173th Airborne Brigade (Stati Uniti) La 173° Brigata AvioTrasportata degli USA

“Alle armi!” Della comunicazione, della cultura” e delle opinioni

Mappa basi Usa in Italia

di Maurizio Torti

Il 24 febbraio 2022 in Italia si materializza il volto del nemico e di conseguenza “alle armi” della comunicazione, della cultura e delle opinioni. Il bel paese è l’unico Stato europeo a porre il segreto di Stato e oggi non è possibile sapere, cosa, a chi e come diamo armamenti e soldi all’Ucraina. La domanda è da quale voce del bilancio il governo preleva i soldi? I militari italiani sono in Lettonia, Romania, nel mare Mediterraneo orientale e nel mar Nero per rafforzare la presenza Nato. Non è più accettabile la sudditanza alla Nato, siamo da troppo tempo il braccio armato degli USA, una condizione di altissimo rischio, in gioco ci sono le vite di milioni di cittadini italiani. Non sono bastate le proteste e la ferma risposta degli italiani di non inviare armi all’Ucraina e l’aumento del 2% per la spesa militare è cosa fatta, entro il 2028, gli aumenti graduali sono stati approvati.

Non è la solita retorica, non è la paura vissuta nel 1991 partecipando all’aggressione all’Iraq, questa volta siamo in guerra e sono schierate potenze nucleari capaci di colpire qualsiasi bersaglio in Italia. Siamo una base Nato e degli USA da troppo tempo, a Ederle Vicenza, con le nostre tasse paghiamo infrastrutture per l’operatività sul nostro territorio della 173° Brigata AvioTrasportata degli USA, unità di paracadutisti impegnati frequentemente su tutti gli scenari di guerra nel mondo e coinvolti anche in operazioni non ufficiali. Aviano base della 16° Forza aerea ed il 31° gruppo di caccia, Sigonella in Sicilia la stazione aerea e navale da dove partono i droni per colpire in Asia ed in Medioriente e a Niscemi dove è operativo un centro di sorveglianza ed ascolto dei cieli e dei mari meglio conosciuto come le “antenne del Muos”. In Italia ci sono 2000 edifici di proprietà dell’esercito USA e 11000mila edifici in affitto e 15000 militari americani, qui non l’Iraq, dove non esistevano armi di distruzione di massa, nei depositi Usa, dislocati in Italia ci sono ordigni nucleari. Siamo in guerra e questo è il motivo tecnico-militare. “Alle armi della cultura” Tchaikovsky e Dostoevsky sono nostri nemici. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, caccia il direttore d’orchestra russo Valery Gergiev dal Teatro della Scala e all’Università della Bicocca, viene annullato il corso del prof. Paolo Nori sull’autore russo Fedor Dostoevskij. A Reggio Emilia l’assessore alla cultura del comune, Annalisa Rabitti ha annullato la presenza alla mostra di Fotografia Europea, del fotografo russo Alexander Gronsky. Cosa hanno in comune questi comportamenti? La russofobia, l’immagine del nemico.

Quanta ignoranza, la storia italiana è influenzata dalla presenza della letteratura russa. Non è un fatto casuale ma il risultato di ottimi rapporti tra i due stati risalenti ad oltre 4 secoli fa, quando alcuni filosofi, storici e scrittori russi, fondarono la prima scuola di russo a Capri. Arrivano in Italia scrittori come Plechanov, Lopatin, Kropotkin, ma soprattutto Maksim Gor’kij ed entrarono in contatto con gli intellettuali italiani. Nasce una nuova scuola a Bologna ed emerge la figura di Alezander Bogdanov.

Il pensiero politico e sociale dei filosofi russi in Italia è stato raccolto nel 1915 da un giovane studente universitario e giornalista di nome Gramsci che nel 1919-1920 introdusse all’interno delle fabbriche italiane

i Consigli di fabbrica. Attraverso le sue lettere sappiamo che molti libri sono stati realizzati in Italia, nel 2022 alcuni di questi lavori sono stati ripresi da famosi scrittori e storici come Carlo Rovelli con l’opera dal titolo “Helgoland”. “Alle armi della comunicazione” ed in modo sincronizzato, l’immagine del nemico viene trasmessa, diffusa con continuità in tutto il circo mediatico italiano. Politici e giornalisti hanno espresso il più basso livello della politica e della comunicazione mai vissuta prima. A loro il ruolo di diffondere false notizie, creare i buoni e i cattivi ed individuare gli “amici del nemico” da donare in pasto dell’opinione pubblica.

Alla sudditanza viene imposta una sola condizione “i russi sono gli aggressori, dobbiamo aiutare gli ucraini, sosteniamo l’esercito e mandiamo armi e soldi”. L’impegno dei canali televisivi, radiofonici e dei giornali è uniformato, condito da ripetute false notizie, nonostante fossero svelate come tali, sono ritrasmesse.

