Perché le forze navali USA sono nel Mediterraneo?

Israele non si ferma e continua nel genocidio di palestinesi

Khan Younis. Palestina. Palestinesi sfollati in una tendopoli raccolgono l'acqua piovana. nis [Ibraheem Abu Mustafa/Reuters].

di Maurizio Torti

La flotta statunitense attualmente schierata nel Mediterraneo è composta da diverse navi da guerra, tra cui portaerei, cacciatorpediniere e sottomarini. Ufficialmente e nel linguaggio diplomatico, gli Stati Uniti sono nel Mediterraneo per mantenere una forte presenza, garantire la sicurezza della regione e sostenere anche militarmente Israele nel conflitto contro i palestinesi. L’aiuto che gli Stati Uniti forniscono al governo di Israele comprende: la conduzione di esercitazioni militari congiunte, la condivisione di informazioni di intelligence e sorveglianza, il coordinamento delle strategie di difesa e il supporto logistico.

Non si limita a questo, gli USA forniscono ad Israele molti armamenti.

Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di aiuti militari a Israele, che risale alla fondazione dello Stato ebraico nel 1948. Nel corso degli anni, gli Stati Uniti hanno stanziato miliardi di dollari in aiuti a Israele, sia in termini di assistenza economica che militare. Gli Stati Uniti hanno fornito a Israele diversi tipi di armi. Tra questi, aerei da combattimento avanzati come gli F-15 e gli F-16, elicotteri d’attacco Apache, veicoli blindati, sistemi di difesa missilistica come l’Iron Dome, munizioni a guida di precisione, navi militari e sistemi di condivisione dell’intelligence. Queste armi hanno svolto un ruolo cruciale nel potenziamento delle capacità di difesa nazionale di Israele e nel mantenimento del suo vantaggio militare nella regione. Oltre alle armi citate, gli Stati Uniti hanno fornito a Israele anche missili terra-aria come il sistema missilistico Hawk, fornito nel 1962 (American policy in the six day war and anti- Americanism in the Middle East, 2021). Queste armi sono state fondamentali per rafforzare le capacità di difesa di Israele e garantire la sua sicurezza in una regione instabile.

Nell’ultima guerra del 2006 tra Israele e Hezbollah in Libano, l’esercito israeliano non ha ottenuto una vittoria decisiva. Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla mancata vittoria di Israele nella guerra con Hezbollah del 2006. In primo luogo, gli Hezbollah disponevano di una forza militare forte e ben preparata, con anni di esperienza nella guerriglia. Hanno impiegato una combinazione di tattiche convenzionali e non convenzionali, utilizzando una strategia di guerra ibrida. Questa strategia comprendeva l’uso di razzi, tunnel sotterranei e imboscate, rendendo difficile per l’esercito israeliano contrastare efficacemente i loro attacchi.

Inoltre, gli Hezbollah godevano di un significativo sostegno da parte dell’Iran, che forniva loro assistenza finanziaria e militare.

Questo ha permesso a Hezbollah di rifornirsi continuamente di risorse e di mantenere le proprie capacità di combattimento per tutta la durata della guerra. Inoltre, Hezbollah aveva un’ampia conoscenza del terreno del Libano meridionale, che ha sfruttato a proprio vantaggio.

Sono trascorsi molti anni e entrambi non hanno mai firmato un trattato di non aggressione ma hanno continuato ad armarsi, formare nuovi soldati allo scopo di essere pronti per un nuovo conflitto.

Le previsioni degli analisti militari non erano errate, dal 7ottobre 2023, a seguito dell’attacco di Hamas in territorio israeliano, Hezbollah e Israele sono ad un passo da un nuovo e terribile conflitto. Al momento, lo scambio di artiglieria, lancio di razzi dal Libano del Sud in territorio israeliano, nonostante sia quotidiano è di bassa intensità e limitato ad pochi settori. Hezbollah ha preso di mira molte torri per le comunicazioni e gli insediamenti più vicini al confine. Israele risponde ad ogni colpo, ha preventivamente evacuato tutti i cittadini a ridosso del confine, ha dispiegato circa il 30% delle sue forze militari a difesa del confine del Sud. Con questa strategia costringe l’esercito israeliano ad impegnarsi su più fronti e il confine nord con il Libano genera molta tensione a Tel Aviv. La presenza degli USA nel Mediterraneo e la pronta risposta della Casa Bianca attraverso l’invio di armi è una delle risposte degli Stati Uniti nella regione.

La presenza di forze navali e militari degli USA ha più di una motivazione, nel mirino di Washington ci sono ancora due antichi nemici: la Russia e il presidente della Siria Bashar al-Assad.

Nel conflitto in corso in Siria, è cresciuta l’attenzione sul ruolo degli Stati Uniti e della Russia e sulla possibilità che si stiano dirigendo verso un confronto diretto (Feinstein & Pirro, 2021). Sebbene ci siano state posizioni opposte tra Stati Uniti e Russia a riguardo del destino del Presidente siriano Bashar al-Assad, non è chiaro se questo porterà alla fine a uno scontro sul territorio siriano dato che la guerra per procura, scelta dagli USA, anche sul territorio della Siria, non ha trovato forze capaci di opporsi alla presenza militare della Federazione della Russia. Lo scenario è molto simile a quello in Ucraina, un’altra guerra per procura voluta dagli USA nel tentativo di favorire un cambio di regime a Mosca o di impegnare militarmente ed economicamente la Russia in una lunga ed estenuante guerra.

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