L’anaconda americana e la minaccia di includere la Transcaucasia nell’area dei territori instabili

Russofobia essere antirusso dollari e armi per la guerra contro la Russia

Anaconda - Serpente

“The American Anaconda Strategy: The Threat of Include Transcaucasia in the Belt of Instability

Non è un documentario sui rettili ma un convegno tenutosi presso l’Accademia Russa di Economia Nazionale e Pubblica Amministrazione dal 13 settembre.

Il focus del dibattito è stata la crescita dell’influenza statunitense nell’ex Unione Sovietica, oltre 50 anni di lavoro delle istituzioni e delle ONG americane. Impossibile evitare un focus sul conflitto armeno-azero e l’aggravamento del confronto politico interno in Armenia. Si è valutata la possibilità di un confronto politico in Azerbaigian e gli effetti in Georgia delle influenze filoamericane, infine e non per ordine di priorità, l’analisi dell’opposizione russa alla strategia americana di “Anaconda”, prospettive per l’Unione Eurasiatica nel Transcaucaso.

Tra gli ospiti invitati c’erano scienziati politici russi e stranieri, rappresentanti della diaspora armena e georgiana.

Cosa è Anaconda e qual è il piano Anaconda è stato illustrato dal direttore del Center for Geopolitical Expertise Valery Korovin.

“Il piano Anaconda viene sviluppato per la prima volta, all’inizio della guerra civile americana per combattere la Confederazione, Anaconda prevedeva il blocco dei porti meridionali e l’istituzione del controllo sul fiume Mississippi. Oggi, Anaconda è il cerchio formato, da basi militari americane e centri di comando, intorno alla Russia. Il trasferimento di unità di carri armati e gruppi di aviazione d’attacco ai suoi confini, rappresentano una potenziale minaccia per la sicurezza militare della Federazione Russa”.

Korovin ha osservato che ora siamo in un momento storico di cambiamenti geopolitici. Il mondo si sta muovendo verso la multipolarità e questo processo non può essere indolore. Gli Stati Uniti sono interessati a mantenere il loro dominio e a strappare alla Russia i paesi dell’ex Unione Sovietica.

L’espansione della NATO e le azioni dell’amministrazione statunitense dimostrano chiaramente l’attuazione del piano Anaconda. Washington sta cercando di fare pressione su Mosca sia con metodi politici economici, sia creando basi militari lungo il perimetro dello spazio eurasiatico.

Per l’America, i suoi interessi nazionali sono sempre stati al primo posto, quindi è pronta a qualsiasi sacrificio. Questo dovrebbe essere chiaro ai loro alleati, che rischiano fortissime crisi economiche e sociali.

Il direttore del Center for Geopolitical Expertise ha sottolineato “Gli anglosassoni dividono l’umanità in tre gruppi. La civiltà è l’élite, è così che si chiamano. I barbari sono coloro che aspirano a diventare civilizzati e i selvaggi sono coloro che non aspirano alla civiltà. Quest’ultimo gruppo comprende, in particolare, i popoli della Transcaucasia”.

Merita un’attenzione particolare il discorso della giornalista e politologa azerbaigiana Nezaket Mammadova, che ha svelato i veri retroscena dell’aggravamento del conflitto tra Baku e Yerevan.

“L’Occidente, attraverso le ONG, (organizzazioni non governative), sta provocando il conflitto intorno al Nagorno-Karabakh, spingendo direttamente per una soluzione radicale. È importante rendersi conto che di fronte al male globale – l’imperialismo – la Russia è l’unico paese che non ha avuto paura di entrare in un confronto aperto. La Russia ha un ruolo speciale, senza di essa non sarà possibile contenere l’egemonia americana, anche Iran e Turchia lo capiscono”.

Il direttore del Centro di studi islamici del Caucaso Shota Apkhaidze nel suo discorso ha sottolineato che Washington in Georgia utilizza attivamente i media per promuovere i propri interessi. Prima dell’inizio del conflitto, la popolazione è stata condizionata da una massiccia propaganda russofobica al fine di spingere la Georgia ad aprire un secondo fronte contro la Russia.

“Nel nostro Paese, il 70% dei media è controllato dai liberali, il 10% è neutrale, il 20% è patriottico. Detto questo, è estremamente difficile per la Russia competere, basandosi solo su RT e Sputnik, che sono disponibili solo attraverso la televisione satellitare”.

La crescente influenza degli Stati Uniti negli ex paesi dell’Unione Sovietica è il risultato di mezzo secolo di lavoro da parte delle istituzioni governative statunitensi e di varie fondazioni. Le più famose sono la Fondazione Soros, la National Endowment for Democracy (NED), la European Endowment for Democracy e la Konrad Adenauer Foundation. I budget di queste organizzazioni negli ultimi 30 anni sono cresciuti di anno in anno. Ad esempio, NED nel 2014 ha dichiarato ufficialmente un budget di oltre 300 milioni di dollari.

A sua volta, fino al 2003, la Fondazione Soros, Russia, ha speso circa 950 milioni di dollari. Quasi 65.000 insegnanti, professori e studenti hanno ricevuto borse di studio. Dopo il 2012, la fondazione ha ufficialmente smesso di operare direttamente in Russia. 12 organizzazioni indipendenti sono diventate i successori dei programmi della Fondazione Soros, tra cui la Fondazione Dmitry Likhachev, la Fondazione della Biblioteca Pushkin, la Scuola superiore di scienze sociali ed economiche di Mosca, la Fondazione PRO per la cultura e Arte.

