di Carlo Martin
Gli avvenimenti corrono ogni minuto, ogni ora, ogni giorno. Si fa fatica a starci dietro tra dichiarazioni, titoli imbarazzanti dei principali giornali mainstream, figuracce dell’Europa e del cancro che ormai la pervade in tutte le sue istituzioni e ciechi sostenitori. Stessa cosa son gli Stati Uniti che sembrano anche loro in balia di eventi e situazioni al limite del tragicomico: non passa giorno che c’è un nuovo ritrovamento di documenti secretati nelle case o garage o cantine della famiglia Biden. Documenti che risalgono a quando Biden era senatore o vice presidente e quindi non aveva ne il potere e ne l’autorizzazione di prendere e portarsi certe informazioni riservate nelle sue dimore. Avvenimenti che in un mondo ideale e legale farebbero arrestare all’istante anche l’uomo più potente al mondo e invece è ancora là a dettare ordini o a fare dichiarazioni imbarazzanti. Perdono pezzi di continuo, hanno perso la camera con le elezioni di mid term, Biden perderà anche un pezzo importante il capo del suo staff Ron Klain che sembra si sia dimesso secondo alcuni media statunitensi. E questa malattia tra mezze sconfitte elettorali, documenti trovati, dimissioni sembra pervadere anche in Europa e nella nostra “vicina” Ucraina. Si sono dimessi i capi delle regioni ucraine di Dnepropetrovsk, Zaporozhye, Kherson e Sumy. Anche il vice capo dell’ufficio di Zelensky, Kyrylo Tymoshenko, ha scritto una lettera di dimissioni. Lo riferiscono media ucraini. Subito Zelensky si è affrettato a scrivere nuovi decreti per richiamare all’ordine il proprio staff, come si fa con i bambini che fanno i capricci.
I nuovi decreti di Zelensky sono i seguenti:
▪ Proibito ai funzionari di viaggiare all’estero per uno “scopo non statale” (ad esempio, in vacanza). Ciò vale anche per i funzionari della sicurezza, i pubblici ministeri e tutti coloro che dovrebbero lavorare per lo Stato;
▪ Ci sono decisioni di personale – alcune oggi, altre lo saranno domani – riguardanti dirigenti di vario livello nei ministeri e in altre strutture del governo centrale e nelle regioni e nel sistema delle forze dell’ordine.
Eppure l’epurazione in Ucraina non si sta arrestando, anzi! Notizia di oggi 24 gennaio son le dimissioni del viceministro della Difesa. In seguito allo scandalo degli acquisti a prezzi gonfiati di prodotti alimentari per l’esercito, si è dimesso il viceministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, che era responsabile della logistica delle forze armate ucraine. Si è dimesso scrivendo di non voler “mettere a rischio le forniture per le forze armate ucraine in seguito a una campagna di accuse relative all’acquisto di beni alimentari”.
E la tragicommedia non si placa ma continua imperterrita tra dichiarazioni, il vertice di Ramstein e la russofobia. E’ come se sapessero di perdere ma ormai vanno fino in fondo come un Titanic, portandosi dietro tutti, ma proprio tutti, tranne chi volevano colpire, ovviamente la Russia.
Il capo dell’ufficio di Zelensky, Andriy Yermak il 23 gennaio ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di diverse centinaia di carri armati, non di 10-20. Il nostro obiettivo sono i confini del 1991”. (n.d.a. Ambizioni di un politico!)
Peccato che al vertice di Ramstein sembra che Scholz (il cancelliere della Germania) rifiuti di fornire i moderni e potenti carri armati Leopard. La notizia è questa: Venerdì 20 gennaio i rappresentanti di oltre 50 paesi riuniti alla Ramstein Air Base, una base aerea militare gestita dagli Stati Uniti nella Germania sud-occidentale, non hanno raggiunto un accordo per inviare carri armati da battaglia in Ucraina, ritenuti dal governo ucraino essenziali per difendersi dall’invasione della Russia e da una probabile nuova offensiva alla fine dell’inverno. La mancanza di un accordo ha varie cause, ma le principali sono state attribuite alla Germania, che dall’inizio della guerra in Ucraina ha in più occasioni esitato nel fornire armi e mezzi, mancando alcune promesse o mantenendole in sensibile ritardo suscitando l’impazienza dei paesi alleati che assistono l’esercito ucraino.
Ma la cosa si fa ancora più incredibile perché la Germania sembra che ha vietato persino ai paesi ai quali ha fornito i tank Leopard di venderli o cederli a sua volta: una clausola contrattuale vieta la vendita a paesi terzi, dei paesi acquirenti, di questi armamenti. Questo per una motivazione strategica anche di produzione di questi carrarmati. Gli Stati Uniti dall’altra parte, al di là delle dichiarazioni di Biden, sembra che non vogliano cedere i tank per il fatto che sono nuovissimi e con tecnologie all’avanguardia e hanno paura che cadono in mano russa (come se i Russi non la avessero già!)
