Nella città di Sumy, la notte del 21 marzo, si è verificata una fuoriuscita di ammoniaca da una delle fabbriche dell’area industriale. 4 giorni fa, veniva denunciata dal ministero della Difesa russo movimenti di mezzi che trasportavano ammoniaca, al momento non sono segnalati pericoli per la cittadinanza.
L’impianto industriale è quello di Sumykhimprom, nel momento in cui si è verificata la fuoriuscita dell’ammoniaca, da entrambi le parti in conflitto è iniziato lo scambio di accuse.
Sono ripresi i negoziati a distanza tra le due delegazioni ma questa mattina le difficoltà sembrano maggiori, nonostante le dichiarazioni dalla presidenza turca di una soluzione sempre più vicina.
Situazione invariata a Mariupol, dove non si è aperto alcun corridoio umanitario e non c’è stata alcuna risposta, da parte di ONU e OSCE alla richiesta russa di essere presenti come osservatori proprio per le operazioni umanitarie nella città di Mariupol.
Questa notte e alle prime ore del mattino la periferia e una zona centrale della capitale Kiev sono state colpite, non si conoscono gli effetti. Missili anche su Odessa verso la costa sud, alcuni edifici colpiti ed anche in questo caso non sono inserite nelle note informative morti o feriti.
Sempre durante la notte sono state colpite basi militari nell’area di Rivne
Continuano gli incontri a distanza del presidente ucraino Zelensky con i leader dei paesi europei e non solo, ieri in Israele ma Zelensky incassa oltre al rifiuto delle armi richieste, in modo particolare il sistema di difesa missilistico, l’indignazione da parte di tutti i rappresentanti della Knesset che hanno ricordato a Zelensky del problema del nazismo in Ucraina, sempre più frequentemente sono state profanate i cimiteri ebraici a Kiev e non solo e molti episodi di odio verso la presenza ebraica in Ucraina, la comparazione fatta da Zelensky sull’olocausto e quanto stava accadendo in Ucraina ha generato l’effetto opposto.
Domani il presidente ucraino si collegherà con la Camera italiana.
La Russia ha respinto la proposta suggerita dalla Polonia dell’invio di “caschi Blu” dell’ONU
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