia ora sostenendo i successori di quelle forze fasciste e russofobe con cui i nazisti avevano già collaborato strettamente durante la Seconda guerra mondiale.

“Siamo profondamente preoccupati per i drammatici eventi in Ucraina e auspichiamo una soluzione pacifica”, si legge in una dichiarazione sul conflitto Russia-Ucraina sul sito web di Bücker, firmata da centinaia di organizzazioni e individui, anch’essa oggetto di indagine. Bücker, che per anni si è battuto per la solidarietà con le “repubbliche popolari” del Donbass invase dalla guerra da Kiev. Heinrich, come milioni di cittadini in tutto il mondo, “comprendiamo il punto di vista della Russia e quello del presidente russo Vladimir Putin”, ma denunciamo ora un restringimento dello spazio di discussione e massicce restrizioni alla libertà di espressione – causate da un’informazione unilaterale da parte dei media, sempre più prigionieri e ricattati dal potere dei soldi, della pubblicità, della politica, della corruzione”.

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