La piaga della mafia nigeriana in Italia: quale trade-off?

L’aspetto criminogeno dell’immigrazione selvaggia

di Giusy Calabrò

Ormai nell’Italia dell’immigrazione selvaggia la minaccia della mafia nigeriana gestisce i settori abbandonati da “Cosa Nostra”: tratta di esseri umani, estorsioni, traffico di organi e stupefacenti. È appurato come in Italia il germoglio criminale nasca nei centri di accoglienza, mentre l’humus in grado di alimentarlo siano gli sbarchi: solo nel 2019 i detenuti nigeriani erano 1.604. Nonostante il livello organizzativo della “piovra nera” sia elementare, rispetto a quello della mafia nostrana, costituisce un’insidia europea in quanto aggregatore sociale: una “tassa di iscrizione” suggella il vincolo segreto, finanzia gli adepti e il welfare dei carcerati. Diffusasi nel Settentrione (Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna) verso la fine degli anni ’80, negli anni ’90 estende l’operatività nel Centro-Sud, innanzitutto in Campania. Metodo di transazione utilizzato è l’hawala (sulla fiducia): niente banche, ma una fitta rete di corrieri in vari Paesi che fanno rimesse. L’emigrato versa il denaro all’interno dell’esercizio commerciale con analogo sportello in Nigeria, dove la somma viene ritirata con una password comunicata per telefono o altri sistemi. Sua propaggine è costituita dalla gestione della prostituzione (il 60% in Italia) capeggiata dalle maman, le quali reclutano le ragazze in Nigeria. Le minorenni, dopo il rito di fidelizzazione ju-ju (similare al voodoo) del native doctor (con cui si impegnano a restituire i soldi alla madame), giungeranno in Italia per essere assegnate a joint (posti sui marciapiedi). Col sistema delle contribution le maman e le prostitute versano in una cassa comune parte dei loro proventi che serviranno per gestire le future adepte. L’attività investigativa nell’ambito inizia sempre dalla denuncia di una prostituta (intervista all’isp. D.G. 2020). La “mafia di Langtan” nasce tra gli anni ’70 e ‘80 nei campus universitari dove gruppi di studenti di etnia Ibo e Yoruba riuscirono a garantirsi la protezione dello Stato grazie a uno scambio di favori in un periodo di crisi interna. Tra i principali cults (gruppi criminali nigeriani) spiccano Maphite, Eiye, Black Axe e Viking. I “gruppi cultisti” sono stati riconosciuti da pochi anni come organizzazione mafiosa per la struttura gerarchica, nonostante non operino su larga scala, ma siano diffusi come microcriminalità improntata sulla rivalità etnica fra cults (D.G.).
Tra i vari cults dislocati nel territorio italiano spicca The Supreme Eiye Confraternity (S.E.C. o Eiye), strutturato in articolazioni nazionali (Aviary) e sezioni provinciali o locali (Nest). Fondata come confraternita studentesca negli anni ’60 oggi è un’organizzazione criminale con referente locale: D.P.O. o Ebaka che si avvale della mediazione del Flying. Entrambi esercitano un forte controllo gerarchico sugli adepti curandone selezione e arruolamento e sanzioni. Loro tratti distintivi sono il basco azzurro con bordi neri e il simbolo dell’aquila.
I luoghi di incontro delle confraternite possono essere i loro luoghi di culto evangelico-pentecostali, oppure garages, scantinati, negozi etnici o abitazioni private.
Sotto il profilo organizzativo sono previsti “capi nazionali” e “capi locali” (lord) da cui dipenderebbero i “picchiatori” (butchers o sluggers), spesso incaricati di spedizioni punitive violente. I lord avrebbero l’incarico di arruolare i nuovi adepti minacciando i riottosi di violente ritorsioni. “Maphite” (“Maximo Academy Performance Highly Intelectual Empire”), confraternita fondata nel 1978 in Nigeria, è la più pericolosa; contraddistinta per violenza e spaccio e operante mediante giovani “corrieri” (DIA 2019). È la più similare ad Eiye per il respiro transnazionale e il legame con l’immigrazione clandestina e la contraffazione di
denaro. Da una relazione intitolata “Neo Black Movement of Africa” si apprende come il gruppo sia stato costituito in Nigeria a Benin City nell’a.a.1976/77. Sono quattro le famiglie del Maphite che operano in Italia: “Famiglia Vaticana” (Emilia Romagna, Toscana e Marche), “Famiglia Latino” (Piemonte, Liguria, Lombardia) “Famiglia Roma Empire” (Lazio, Campania, Abruzzo, Calabria) e la “Famiglia Light House of Sicily” (Sicilia, Sardegna). Se Maphite ha un capo nazionale ogni famiglia ha il Don in Council, mentre in ogni regione esiste un coordinatore delle attività illecite sulle zone di competenza (Coordinator in Council) che è a diretto contatto con il don nazionale. Le loro attività malavitose sono demandate a sezioni: “Tyrus”, addetta al narcotraffico, “Jazibel-Rhaba” alla prostituzione, “Mario Monti” al movimento di denaro, “Canaland” alle estorsioni. Nel territorio italiano i cults hanno acquisito un ottimo livello organizzativo per le specializzazioni, l’atteggiamento camaleontico, la coesione e le capacità innovative. In Nigeria la loro versatilità è correlata alle problematiche socio-politiche interne: struttura indipendente e frammentaria di tre macroregioni (Northen Region, Western Region, Eastern Region), alto aumento demografico, varie realtà tribali e lobbiste locali (250 etnie), buon tasso di alfabetizzazione e alto indice di disoccupazione con un forte debito estero e una moneta (naira) debole. Tali fattori di debolezza strutturale, l’assenza di progettualità economiche differenziate e il sistema omertoso e transnazionale delle lobbies definiscono l’orizzonte europeo della minaccia per il ricorso a forme organizzative orizzontali e trasversali (civili e militari) che controllano i mercati globali in uno spazio politico-affaristico ufficializzato, dove la visibilità dei cults serve a nascondere il loro substrato delinquenziale. Sotto l’aspetto criminale i nigeriani hanno acquisito una posizione competitiva in vari ambiti, soprattutto nello spaccio, dove adottano il sistema “a grappolo” e “della formica” con corrieri incaricati di trasportare piccole quantità di droga (ovuli) o occidentali incensurati (meno soggetti a controlli) che utilizzano varie rotte d’ingresso. Sempre più nigeriani investono in attività commerciali (settore alimentare etnico), imprenditoriali, phone-center e money-transfer attraverso cui controllano i circuiti delle rimesse in patria e supportano le filiere illegali estere. Contrastare le attività criminali della mafia nigeriana in Italia è una priorità. Le tensioni etniche e sociali in Nigeria e la sua duttile morfologia organizzativa determinano logiche globaliste che sfruttano la vulnerabilità dei Paesi ospiti. Occorrerebbe una pianificata attività di intelligence e una task force specializzata per contrastare i cults e creare interscambi con le autorità africane.