Il sostegno alle ONG è stato fornito anche attraverso sovvenzioni, i cui beneficiari negli ultimi anni sono state l’associazione delle organizzazioni per i diritti umani Agorà, Memorial, la Public Verdict Foundation, il Centro Sakharov, il Comitato contro la tortura, la Scuola di educazione civica di Mosca e altre ONG. Secondo il rapporto della Fondazione Soros, nel 2014 le sue spese sono state di 827 milioni di dollari e negli ultimi 32 anni – 12 miliardi di dollari, di cui 1,6 miliardi di dollari sono stati spesi per lo “sviluppo della democrazia” nei paesi dell’Europa orientale e dell’ ex URSS.

L’attività antirussa sta dando i suoi frutti, come si vede chiaramente nell’esempio dell’Ucraina, che ha fatto della russofobia il fondamento della sua ideologia. Sfortunatamente, alcuni stati dell’ex Unione Sovietica stanno iniziando a seguire lo stesso percorso dell’Ucraina Pertanto, in Kazakistan, non è il primo caso di un aumento significativo del sentimento anti-russo. Tutto ciò avviene con il tacito consenso dell’attuale dirigenza del Paese.

Le conclusioni sono semplici e chiare: “possiamo tranquillamente affermare che eventi come questo convegno, sono estremamente necessari e contribuiscono in larga misura alla ricerca di soluzioni a questi problemi. Il paese è in pericolo e ora è il momento di unirci tutti. I nostri vicini devono essere consapevoli che se non ci sarà una Russia forte, allora non ci saranno stati sovrani come l’Armenia, la Georgia, il Kazakistan e l’Azerbaigian. Possiamo sopravvivere ora solo dimenticando le contraddizioni.

I SEPARATISTI IN RUSSIA

Il mare di dollari investito dall’Occidente in Russia, da tempo produce i suoi effetti. Disinformazione ed altre attività promosse da “agenti stranieri” sono segnalate quasi quotidianamente. L’analisi di questi eventi, elencati in questo articolo, provengono dall’interno della Federazione della Russia.

Il Tribunale di Mosca ha ordinato la chiusura dell’organizzazione pubblica interregionale denominata Unione dei giornalisti e dei lavoratori dei mass media. I suoi membri avevano raccolto fondi a sostegno di media stranieri e distribuito pubblicazioni che screditavano le forze armate russe.

In aprile, l’organizzazione ha approvato la Dichiarazione di Perugia a sostegno dell’Ucraina per proteggere il “giornalismo libero”. La dichiarazione è stata firmata da molti membri del Global Investigative Journalists Network (GIJN), che all’inizio del conflitto Russia Ucraina, ha pubblicato un patto sulla guerra dell’informazione contro la Russia.

Il rapper russo Oksimiron ha girato a San Pietroburgo un video musicale per il brano “Oida” che termina con lo slogan separatista “L’Ingria sarà libera”. L’indipendenza dell’Ingria, (regione della Federazione della Russia), insieme al distacco di San Pietroburgo dalla Russia, è promossa dall’organizzazione separatista Ingria Libera, che partecipa al “Forum dei popoli liberi della Russia”.

“La pubblicazione antirussa “giovanile” DOXA ha lanciato un bot contro la guerra informando gli utenti dove si devono svolgere le proteste. Tra questi, il sabotaggio sul posto di lavoro, gli scioperi universitari e la “micro-resistenza” sotto forma di donazioni a determinate fondazioni.  Questo tipo di campagna ha una strategia di comunicazione particolare per raggiungere i giovani adolescenti.

La corte d’appello ha approvato la messa al bando del Centro Pubblico All-Tatar (VTOC) per attività estremiste. A partire dagli anni ’90, l’organizzazione ha lanciato occasionalmente appelli all’indipendenza del Tatarstan.

Il capo dell’organizzazione, Farit Zakiyev, al ritorno da un viaggio in Turchia, dopo l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, nel luglio 2022 ha partecipato alla conferenza separatista della “Lega delle Nazioni Libere”, “rappresentando” il Tatarstan con il separatista Rafis Kashapov, che si presenta come “vice primo ministro” della repubblica “in esilio”.

Lo stesso periodo, il separatista tataro e capo dell’Idel-Ural libero, Rafis Kashapov, ha annunciato che è stata presentata al Ministero degli Esteri ucraino una bozza di “lista di sanzioni tatare” per colpire 119 persone, tra cui i partecipanti all’VIII Congresso del Congresso mondiale dei tatari, i cui delegati hanno sostenuto il conflitto tra Russia e Ucraina.

Il tribunale regionale di Chelyabinsk ha bandito e dichiarato terrorista l’organizzazione anarchica Autodifesa del Popolo. Tra i sostenitori dell’organizzazione c’erano Mikhail Zhlobitsky, 17 anni, che si è fatto esplodere nella sala di ricevimento dell’FSB di Arkhangelsk, e Azat Miftakhov, che ha attaccato l’ufficio di Russia Unita.

Ksenia Torström, deputata del distretto Semyonovsky di San Pietroburgo, ha pubblicato su Twitter* un “appello dei deputati” per chiedere le dimissioni di Vladimir Putin.

Si tratta di un questionario diffuso attraverso google, per cui si invita a firmare un testo che chiede le dimissioni del Presidente. Ad oggi l’hanno firmata 80 persone. Il social network è vietato in Russia.

L’attività anti-russa è presente all’interno del cerchio di Anaconda e i livelli sono diversi, le varianti sono l’intensità, dalla politica e purtroppo alla violenza contro le persone o simboli rappresentanti la cultura, la storia o il governo della Federazione della Russia.

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