Il mosaico dei colpi di stato in Italia: dallo stato di diritto all’autocrazia

Mafia e terrorismo 50 anni di omicidi di magistrati fedeli alla Repubblica e alla sua Costituzione

di Lorella Presotto

Anche se il regime esiste da decenni, i più se ne sono accorti quando ormai il comportamento è divenuto evidente, ma è dal 2012 (Governo Monti) che si è instaurato. Si rammenti la modifica dell’articolo 18 con la Legge Fornero, poi successivamente, nel 2014, abrogato dal Governo Renzi.

Il quinquennio successivo alle politiche del 2013 (2013-2018) è servito al Partito Democratico e ai suoi alleati, che nel 2013 uscì vincitore dalle elezioni, a mettere propri uomini nello stato profondo (deep state) e a posare i primi mattoni legislativi per l’instaurazione di un governo globalista a trazione anglo americana.

Credo che ancora oggi, tanti non abbiano percezione di cosa sia accaduto intorno a loro negli ultimi quarant’anni.

Diffidare è il primo dovere di ogni cittadino (cogito ergo sum, diceva il filosofo). Informare è il successivo. Il Regime che si è instaurato, propaganda attraverso i suoi mezzi notizie indorate ben lontane dalla realtà. Quando il cittadino se ne accorge è troppo tardi per tornare indietro.

L’abbattimento della Costituzione della Repubblica Italiana cominciò in sordina nel 2001, con la riforma del titolo V e dell’abrogazione dell’articolo 130 (Co.re.co).

Il Co.re.co (Comitato Regionale di Controllo) era il braccio nelle Regioni della Corte Costituzionale, che eseguiva il controllo di legittimità costituzionale.

Se una legge non era in linea con la Costituzione il Coreco non dava autorizzazione alla sua emanazione. Era un grosso ostacolo per le elite speculative. Così cominciò la propaganda “dell’ente inutile” in cui i cittadini caddero a “babbo morto” come si dice in Toscana.

Il prof. Di Siervo, allievo del Costituente Prof. Paolo Barile, allora Presidente della Corte Costituzionale, insorse contro l’abominio rilasciando dichiarazioni ai giornali e facendosi intervistare dalle televisioni.

Pochi riuscirono a comprendere quale grave ferita fosse stata inferta alla Costituzione. Molti fecero spallucce. Altri caddero nella rete propagandistica del Federalismo. Ma di Federalismo non si trattava.

E’ un metodo ormai ampiamente sperimentato. La propaganda avviene attraverso il servizio informativo nazionale, totalmente nelle mani della politica di Governo, la quale prende ordini dalla finanza speculativa, che si appropria con l’inganno, giorno dopo giorno, di beni pubblici e privati.

E’ un mosaico, al posto delle tessere di vetro vengono fabbricate ad hoc leggi e regolamenti, che apparentemente vengono emanate per l’interesse collettivo, ma in realtà perseguono un interesse privatistico elitario.

Tutto però comincia molti anni prima. La prima tessera del mosaico fu collocata nel 1976 con l’omicidio del primo magistrato italiano Francesco Coco. Il primo di una lunga serie di omicidi dei magistrati fedeli alla Repubblica e alla sua Costituzione.

Venticinque magistrati integerrimi che caddero in agguati mafiosi o terroristici tra il 1976 e il 1992: Francesco Coco, Agostino Pianta, Pietro Scaglione, Francesco Farlaino, Vittorio Occordo, Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione, Fedele Calvosa, Emilio Alessandrini, Cesare terranova, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Guido Galli, Mario Amato, Gaetano Costa, Gian Giacomo Ciaccio Montalto, Bruno Caccia, Rocco Chinnici, Alberto Giacomelli, Antonio Saetta, Rosario Angelo Livatino, Antonio Scopelliti, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino.

La seconda tessera si collocò con il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro nel 1978.

Queste due offese alla Repubblica, unitamente al clima di terrore che si impose in quegli anni, posero la prima base del cambiamento radicale che le élite avevano pianificato decenni prima.

La società del dopo guerra, capace di imbracciare le armi per la difesa della Patria, fu piano piano sostituita con una società che abiurava l’uso della forza per la difesa delle libertà e dei diritti.

Si spacciò la mansuetudine come processo di civilizzazione.

Nel 1981 un’altra tessera del mosaico: il divorzio tra Banca d’Italia e il Ministero dell’economia e delle finanze. Pur mantenendo lo status di Istituto di diritto pubblico, essa verrà normata con leggi comunitarie/italiane che permetteranno l’acquisizione di pacchetti azionari da parte di banche e assicurazioni private. Il controllo della moneta così non sarà più sotto il controllo diretto dello Stato.

