C’era una volta l’energia nucleare…

La favola continua!

La fusione fredda e le rinnovabili

di Sergio Pomante

In questi anni ho parlato spesso di energia. Di come sia irreale la mitologica fusione nucleare, di come sia strumentale quella da fissione, di come sia osteggiata ogni forma di Reazione Nucleare a Bassa Energia (LENR), volgarmente definita “fusione fredda”.

Al di là di “banali” questioni scientifiche, il problema è prettamente economico. L’Umanità avrebbe già i mezzi per usufruire di ogni quantità di energia in ogni sua forma. Ma questo non interessa a nessuno! Ciò che conta è il “vantaggio” che ne trae il fornitore. Controllare l’energia vuol dire controllare l’economia di un Paese come di interi Continenti. L’impero USA ha fondato il suo potere sul petrolio e sul dollaro a esso collegato.

L’età della pietra non è finita di certo perché sono finite le pietre! Come del resto l’età del petrolio non finirà per penuria di petrolio! Ma per motivazioni economiche e geopolitiche. Nell’agenda 2030 “è scritto” che l’era del petrolio deve finire perché l’uso dei combustibili fossili produce CO2, pericoloso gas serra che causerebbe “cambiamenti climatici”! Hanno posto il limite per la “emissioni zero di anidride carbonica” (zero carbon) al 2050 e il tempo stringe.

Ce ne dobbiamo convincere, non c’è margine di dialogo e le idee in campo energetico che possiamo trovare nell’agenda 2030 non ammettono alcuna discussione. Idee che ritroviamo anche in ambito Europeo! Di cosa parlo? Ma certo, del nostro caro “nucleare”. Esisterebbe una emergenza climatica, giusto? I combustibili fossili sarebbero da bandire per via della CO2? Non c’è tempo, il mondo finirà nel 2030, dicono! Finiremo sommersi dalle acque degli oceani, il polo sud si scioglierà, e chissà cos’altro… come porre rimedio a tutto ciò? In pole position troviamo il nucleare! Certo, non produce anidride carbonica, ma, a meno di miracoli tecnologici dell’ultimo minuto, da qui al 2050 è del tutto irreale anche soltanto incrementare di 10-15 punti percentuale la produzione di energia elettrica da nucleare! Figuriamoci porre rimedio al presunto riscaldamento antropico dovuto alla “disgraziata” anidride carbonica! Mai nessuno che si preoccupi semplicemente dell’inquinamento atmosferico e/o ambientale, quello sì dannoso per la nostra salute!

Per intenderci. Sostituire il petrolio vuol dire sostituire anche i carburanti con i quali muoviamo le nostre auto, le merci, le navi e gli aerei, con i quali ci scaldiamo! Vuol dire sostituire la benzina, il gasolio e il kerosene. Certo, nessuno pensa di poterlo fare solo con il nucleare. Anche i più intransigenti “sacerdoti” dell’atomo ammettono la necessità di fare uso delle fonti rinnovabili e ammettono che in certi casi, come per il trasporto aereo, fare a meno del petrolio sia al momento impossibile! Ma al tempo stesso glissano su ogni problema connesso al nucleare e indicano la Via Maestra come fosse un dogma di fede.

In situazione di emergenza l’ambulanza non rispetta alcun limite di velocità e non si ferma ai semafori, in emergenza si deroga ad ogni “regola” che ci possa far perdere del tempo prezioso! In emergenza, se lo siamo, non penseremmo mai e poi mai all’unica fonte di energia che da qui al 2050 NON potrebbe certamente contribuire in maniera significativa alla sostituzione definitiva del petrolio!

Si dice che da qui al 2030 avremo il nucleare da fissione di 4° generazione! Qualcuno ha mai costruito un reattore a fissione di 4° generazione? Certo che no, né costruito né progettato né finanziato! In otto anni non potremmo costruire nemmeno una “comune” centrale a fissione, figuriamoci decine e decine di fantascientifiche centrali che non esistono!

Abbiamo soltanto dei prototipi sperimentali assolutamente ben distanti dall’essere produttivi.

