di Andrea Vecchiarelli
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (acronimo MES) è uno degli strumenti più potenti al fine del raggiungimento dell’ obiettivo per il quale è stato costituito.
Ricordo che – ai tempi dell’ università – avevo un professore di fisica che un giorno mi disse :”caro ragazzo, “dipende” è la risposta giusta al 90 % delle domande che ci poniamo !”.
Se ci poniamo come obiettivo la ridistribuzione della ricchezza tra i cittadini della Comunità Europea allora il MES è quanto di più assurdo ed illogico possa esistere; ma se l’ obiettivo è la concentrazione della ricchezza nelle mani della grande finanza speculativa allora questo strumento è ben calibrato e assolutamente funzionale al raggiungimento dello stesso.
Vorrei utilizzare un metodo pragmatico consistente nello scrivere in corsivo alcuni degli articoli più significativi del MES e a seguire un commento in modo da consentirne la reale comprensione.
In pratica il MES è una banca, non in senso stretto ma comunque una istituzione finanziaria con sede in Lussemburgo (art 31).
Art3: Obiettivo.
L’ obiettivo del MES è quello di mobilizzare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità, secondo condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto, a beneficio dei membri del MES che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel complesso e quella dei suoi stati membri…………..
Sinceramente questo articolo è quello più ermetico e meritevole di riflessione.
Sfido chiunque – ad una prima lettura – a comprenderne fino in fondo il senso; a voler essere maliziosi sembrerebbe essere stato scritto con un linguaggio volutamente criptico al fine di rendere poco chiari i contenuti ed oscuro il reale significato.
A mio modo di vedere è nella stesura di un articolo denominato “Obiettivo” che si dovrebbe concentrare il massimo sforzo dell’ autore in termini di chiarezza espositiva e trasparenza di contenuti.
Non vi nascondo che io stesso ho faticato a comprenderne il reale significato e solo l’ aiuto di un professore amico più esperto mi ha permesso l’ operazione di “decrittazione”,
E allora decriptiamolo !
Il MES interviene solamente quando le “istituzioni finanziarie di un membro del MES” ossia le banche di un paese vadano in difficoltà “sistemica” con “condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto” ossia con un costo che qualcuno dovrà pagare e che sarà proporzionale all’ intervento finanziario adottato.
Quindi – tanto per essere chiari – se avviene un cataclisma, un terremoto , un evento tragico e/o drammatico che ponga i cittadini di una paese europeo in condizioni di urgenti necessità finanziarie il MES NON interviene.
Il MES è dunque una banca che interviene UNICAMENTE per salvare altre banche in difficoltà con un costo da pagare proporzionale all’ intervento finanziario adottato; il costo dovrà essere pagato da qualcuno e potrà andare da aggiustamenti di bilancio fino alla “sospensione democratica” per far posto ad una sorta di totalitarismo della troika che potrebbe imporre sacrifici insopportabili per la popolazione, come abbiamo avuto modo di verificare nel 2010 con la crisi greca.
Vi sono poi gli articoli dal 4 all’ art.30 che definiscono l’ organigramma del MES, le responsabilità, le modalità con cui si finanzia.
Le figure fondamentali sono i Governatori – di fatto i Ministri della economia degli stati membri – e il Direttore Generale;
queste figure sono coloro che decidono le “condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto”.
Vorrei porre enfasi sugli articoli dal 32 al Art. 35 che definiscono status giurudico, privilegi ed immunità dei Governatori.
Scrivo alcune parti di questi articoli così da poterli commentare:
Art 32: “Il MES ha piena personalità e capacità giuridica per acquisire ad alienare beni mobili ed immobili”……i beni le disponibilità e le proprietà del MES ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell’ immunità da ogni forma di giurisdizione”……… i beni le disponibilità e le proprietà del MES ovunque si trovino e da chiunque siano detenute non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio…..gli archivi del MES e tutti i documenti sono inviolabili…….i locali del MES sono inviolabili.
Art. 35: Nell’ interesse del MES…(tutti i suoi membri) godono dell’ immunità di giurisdizione per gli atti da essi compiuti, …….dell’ inviolabilità degli atti e documenti
Sinceramente mi sembrano privilegi spropositati, degni dei faraoni dell’ antico Egitto che, in un’epoca di apparente democrazia e in contesti relativi a paesi evoluti e moderni appaiono anacronistici perché di stampo medioevale sia nell’ evidente “sbilanciamento” di poteri che nella mancanza assoluta di una “rete di controllo” democratica.