Questi Tank sono in dotazione a 12 paesi europei, tra cui la Polonia, molti dei quali sono pronti per essere spediti in Ucraina. Ma senza consenso tedesco non se ne fa nulla.
Andiamo avanti con il cinema.
Il presidente bulgaro Rumen Radev si è opposto alla fornitura di armi all’Ucraina, dicendo che ciò equivale a “cercare di spegnere il fuoco con la benzina”. Lo ha detto in un’intervista a Darik Radio il 23 gennaio. “Chi non è d’accordo con questa posizione dovrebbe non solo studiare bene le radici storiche del conflitto, ma anche condurre un’analisi di tutti i rischi. Questa è un’escalation fino all’esaurimento non solo dell’Ucraina ma anche dell’Europa”, ha detto Radev.
E in Italia? Non c’è molto da dire ma facciamoci due risate.
La Stampa continua a regalare titoli meravigliosi. Secondo il quotidiano italiano “La Stampa” (del 23 gennaio) la Russia avrebbe più uomini, mezzi e risorse dell’Ucraina e auspica quindi un intervento della NATO nel conflitto per evitare la sicura sconfitta di Kiev. Considerazioni raccolte nei vari socials:
“La Stampa era quel giornale che sosteneva il crollo dell’economia russa dopo poche settimane di sanzioni, che sosteneva che fosse la Russia a bombardare Donetsk e che scriveva che i missili russi si sarebbero esauriti presto. Oggi non solo si sbugiarda da sola, ma auspica anche l’intervento diretto della NATO, cosa che significherebbe lo scoppio della terza guerra mondiale. Ma questo naturalmente il giornale evita di dirlo. Chissà, forse i figli di quelli che lavorano nella redazione di questo quotidiano avranno una esenzione speciale per l’arruolamento che seguirà allo scoppio di un conflitto mondiale. Oppure sanno già dove rifugiarsi per sfuggire ai bombardamenti o alla guerra nucleare.”
E nel resto d’Europa? Beh lasciamo perdere perché ci sarebbe da ridere a crepapelle. Ma ci sono delle dichiarazioni interessanti riguardanti l’Estonia e la Lettonia con la conseguente presa di posizione Russa.
Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sull’abbassamento del livello delle relazioni diplomatiche con la Repubblica di Estonia
Negli ultimi anni, la leadership estone ha intenzionalmente distrutto l’intera gamma di relazioni con la Russia. La russofobia totale, la coltivazione dell’ostilità verso il nostro paese sono state elevate da Tallinn al rango di politica statale. Ora l’Estonia ha compiuto un nuovo passo ostile per ridurre radicalmente le dimensioni dell’ambasciata russa a Tallinn, confermando la linea di deterioramento delle relazioni tra i nostri paesi. In risposta, la parte russa ha deciso di declassare il rappresentante diplomatico in entrambi i paesi a incaricato d’affari ad interim. Il 23 gennaio, l’ambasciatore estone M. Laidre è stato convocato al ministero degli Esteri russo. Ha ricevuto una forte protesta in relazione alle azioni delle autorità estoni. L’Ambasciatore della Repubblica di Estonia dovrà lasciare la Federazione Russa il 7 febbraio 2023.
Tutta la responsabilità per lo sviluppo di una tale situazione nelle relazioni tra Russia ed Estonia ricade interamente sulla parte estone. Continueremo a reagire ai passi ostili della leadership estone.
Ministro degli Esteri lettone: Dal 24 febbraio la Lettonia abbasserà il livello delle relazioni diplomatiche con la Russia in segno di solidarietà con l’Estonia.
E tutto capita quando, secondo dichiarazione dell’ambasciatore russo Lipaev a Tallinn (capitale dell’Estonia), l’Occidente prevede di fornire all’Estonia tipi moderni di armi convenzionali in grado di tenere San Pietroburgo sotto tiro.
Abbandoniamo quello che succede in Europa per tornare a concentrarci sul conflitto e su quello che sta accadendo al fronte, che ripeto come in precedenti articoli, se ne stanno dando di santa ragione e dove si sta morendo sul serio al contrario degli eventi cabarettistici che si succedono in Europa e Stati Uniti.
Secondo dichiarazioni del Direttore del Servizio segreto estero della Russia Sergey Naryshkin a Kiev e nella regione stanno installando ulteriori strutture di difesa in cemento come misura protettiva per una possibile offensiva di febbraio.
