Rapimenti e omicidi: i desaparecidos dell’Ucraina antifascista

In memoria del massacro di Odessa maggio 2014

di Enrico Vigna

Il 24 marzo, Gennady Matsegora, sindaco di Kupyansk, nell’Ucraina nord-orientale, ha rilasciato un video (sotto) in cui si appellava al presidente Zelensky e alla sua amministrazione per il rilascio di sua figlia, che era tenuta in ostaggio per ricattarlo, dagli agenti dell’intelligence ucraina SBU, che lo accusano di tradimento per aver negoziato con le forze russe la salvaguardia della cittadina.

Ora è stato arrestato ed è scomparso.

Gennady Matsegora

La più nota attivista ucraina per i diritti umani e sociali, Elena Berezhnaya, è stata arrestata e sequestrata a Kiev il 16 marzo scorso.

Elena Berezhnaya

Elena Berezhnaya, fondatrice e direttrice dell’Istituto di politica giuridica e protezione sociale ucraino, la più nota attivista ucraina per i diritti umani, dal 16 marzo è stata sequestrata, dopo essere stata arrestata dalla polizia nel suo appartamento e portata al dipartimento di polizia del distretto di Goloseevsky, dopo un giorno l’hanno poi portata alla SBU, i Servizi di Sicurezza ucraini, e da allora nessuno sa più niente di lei.

Sei ufficiali della SBU, oppure sei loro armati neonazisti della Difesa Territoriale hanno rapito il noto politologo ed esperto militare, Yuri Dudkin a Kiev. L’unica “colpa” di Dudkin è che si è spesso presentato come un membro della squadra di Viktor Medvedchuk (anch’esso arrestato e picchiato), che era fino a due mesi fa, l’unico partito di opposizione alla Rada, ora anch’esso fuorilegge. È stato duramente picchiato e costretto a fare una dichiarazione anti-russa davanti a una videocamera. Da quel momento il destino del politologo sequestrato è sconosciuto.

Yuri Dudkin

Anche il politologo e presentatore televisivo ucraino Dmitry Dzhangirov membro del movimento “Novyi Sotcialism/Nuovo socialismo”,è caduto nelle grinfie dei neonazisti ucraini. Volutamente non voleva lasciare Kiev, invitando la leadership del Paese al buon senso e a trovare soluzioni negoziali. Ora è tenuto in ostaggio (presumibilmente nel centro di detenzione preventiva della SBU), esprimendo “pentimento” in un video e condannando le azioni della Russia. Anch’egli è stato sottoposto a violenze e ricatti, e la famiglia non ha mai potuto incontrarlo o conoscere dove è detenuto. Sulla pagina Facebook di Dzhanguirov è comparso un video, in cui probabilmente sotto tortura dice cose che non affermerebbe mai.

Vladimir (Vlad) Mulyk

Sequestrato anche il tenente colonnello della SBU in pensione Vladimir (Vlad) Mulyk, ufficiali della SBU lo hanno arrestato a Boryspil (nella regione di Kiev). Negli ultimi 7 anni, Mulyk era invitato come esperto militare sui canali televisivi ucraini e russi. Di cosa sia accusato e i reati a lui imputati, così come dove è sequestrato Mulyk, sono sconosciuti.

Jan Taksyur

I neonazisti hanno rapito anche il famoso scrittore, giornalista e presentatore televisivo 70enne Jan Taksyur. Persone armate hanno fatto irruzione nel suo appartamento di Kiev, presentandosi come ufficiali della SBU e lo hanno portato via in un luogo sconosciuto. “…Il 10 marzo, agenti della SBU con le mitragliatrici sono venuti nell’appartamento dei miei genitori, hanno rubato quasi tutti i soldi e portato via mio padre senza mostrare mandati o notificazioni. Ora non sappiamo dove sia detenuto, mia madre è andata all’ufficio della SBU, dicono che non ne sanno nulla. Non sappiamo dove sia mio padre, non sappiamo di cosa sia accusato. I suoi amici ora stanno cercando un avvocato per sapere dov’è, e conoscere sue condizioni fisiche“, ha detto ai media suo figlio Ilya Taksyur. Tuttora il destino di Tksyur è sconosciuto.

