I segnali di una escalation della guerra purtroppo ci sono e non sono pochi, provengono dalle parti coinvolte nel conflitto armato ma anche dagli alleati Nato.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per la coscrizione immediata di 134.500 cittadini tra i 18 ed i 27 anni mentre il Dipartimento di Stato Usa invita i suoi cittadini presenti in Russia e Bielirussia ad abbandonare immediatamente questi paesi.
Entrambi i paesi non hanno più contatti diplomatici e telefonici.
La Gran Bretagna è pronta a consegnare all’Ucraina missili terra-aria anti nave. L’assistenza includerà la fornitura di sistemi di difesa aerea e costiera, artiglieria a lungo raggio e contromisure per le batterie, oltre a veicoli corazzati, non meglio precisati e un maggiore supporto logistico. Queste nuova decisione è confermata dalla Reuters.
Non è specificato nel dettaglio la tipologia dei nuovi armamenti, in modo particolare le batterie di missili ma in precedenza nel Regno Unito è stata discussa e ora decisa la questione del trasferimento di un piccolo lotto di missili che possono essere lanciati da installazioni fisse a terra. Tenendo conto dei missili in servizio con il Regno Unito, la portata può raggiungere i 120 km. La Russa non ha ancora reagito alle nuove dichiarazioni di Londra, purtroppo, questo nuovo scenario verrà considerato dalla Russia come un’escalation diretta, le conseguenze non le conosciamo, possiamo solo immaginarle ma sicuramente andranno nella direzione dell’Inghilterra e altri paesi della NATO.
L’impegno di Londra è totale in questo conflitto e lo possiamo leggere sul Times, cita fondi del governo e raccomanda all’Ucraina di non concludere ora accordi con la Russia. La posizione di Londra è sempre più dura rispetto a Washington, Parigi e Berlino. Le autorità britanniche ritengono che gli accordi possano essere firmati solo quando Kiev “sarà in una posizione più forte possibile”. Londra teme che Stati Uniti, Germania e Francia possano spingere l’Ucraina a fare concessioni significative alla Russia. Continua il Times, Boris Johnson sostiene anche una maggiore pressione delle sanzioni sulla Federazione Russa fino a quando “le truppe russe non lasceranno l’Ucraina, inclusa la Crimea”.
Il presidente ucraino Zelensky ha affermato che non ci saranno concessioni territoriali alla Russia: la Crimea e il Donbass devono essere ucraini Nel suo ultimo discorso, Zelensky ha affermato che non ci possono essere compromessi con la Russia su questioni di integrità territoriale. La Crimea e il Donbass, secondo Kiev, devono restare ucraini. Allo stesso tempo, l’ufficio di Zelensky prevede di continuare i negoziati con la Russia. I nuovi negoziati, in video conferenza sono iniziati questa mattina.
Alla video conferenza è intervenuto anche il ministro degli esteri russo Lavrov in merito ad un attacco con elicotteri in territorio russo dove è stato colpito un deposito di carburante: “l’attacco a Belgorod peserà sui colloqui”. In altra conferenza stampa sempre il ministro Lavrov ha dichiarato, “per quanto riguarda l’uso di rubli e rupie nelle nostre transazioni commerciali internazionali, vorrei ricordare che molti anni fa abbiamo iniziato a muoverci nelle nostre relazioni con l’India, la Cina e altri paesi per abbandonare il dollaro e passare sempre più alle valute nazionali. Questa tendenza, penso, continuerà e si intensificherà, è naturale e ovvio.
La crisi economica in Europa
Dall’Europa o segnali non sono assolutamente distensivi, crisi economica e politica ma alla Germania interessa molto quanto accade per il gas: il gigante chimico tedesco avverte del “collasso totale” se l’approvvigionamento del gas russo si dovesse arrestare. L’amministratore delegato della multinazionale tedesca BASF, è molto preoccupato “in poche settimane ci sarà il fermo della produzione”. Anche i sindacati industriali tedeschi hanno denunciato un rischio di interruzione della produzione di acciaio, prodotti chimici e carta entro poche settimane se Berlino decidesse di interrompere l’importazione di energia dalla Russia. Le dichiarazioni sono confermate da Bloomberg.
La questione dei profughi ucraini peggiora di ora in ora e la Polonia, uno degli Stai maggiormente coinvolto inizia a battere i piedi: e chiede all’UE 2 miliardi di euro per il mantenimento dei rifugiati ucraini.
La Cina spesso in silenzio, nelle poche note ufficiali conferma la collaborazione con la Russia ed a tutti i livelli sono impegnati per la costruzione di nuovi sistemi di pagamento che includono entrambi le monete nazionali. Il ministro degli Esteri cinese si è rivolto alle Nazioni Unite: “si devono studiare i materiali forniti dalla Russia sui laboratori biologici statunitensi in Ucraina e fornire loro una valutazione professionale.
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