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3 Commenti

  1. 2. The Elephant In The Room! Seconda Parte.

    Esempio Emblatico di Forte Legame fra Servizi Segreti e Criminalità Organizzata.

    “In questo ultimo periodo – ha ricordato Scarpinato – sono stati acquisiti una serie di elementi, tra cui anche intercettazioni e non solo dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che hanno aperto una nuova fase storica. La prima fase storica era quella secondo cui Cosa nostra non esisteva, ma era una galassia di bande criminali. La seconda fase storica era quella secondo cui Cosa nostra esisteva ma era composta solo da personaggi come Riina e Provenzano e non c’entravano i colletti bianchi. La terza fase storica era quella secondo cui c’erano avvocati, imprenditori, mele marce. Ora la nuova fase è quella secondo cui Cosa nostra, per alcuni omicidi e strategie, ha agito in convergenza di interessi a volte come braccio armato ma a volte in contrasto con i propri interessi per conto di interessi di altri. Ad esempio l’anticipazione della strage di via d’Amelio va contro gli interessi di Cosa nostra perché pochi giorni dopo doveva decidere se confermare o meno il decreto legge Falcone che dopo la strage di Capaci aveva introdotto il 41bis. Ed è stato accertato che c’era una maggioranza di Governo che per motivi di garantismo non voleva convertire quel decreto legge. Bastava aspettare una decina di giorni e il decreto legge non sarebbe stato convertito e il 41bis non sarebbe mai entrato in vigore. E invece Riina fa qualcosa che è incomprensibile tant’è che Cancemi dice ‘questo fa interessi di qualcun’altro’, e anticipa la strage. Questo è un caso in cui c’è un interesse che non è convergente ma si sovrappone quasi in contrasto con Cosa nostra”. Roberto Scarpinato, nella puntata di Atlantide, la trasmissione condotta da Andrea Purgatori ed andata in onda la sera del 5 maggio 2021 su La7.