Nel 1992, con l’omicidio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (titolari di grosse inchieste su mafia e riciclaggio), si chiudeva la prima fase dell’operazione italica, e contemporaneamente se ne apriva un’altra nello stesso anno sul Britannia, il panfilo dei monarchi inglesi.

Sul Britannia furono decisi: Mani Pulite che sarebbe servita a far fuori i politici dissidenti e in particolare i membri del Partito Socialista da sempre contrari al Patto Atlantico, liberismo e globalismo.

Il primo da abbattere era Bettino Craxi al quale gli americani, in primis, non avevano perdonato il respingimento a Sigonella.

Ma il 1992 è anche l’anno della sottoscrizione del Trattato di Maastricht, l’inferno europeo nel quale siamo intrappolati da oltre trent’anni.

Nel 1993, con il TUB – Testo Unico Bancario emanato da Mario Draghi, viene di fatto abrogata la Legge Bancaria del 1936 che prevedeva che Banca d’Italia fosse un istituto di diritto pubblico nelle piene mani dello Stato ed abrogata la separazione bancaria, che prevedeva che gli istituti di credito che si occupavano di risparmio e credito fossero separati anche di fatto dalle banche d’affari (speculazione finanziaria).

Si perfeziona così l’operazione iniziata nel 1981, con la separazione di Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro.

Da quel momento inoltre, i risparmi degli italiani non saranno più tenuti al sicuro dalle speculazioni come era avvenuto nei sessantanni precedenti.

Nel 2001 comincia la demolizione dell’architrave costituzionale con la modifica del Titolo V e l’eliminazione dell’articolo 130 e quindi del Coreco, braccio della Corte Costituzionale che eseguiva il controllo di legittimità delle Leggi Regionali.

Nel 2012 il Governo Monti con la Legge Fornero modificò pesantemente l’articolo 18 che poi due anni dopo fu completamente abrogato dal Governo Renzi.

Nel 2016, sempre ad opera del Governo Renzi, sulla scia delle disposizioni della BCE del 2012, allora Governata da Mario Draghi dall’Italia fu emanata la Legge sugli NPL (non performing loans).

Si tratta di crediti deteriorati ovvero prestiti e mutui la cui riscossione è considerata a rischio sotto diversi profili. Si tratta in genere di esposizioni degli istituti di credito verso soggetti che, per un peggioramento della propria situazione economica e finanziaria, non sono in grado di far fronte alle proprie obbligazioni e quindi di ripagare nei tempi o negli importi previsti le rate del proprio debito.

Precedentemente a tale legge tali crediti venivano tenuti nel bilancio delle banche, con la nuova normativa viene ordinato che vengano cartolarizzati a società create di proposito , le cd. bad bank, società private iscritte su un unico registro. I crediti vengono acquistati al massimo all’8% del loro valore. La normativa inoltre prevede che la vendita dei beni dati in garanzia possano avvenire in modo diretto, senza un procedimento giudiziale.

Un attacco alla ricchezza privata. Un’altra tessera del mosaico.

Nel 2020 è instaurata la dittatura sanitaria. Il Governo Conte persegue la demolizione della parte di Costituzione posta a salvaguardia dei diritti di libertà personali.

Con la paura e la complicità degli ordini professionali sanitari, la popolazione viene ridotta alla cieca obbedienza, persino all’obbligo di inocularsi sostanze non ampiamente sperimentate. Si vietano tutti i diritti di libertà : circolazione, lavoro, manifestazione.

Nel 2022 il Governo Draghi cerca mediante occultamento delle materie prime e l’incremento dei costi energetici di rendere impossibile l’accesso alla libera impresa e al lavoro, riportando l’Italia ai tempi del diciassettesimo secolo: piena decadenza.

L’ultimo DPCM (n. 133/2022) emanato dal Governo Draghi dimissionario, a camere sciolte, ha lo scopo di instaurare una totale libertà devastante del Governo successivo, mascherata con le parole “interessi nazionali”.

Agendo con poteri straordinari su energie, comunicazioni, trasporti, difesa e ordine pubblico, potranno elidere tutte le libertà costituzionali. Impedire di usare un treno o un autobus; bloccare le comunicazioni; di usare il riscaldamento o il condizionatore; di lavorare ed essere economicamente indipendente e libero.

La legge purtroppo non particolareggia esempi concreti su cui intervenire, ma detta regola generale, che il governo può interpretare/adottare secondo propria discrezione.

Ecco perché dubitare è un obbligo. La libertà non va mai data per scontata, va sempre difesa, ad oltranza.

 

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