Alexander Karevin

Nello stesso giorno, sconosciuti sono entrati nell’appartamento dello storico e pubblicista di Kiev Alexander Karevin. È uno studioso di scienze teologiche, che ha più volte criticato le azioni delle autorità ucraine. Nel programma di Jan TaksyurIl diritto alla fede”, Karevin ha difeso i canoni dell’Ortodossia e ha dichiarato l’inammissibilità di uno scisma. Il suo destino è sconosciuto.

Spartak Golovachev

Il famoso sportivo di Kharkov, noto atleta ucraino che è stato campione nazionale di apnea, ed ex prigioniero politico nel 2014, Spartak Golovachev, risulta scomparso. Ricercato dalla SBU, negli ultimi anni era attivo in missioni umanitarie verso Slavyansk.

Vladimir Ivanov,

Il 4 marzo è scomparso Vladimir Ivanov, un attivista di sinistra della città di Zaporozhie. Non si sa dove si trovi e il suo account Telegram contiene post che chiaramente non sono suoi.

Il deputato del Partito Socialdemocratico Ucraino, Nestor Shufrich è stato arrestato dal battaglione Teroborona con l’accusa di aver cercato di fotografare un checkpoint. Preso dalla SBU non si hanno più notizie, è scomparso.

foto 10 – 11

Nestor Shufrich

Il 10 marzo a Kiev, Dmitry Skvortsov, un attivista pacifista della Chiesa ortodossa ucraina, è stato arrestato, è riuscito solo a scrivere su Internet: “La SBU sta entrando in casa”. Di lui non ci sono più notizie. Scomparso.

A marzo, un canale Telegram filo-ucraino chiamato White Lives Matter ha pubblicato un video di un soldato ucraino che chiamava i familiari di un prigioniero di guerra russo e li irrideva con la promessa di castrare il prigioniero.

Dmitry Skvortsov

ARRESTATI e TORTURATI

Il 3 marzo nella città di Dnipro, ufficiali della SBU accompagnati da neonazisti di Azov, cinque in tutto, hanno fatto irruzione nella casa dei coniugi Matjuschenko, attivisti dell’organizzazione Livizja (Sinistra). La moglie Maria ha dichiarato che un membro dell’Azovmi ha sputato in faccia e poi mi ha tagliato i capelli con un coltello“, mentre gli agenti della sicurezza dello stato torturavano per oltre due ore suo marito Alexander Matjuschenko, poi con la canna di una pistola alla testa lo costringevano a gridare ripetutamente il saluto nazionalista: “Slava Ucraina!”

Poi ci hanno messo dei sacchetti in testa, ci hanno legato le mani con del nastro adesivo e ci hanno portato all’edificio della SBU in macchina. Lì hanno continuato a interrogarci e hanno minacciato di tagliarci le orecchie”, ha detto la moglie di Matjuschenko al giornale tedesco Junge Welt.

I membri dell’Azov e gli agenti della SBU hanno registrato con i telefonini gli atti di di tortura e pubblicato poi online le immagini del volto insanguinato di

Matjuschenko

Matjuschenko è stato incarcerato con la motivazione che stava “conducendo una guerra aggressiva o un’operazione militare“. Nonostante abbia diverse costole rotte dal pestaggio, gli è stata negata la possibilità di curasi con medici di fiducia. Nel frattempo, dozzine di altri esponenti di sinistra sono stati incarcerati con accuse simili a Dnipro e molti denunciano che: “La guerra viene usata per rapire, imprigionare, persino uccidere membri dell’opposizione, che sono anche solo critici nei confronti del governo“, ha detto a JW un attivista. “Dobbiamo tutti temere per la nostra libertà e per le nostre vite”.

Qui sotto una immagine dei filmati delle torture ad Alexander Matjuschenko, registrata dai membri di Azov e pubblicati sul canale Telegram della città di Dnipro.

Matjuschenko

Matyushenko è un noto antifascista e membro di Livitsya (Sinistra), un’associazione fondata da attivisti di vari movimenti sociali del Dnipro. Il movimento si è sempre impegnato con proteste contro i tagli sociali, i bassi salari, la restrizione della democrazia e l’ uniformazione dei media. Già in passato, Alexander era stato ripetutamente sottoposto a tentativi intimidatori da parte dei fascisti, ma anche della polizia, ha dichiarato la moglie. Matyushenko, è stato poi portato in un centro di detenzione, dove un medico alla fine ha curato le sue ferite: numerose fratture costali, lividi, lacerazioni agli occhi e al viso.