Ma soprattutto mi sembrano poteri che blindano gli atti di costoro con un metodo da “regime di guerra” che ha dei tratti in parte inquietanti.
Vi sono poi altri articoli che definiscono lo stock di capitale iniziale, pari a 700 MLD € da versare in 5 anni dall’ entrata in vigore del trattato.
Fin qui ci sarebbe da discutere da un punto di vista per così dire etico e morale, perché potremmo essere portati a pensare che le banche abbiano creato per così dire una sorta di “fondo” le cui risorse siano fornite dagli stessi istituti finanziari e che quindi intervenga esclusivamente a propria tutela nel momento in cui le istituzioni finanziarie stesse di un paese membro vadano in difficoltà potenzialmente sistemica per il settore intero.
In realtà l’ art. 8 dispone che i 700 MLD € siano suddivisi in base all’ allegato I nel quale le quote vengono suddivise tra gli stati membri, ossia in pratica saranno i cittadini europei, attraverso le tasse a pagare in base alla quota spettante al loro paese.
Esatto, avete capito bene; i soldi ce li dobbiamo mettere noi.
Quindi ricapitolando;
Il MES è una banca che salva altre banche con i soldi di 250 milioni di contribuenti europei.
Noi italiani dovremo versare nel MES il 17,9 % di 700MLD, ossia circa 120 MLD € nei 5 anni successivi all’ entrata in vigore del trattato.
A questo punto ritengo doveroso far nascere dei quesiti che trascendono l’ aspetto economico e si pongono su un piano etico e di tutela della democrazia.
- Come è possibile che un trattato che impatti in maniera così forte sulle risorse dei contribuenti e sulla ricchezza presente e futura di tutti i cittadini europei sia stato realizzato senza un passaggio democratico trasparente e senza un processo informativo adeguato e puntuale ?
- Come è possibile che tutte le decisioni che di fatto sottraggono ingenti risorse ai contribuenti avvengano con processi decisionali “sovranazionali” ossia in capo a soggetti non eletti ed addirittura esterni ai contorni europei ? (ricordo che in qualità di osservatore può essere invitato chiunque a discrezione dei Governatori, ad es. membri del FMI).
Vi sono poi delle riflessioni relative alle conseguenze per la stabilità delle economie e dei sistemi finanziari della entrata in vigore del MES.
Questo trattato infatti che nelle intenzioni apparenti dovrebbe garantire stabilità costituisce, di fatto, una assicurazione gratuita per il sistema bancario contro gli azzardi morali e di fatto rischia di costituire un pericoloso incentivo a perpetrare quella “alchimia di fondo” così ben descritta da M. King in un suo libro.
Trattasi della illusione che sia sempre possibile prendere beni illiquidi e rischiosi (propri dell’economia finanziaria) e trasformarli in liquidità senza che questo costituisca una chiara attribuzione di responsabilità per gli autori.
Le crisi degli ultimi anni (mutui subprime, la crisi irlandese e quella spagnola in Europa) dimostrano che le cause scatenanti le crisi stesse sono spesso legate alla allocazione poco attenta delle risorse private nel mondo della economia finanziaria altamente speculativa.
Vorrei concludere con una riflessione di fondo;
Se una crisi fosse tutta interna alla economia reale – forse – il MES potrebbe avere un senso perché in fondo causata da una allocazione poco attenta del risparmio all’ investimento, ma sempre rivolto alle famiglie ed imprese; in altri termini se quegli stessi investimenti fossero stati efficaci e produttivi avrebbero portato lavoro, occupazione e quindi ricchezza nell’ economia reale a quelle stesse famiglie ed imprese cui erano rivolti.
Ma quando la genesi di una crisi è legata agli investimenti rischiosi nell’ economia finanziaria che crea ricchezza potenziale solamente per pochi, quando la liquidità viene riversata nel mondo dei titoli, delle azioni, dei derivati, delle cripto monete, etc…sorge spontanea una semplice domanda:
perché mai la “democrazia dei Popoli” dovrebbe essere concorde a creare un sistema in cui le istituzioni finanziarie “costruiscono” ingenti guadagni quando gli investimenti risultano produttivi, e facciano assorbire ai contribuenti ingenti perdite quando quegli stessi investimenti risultano fallimentari ?
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