Le forze armate ucraine stanno immagazzinando armi e munizioni occidentali nei territori della centrale nucleare:
– missili per HIMARS e sistemi di difesa aerea stranieri, nonché munizioni di artiglieria di grosso calibro sono schierati nelle centrali nucleari ucraine;
– alla fine del 2022 diversi carri di munizioni sono stati consegnati dall’estero alla centrale nucleare di Rivne tramite ferrovia;
– se si verifica una detonazione su larga scala di magazzini e la distruzione di una centrale nucleare a causa della colpa di un altro missile di difesa aerea ucraino “vagante”, le autorità di Kiev daranno la colpa a Mosca;
– Kiev sta piazzando munizioni sul territorio della centrale nucleare, perché le forze armate russe non colpiranno a causa del rischio di una catastrofe nucleare;
– il dipartimento ha espresso la speranza che al regime di Kiev non venga in mente di far saltare in aria deliberatamente i magazzini per “chiedere” ancora più armi dall’Occidente.
Cronache dell’operazione militare speciale
Eventi del 23 gennaio 2023
▪ I combattenti russi continuano la loro offensiva contro le posizioni ucraine lungo la strada per Seversk.
Le unità ucraine hanno condotto diversi contrattacchi senza successo. Tutti sono stati ostacolati dal fuoco concentrato dell’artiglieria.
▪ Intensi combattimenti tra paracadutisti russi e unità ucraine nei pressi del villaggio di Krasnaya Gora. Nonostante la grande quantità di equipaggiamento militare ucraino dispiegato in quest’area, l’iniziativa rimane alle unità dell’esercito russo.
▪ I wagneriani russi si sono trincerati nei pressi di Kleshcheyevka e stanno avanzando verso il villaggio di Krasnoye. Allo stesso tempo, sono state distrutte le roccaforti nemiche ed è stata ampliata la zona di controllo lungo il canale Seversky Donets-Donbas.
▪ Continuano i pesanti scontri di strada a Marinka. Gli ucraini sono bloccati alla periferia occidentale della città e resistono strenuamente. Durante l’assalto, le unità russe stanno utilizzando attivamente veicoli corazzati pesanti, tra cui i carri armati T-90M “Proryv”.
▪ Combattimenti nei pressi di Bolshaya Novoselka, dove le unità dell’esercito russo hanno condotto con successo una battaglia di ricognizione. A seguito dell’operazione, sono state scoperte postazioni di tiro e diversi posti di osservazione nemici in quest’area.
▪ In direzione Zaporizhzhya l’intensità dei combattimenti è leggermente diminuita. Le parti stanno richiamando forze fresche e conducono ricognizioni reciproche. Ciononostante, continuano i bombardamenti attivi con l’uso di barili e razzi d’artiglieria nelle aree dei principali attacchi.
▪ Allo stesso tempo, le truppe russe sono riuscite ad avanzare lungo la riva del fiume Dnieper e a spingere le unità ucraine fuori da Kamenskoye. Il villaggio stesso non è ancora sotto controllo. L’artiglieria delle Forze armate ucraine ha effettuato massicci attacchi alle forze in avanzata.
Eventi nella notte tra il 23 e 24 Gennaio 2023
▪️ Gli artiglieri russi hanno effettuato attacchi massicci alle strutture ucraine a Sopych, Volfino, Yunakivka, Vorozhba, Stukalovka e Kucherovka nella regione di Sumy, nonché a Guryev Kazachka, Zelenyi, Zemlyanka, Ternova, Volchansk e Strelechya nella regione di Kharkiv.
▪ Nella direzione di Starobelsk delle Forze Armate della Federazione Russa ha lavorato sugli accumuli di manodopera nemica a Kislivka, Tabayivka, Berestivka, Krakhmalne, Stelmakhivka e Kupyansk.
▪ A Bakhmut (Artemivsk) le forze russe hanno colpito obiettivi a Krasna Hora, Bakhmut, New York, Razdolovka e Vyemka. Le formazioni ucraine, a loro volta, hanno bombardato Sol, Kleshcheevka, Maiorsk e Kurdyumivka.
▪ In Direzione Donetsk Le Forze armate russe hanno effettuato attacchi contro le posizioni ucraine a Vodyane, Avdeevka, Marinka, Nevelske, Heorhiyevka e Krasnogorovka.
Le forze ucraine hanno bombardato Ilovaysk con HIMARS MLRS.
▪ In direzione di Zaporizhia, le truppe missilistiche e l’artiglieria russa hanno sparato su concentrazioni di uomini e attrezzature ucraine a Hulaypil, Malaya Tokmachka, Novodanilovka, Orekhove, Novoandreyevka e Stepovoye.
▪ Nel settore meridionale del fronte, le Forze armate russe hanno effettuato attacchi alle strutture dell’esercito ucraino a Kherson e Antonivka.
Fonti: canali Telegram “Rybar”, O.d.E.G. Guerra Russo-ucraina, Donbass italia, agenzia stampa russa TASS
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