    Riferimento:

    https://www.antimafiaduemila.com/rubriche/giorgio-bongiovanni/83651-asse-mafia-servizi-per-le-stragi-con-messina-denaro.html

    Persino Felice Maniero nell’intervista che fece con Saviano ne accennò signifivativamente dei rapporti fra servizi segreti e crminalità organizzata. ma Saviano passò avanti come se nulla fosse!

  2. The Elephant In The Room! Terza ed Ultima Parte.

    3. “Le Isole del Tesoro che finanziano l’egemonia mondiale”

    Più della metà del commercio mondiale passa attraverso i paradisi fiscali. Oltre la metà di tutti gli attivi bancari e un terzo dell’investimento diretto estero effettuato dalle imprese multinazionali vengono dirottati offshore. L’85% delle emissioni bancarie ed obbligazionarie internazionali si svolgono in una zona protetta, fuori controllo. Finanza-fantasma, un volume economico mostruoso: pari a un terzo del Pil mondiale. Secondo l’Fmi, è il fatturato-ombra dei soli piccoli centri insulari. Sono le “Isole del tesoro” svelate dall’inglese Nicholas Shaxson, autore di un singolare libro-denuncia. Cifre impietose: a possedere società off shore è l’83% delle maggiori impresi statunitensi e, secondo “Tax Justice Network”, il 99% di quelle europee. Isole protette da legislazioni opache: non solo isolette caraibiche, ma grandi isole famosissime: come Manhattan o la stessa Gran Bretagna, dove nel 2007 sempre il Fondo Monetario Internazionale ha individuato una giurisdizione segreta.

    «La giurisdizione segreta – scrive “Megachip” nel presentare il libro di Shaxson – serve a diverse cose: evasione, elusione, irrintracciabilità dei soci di una impresa, irrintracciabilità dell’origine dei flussi finanziari, riciclaggio, false fatturazioni ed altre pratiche spinte». Tra queste, scambi di favori con i narcotrafficanti, piazzisti d’armi, corruttori e tangentari di varia taglia che si comprano i loro rappresentanti all’interno del sistema politico, inclusi «monarchi, generali, dittatori sanguinari e conduttori di “Stati canaglia”». L’off shore, continua “Megachip”, è la concreta condizione di possibilità perché esista sia la globalizzazione del traffico delle merci, sia la costituzioni di multinazionali, sia più di ogni altra cosa, la globalizzazione finanziaria, nonché il riciclaggio dell’economia del debito. Queste “giurisdizioni segrete” sono circa 60. I due gruppi principali, secondo Shaxson, sono quello britannico e quello americano.

    Proseguimento:

    https://www.libreidee.org/2012/08/le-isole-del-tesoro-che-finanziano-legemonia-mondiale/

    3A. Vedasi anche ottima recensione del Dott. Pier Luigi Fagan:

    https://pierluigifagan.wordpress.com/2012/12/17/le-isole-del-tesoro/

    Breve commento.

    Chiunque se lo compra e lo legge per intero questo libro si potrà facilmente rendere conto che l’Italia a livello di corruzione ed evasione è una ladra di galline rispetto ai pirati finanziari della globalizzazione che vedono ai primi posti USA e UK e in cui si riciclano anche un mare di miliardi di dollari provenienti da traffico di droga e armi in giro per il mondo, that’s it!

    4. Breve commento finale.

    Criminalità organizzata e servizi segreti sono due facce della stessa medaglia, lavori sporchi a favore delle elites dei paesi coinvolti, ovviamente TV e giornaloni danno in pasto all’opinione pubblica dei paesi occidentali solo le punte dell’iceberg, tutto il resto dell’iceberg che è a dir poco gigantesco TV e giornaloni lo riescono a nascondere ancora molto bene, chissà come mai….!!

    Cordiali saluti e buon fine settimana.

    Fabrice

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