Ancora prigionieri i fratelli Mikhail e Aleksander Kononovich

I due giovani ucraini, nativi di Volyn, erano stati arrestati il 6 marzo dalla SBU. Sono accusati di diffondere opinioni filo-russe e filo-bielorusse e per la loro appartenenza all’Unione della Gioventù Comunista Leninista dell’Ucraina, un’organizzazione messa fuorilegge e dichiarata illegale e terroristica, dopo EuroMaidan. Mikhail ne è il primo segretario. Sono detenuti in un carcere di massima sicurezza, ma della loro condizione si sa poco, se non che sono stati torturati pesantemente per fargli dire i nomi dei loro compagni. I due ragazzi incriminati, infatti, sin dal 2014 sono stati alla testa delle mobilitazioni giovanili e studentesche che tentarono di aprire gli occhi al popolo ucraino sulla vera natura di EuroMaidan. Battaglie che in questi 8 anni sono state attaccate e poi represse nel sangue da Pravi Sektor, Azov e dalle altre organizzazioni di estrema destra, mentre l’Occidente si tappava occhi e orecchie. Noti oppositori del regime di Kiev, sono stati spesso aggrediti e picchiati, e arrestati più volte e anche i loro familiari e amici hanno subito minacce e intimidazioni.

L’SBU ha rapito e picchiato il campione dell’Ucraina di “Sambo” Maxim Ryndovsky

Maxim Ryndovsky

Il tre volte campione mondiale ed europeo, e tre volte campione dell’Ucraina nel “Sambo da combattimento“ (un arte marziale di difesa personale senz’armi), Maxim Ryndovsky è stato sequestrato dai nazisti di Kiev il 6 marzo. In rete è apparso un video del pestaggio del tre volte campione dell’Ucraina, dal video si sente i torturatori che lo stanno picchiando, accusarlo di aver “bevuto e abbracciato coloro che stanno combattendo contro l’Ucraina”. Secondo le informazioni in rete, sarebbero appartenenti del 5° dipartimento di controspionaggio della SBU, ad aver rapito il campione, picchiato e filmato le torture, per terrorizzare l’intera popolazione e coloro che non sono allineati con la giunta di Kiev. La SBU poi ha smentito dichiarando che era stata una operazione delle Unità di Difesa Territoriali. Per levarsi le responsabilità, hanno detto che ci sono gruppi di “vendicatori del popolo”, che compiono rappresaglie extragiudiziali.

Osservando il filmato, si può vedere che Ryndovsky è stato brutalizzato e picchiato e c’è una pozza di sangue sul pavimento accanto a lui.

https://vk.com/video-89049368_456260628

Il 12 marzo, si è saputo dell’arresto del noto politico antifascista ucraino Vasily Volga, dirigente dell’Unione delle Forze di sinistra che aveva da sempre sostenuto lo status neutrale dell’Ucraina, la cacciata dai posti di comando e di governo delle forze neonaziste e fasciste, la loro messa fuorilegge, e la conservazione dello status di la seconda lingua di stato per la lingua russa. Su chi esattamente lo ha arrestato o semplicemente sequestrato, non c’è alcuna informazione. Neanche i familiari hanno avuto alcuna comunicazione con lui. La famiglia ha denunciato che durante il sequestro è stato gravemente picchiato e ferito. Si è poi venuto a sapere che è stato torturato in modo terribile ed è in gravi condizioni. E’per questo che non si è permesso a nessuno di incontrarlo. La sua famiglia è stata minacciata se divulga notizie. Solo pochi giorni addietro, dopo che la Russia ha posto il caso all’ONU, Volga ha ricevuto la visita di un medico, che ha solo dichiarato di averlo curato, senza altre informazioni.

Vasily Volga

Anche i comuni cittadini ucraini sono stati sottoposti a torture e brutalizzazioni dal febbraio scorso. Innumerevoli video sono apparsi sui social che mostrano civili legati ai lampioni, spesso con i genitali scoperti o con la faccia dipinta di verde, donne denudate. Atti perpetrati da volontari neonazisti della Difesa Territoriale incaricati di far rispettare la legge e l’ordine, questi atti di umiliazione e tortura hanno preso di mira tutti, dagli accusati di simpatizzare per la Russia, agli antifascisti, ai rom o parenti di arrestati. Qui sotto alcuni esempi tratti da twitter:

#BREAKINGStreet View di Kiev: un’altra donna è legata a un post come questo. La sua faccia non era dipinta di verde, ma i suoi pantaloni erano stati tolti.