Non riesco a darmi una risposta, alla Rai mancano le risorse? Non hanno mezzi e uomini preparati per fare un’informazione basata sulla neutralità?

Le vittime da sacrificare sono immediatamente individuate e messe alla gogna, la collega Barbara Spinelli per un’ articolo letto da un addetto stampa dell’Ambasciata Russa a Roma, mettendo “like” il partito di maggioranza al governo, il PD chiedeva una interrogazione parlamentare. Marc Innaro, da 18 anni a Mosca come corrispondente della Rai, dopo poche apparizioni al TG è stato accusato di essere troppo filo-Putin e puntuale arriva la decisione di fare rimpatriare tutti i corrispondenti Rai dalla Russia. L’azienda ha motivato il ritiro di tutti i corrispondenti per tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto, a seguito della dichiarazione di Putin, pronto a punire i fabbricanti di notizie false sulle operazioni militari in corso. E’ un’ammissione di colpa quella dei dirigenti Rai, ma nessuno potrà farmi cambiare opinione nei confronti di Marc Innaro quale professionista preparato ed onesto. Dopo 25 giorni la RAI ha nuovamente inviato alcuni corrispondenti ma non Marc Innaro. “Alle armi” delle opinioni e come abbiamo già vissuto durante l’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 ci ritroviamo nella stessa arena per rispondere ad un solo quesito: “stai con la Russia o con l’Ucraina”. Non poteva essere diversamente, perché non abbiamo un governo e la folla rumorosa di uomini e donne, frequentatori dei palazzi di Roma, è genuflessa alla sete di potere degli USA.

Sono stati cancellati anni di buona diplomazia e negli ultimi giorni qualche secolo di amicizia tra l’Italia e la Russia.

“Gli Stati Uniti non hanno mai dato spiegazioni sul, perché considerassero inaccettabile un’Ucraina neutrale. Si sono limitati a dire che la questione non era all’ordine del giorno ma per anni hanno continuato ad armare l’Ucraina. Ora si è scatenato un conflitto assurdo ma mi domando se Stati Uniti ed Europa non ne siano collettivamente responsabili insieme alla Russia. “Come ministro degli Esteri ho partecipato a numerosi incontri con i ministri Primakov e Ivanov, e il segretario di Stato americano, Madeleine Albright, e posso affermare che il pensiero dei russi non è mai cambiato. Avere delle basi Nato lungo i 1500 km del confine ucraino, per la Russia è sempre stato inaccettabile. Da qui nascono le paure di Putin, ignorate dagli Usa”. (cit Lamberto Dini)

“Nel 2008 votammo un ordine del giorno per non annettere la Georgia e l’Ucraina alla Nato. Non ce l’hanno imposto i russi, era una volontà di tutta l’Europa per lasciare un Paese cuscinetto”. (cit. Romano Prodi). Riemerge la storia dai colleghi del DerSpiegel, il 6 marzo 1991 ci fu un incontro tra i rappresentanti dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania.

Durante i lavori furono presentate da alcuni paesi dell’Est Europa richieste di entrare nella Nato, senza esitazioni giudicate inaccettabili. Il rappresentante degli Stati Uniti, Raymond Seitz, avrebbe dichiarato: “abbiamo promesso ufficialmente all’Unione Sovietica che non intendiamo sfruttare sul piano strategico il ritiro delle truppe sovietiche dall’Europa centro-orientale e che la Nato non dovrà espandersi al di là dei confini della Geramania.

Dal 1991 dopo la formazione dell’ampia alleanza internazionale di Stati ed eserciti per aggredire l’Iraq, gli USA si ripetono, manovrando gli Stati membri della Nato, portano al completamento la loro espansione ad Est moltiplicando il numero di basi Nato ed USA, lungo tutto il vicino confine Russo, basta guardare una cartina di geopolitica ed appare l’accerchiamento della Nato e degli USA. La Russia non è in questo contesto un aggressore ma è in una posizione difensiva. Come sudditi, l’Italia non ha fatto nessuna scelta, continua ad essere genuflessa. Siamo in guerra in un conflitto dalle dinamiche geopolitiche in continuo cambiamento e ad un tiro di schioppo dal rischio di un allargamento ad altri paesi e poi all’Europa, la terza guerra mondiale. Il tavolo dei negoziati tra Russia e Ucraina deve essere l’unico interesse per la politica e il circo mediatico e gli unici rappresentanti, ad offrire garanzie sulla neutralità dell’Ucraina sono gli Usa, la Nato e l’Europa, il presidente Zelensky oggi, a seguito del conflitto armato, non ha nessuna garanzia da offrire alla Russia.

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