Ma è ancora peggio. Si dice persino che da qui al 2030 avremo la mitologica fusione nucleare! Passeremmo da un nulla di fatto, dopo 70 anni di inutili ricerche, alla quadratura del cerchio in pochi anni! Come? Perché crederci? Ma perché alcuni privati avrebbero investito un sacco di soldi! Una sfida tecnologica irrisolvibile, che era anche un problema di Fisica Teorica, sarebbe, ora, risolta, perché i privati hanno messo in gioco i loro soldi. Potevano farsi vivi molto prima, perché aspettare l’ultimo minuto?

Abbiamo la startup americana Commonwealth Fusion Systems (CFS) – sede in Massachusetts – che ha appena raccolto più di un miliardo e 800 milioni di dollari, la più grande raccolta di capitale privato in un progetto di fusione nucleare. I fondi sono arrivati anche da GoogleBill GatesGeorge Soros, Marc Benioff e da DFJ Growth, una società di venture capital della Silicon Valley. Incredibile ma vero, il suo principale azionista resta comunque l’italiana ENI, che sostiene la startup dalla nascita, nel 2018.

La “soluzione” che avrebbe cambiato tutto sarebbe l’uso della superconduttività ad alta temperatura, ottenibile con il banale “azoto liquido”, che sostituisce i sistemi criogenici a idrogeno liquido. In questo modo si possono ridurre i costi energetici per tenere acceso il reattore! Oltre a quelli di costruzione e manutenzione. Nel 2021 la CFS ha costruito un generatore di campo magnetico molto più intenso di un tokamak tradizionale. Di modo da ottenere una macchina più piccola, efficiente ed economica. Per il 2025 vorrebbe finire di costruire SPARC, un impianto grande la metà di un campo da tennis, capace di produrre “energia netta positiva”, da cui, entro il 2030, la prima centrale elettrica commerciale alimentata a fusione nucleare.

La CFS non è sola, abbiamo la Helion Energy, con sede a Washington, che ha raccolto 500 milioni di dollari e confida in ulteriori 1700 milioni se manterrà le “promesse”. Questa estate sono riusciti a produrre un plasma a 100 milioni di gradi Celsius e sono convinti di poter arrivare alla tanto agognata “energia netta positiva” entro il 2024.

Ma non basta, abbiamo anche la canadese General Fusion, che ha raccolto 130 milioni di dollari e anch’essa conta di ottenere molti più finanziamenti in caso di successo, avendo alle sue spalle Jeff Bezos.

Poi c’è la californiana Tae Technologies, che l’anno scorso si è messa in cassa 410 milioni di dollari. Uno dei player più recenti è Zap Energy, nata a Seattle, a cui sono stati versati 27,5 milioni di dollari a maggio 2021.

C’è molto entusiasmo nel settore, senza dubbio, ma arriva dai soliti canali finanziari a cui piace speculare, e con poco occhio ai bisogni del Pianeta. Oggi, nel mondo, ci sono una quarantina di società dedite alla fusione nucleare, collocate soprattutto negli Stati Uniti. C’è molto fumo. Una situazione che ricorda i fasti della New Economy di 22 anni fa e sappiamo tutti com’è andata a finire, molti venture capitalist hanno ottenuto profitti da capogiro! Qui certamente la posta in palio è ben più alta.

Io non posso certamente esser certo che si tratti solo di una speculazione, magari hanno ragione loro e per il 2030 avremo la tanto agognata fusione nucleare. Nel frattempo posso ricordarvi che l’Umanità ha sempre avuto a disposizione un reattore a Fusione Termo-Nucleare dal quale attingere tutta l’energia di cui ha bisogno. Lo ha adorato come Dio, su di esso ha costruito miti e religioni, si chiama SOLE!

La nostra Stella ci dà, gratis, tutta l’energia di cui avremmo bisogno. Ma noi siamo tanto stupidi da ammazzarci tra noi per il controllo di fonti di energia chimica che sono solo e soltanto un surrogato del Sole. Abbiamo bisogno di una rivoluzione socio-economica prima ancora che Scientifica!

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