#RussiaUcrainaGuerra #Ucraina #Ucraini #Zelensky pic.twitter.com/525fCVrxgx

— Voce della giustizia delle Nazioni Unite (@TheUN_voice) 3 aprile 2022

Il 4 marzo nella città di Lutsk, l’SBU ha arrestato Oleg Smetanin, violinista della filarmonica regionale di Volyn, accusato di aver dato alla Russia informazioni sull’aeroporto di Lutsk. Proveniente da una famiglia di musicisti, è cresciuto a Lutsk in un micro distretto un tempo abitato dall’esercito sovietico. Si vantava che suo nonno fosse uno scienziato missilistico sovietico e sua madre voleva diventare una pilota. Egli scelse la professione musicale. Smetanin si era diplomato alla Lutsk Music School n. 2, in seguito alla Volyn State School of Culture and Arts intitolata a Igor Stravinsky e all’Accademia nazionale di musica di Leopoli intitolata a Mykola Lysenko. Dopodichè ha iniziato a fare numerosi concerti in Russia e in Europa.

In un video girato dalla SBU, dove si può rilevare che è stato picchiato, dichiara di essere stato una spia russa e di chiedere scusa al popolo ucraino. Di lui non si hanno notizie di dove è detenuto.

Oleg Smetanin

L’11 marzo a Odessa, l’SBU ha arrestato Elena Viacheslavova, la figlia di Mikhail Viacheslavov, bruciato vivo dai nazisti ucraini il 2 maggio 2014, nella Casa dei sindacati di Odessa. Sul sito dei giornalisti dell’opposizione ucraina “La Voce della Verità“, si denuncia che:” L’unica colpa di questa donna è che è la figlia di Mikhail Vyacheslavov, ucciso il 2 maggio alla Casa dei Sindacati nel 2014 e ha sempre partecipato a manifestazioni in memoria del 2 maggio sul campo Kulikovo a Odessa, e che, nei suoi social network, da credente, esprimeva fiducia che gli assassini prima o poi sarebbero andati all’inferno. Per questo sono venuti da lei… ”.

Dopo maltrattamenti e pressioni la SBU ha costretto la Vyacheslavova di registrare in video un appello con …scuse all’Ucraina: “ Io, Vyacheslavova Elena, condanno l’aggressione russa, Odessa è una città ucraina, mi scuso per le mie dichiarazioni sui social network e gloria all’Ucraina!”, la si vede con uno sguardo intimorito e afflitto mentre parla sottovoce alla telecamera, con le mani legate dietro la schiena. Credere alla enunciazione di questo slogan nazionalista è impossibile, ricordando che ella è la figlia di Mikhail Vyacheslavov, bruciato vivo dai nazisti il 2 maggio 2014 alla Casa dei sindacati.

Elena Viacheslavova

Il 15 marzo l’SBU ha arrestato e picchiato

, un rappresentante del partito Shariy nella città di Alessandria della regione di Kirovograd. Il giorno dopo sui social network è apparso un video in cui Khazan, chiaramente sottoposto a maltrattamenti, calunniava il presidente del partito Anatoli Shariy e invitava alla collaborazione con la polizia. “Ero il capo del partito politico “Shariy” nella regione di Kirovograd. Il partito aveva il compito di fare propaganda anti-ucraina su Internet. Dopo l’attacco della Russia alla mia Patria, ho capito appieno il mio errore. Ora considero lo Shariy un ramo della propaganda russa. Da ora rifiuto completamente qualsiasi cooperazione con esso e il suo programma politico“, ha affermato Khazan nel video.

Non si sa dove si trovi attualmente Artem Khazan.

Artem Khazan

Le fonti per realizzare questo articolo provengono da:

Washington Post, Fondazione per la lotta alla repressione, Ucraina, Al Jazeera Ukraine

Mintpressnews, New York Times, 5 – TV, ABC , SOZH Info , Ukraina.ru, Junge Welt, NBC

BBC, Telegram ucraino White Lives Matter Voce della Verità, Ucraina

Data la particolarità delle storie potrebbero esserci degli aggiornamenti

 

 

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2 Commenti

  1. Mi fate sapere la fonte secondo cui la figlia di Gennady Matsegora sarebbe stata rapita? Questa è la prima volta che la sento…

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