Il coordinamento Natura & Territorio, composto da diverse associazioni, sta cercando di proporre un modo efficace e sostenibile per conservare il patrimonio arboreo delle città dei Castelli Romani e di quello delle nostre foreste. Da anni stiamo controllando le azioni sul verde urbano di questo territorio e purtroppo ancora si osservano capitozzature, deleterie per la salute degli alberi, e numerosi abbattimenti, invece di cercare di conservare il patrimonio di esemplari di una certa grandezza e bellezza. Già una volta abbiamo provato a salvare alcuni esemplari di Villa Ferraioli e non siamo stati ascoltati, nonostante l’intervento di tecnici esperti.
Questa volta abbiamo presentato una relazione di ben 70 pagine che analizzava gli alberi di Piazza Carducci, sei esemplari di Platani di oltre 70 anni di età. Tali esemplari in una prima perizia del 2018 risultavano vetusti ma non da abbattere, gli unici danni erano stati provocati da cattive potature, anzi da capitozzature, che avevano danneggiato le branche principali. Questo non deve essere interpretato con “visto che hanno alcuni danni vanno abbattuti”, infatti esistono platani di seicento anni, quelli di Albano sono dei giovincelli a confronto.
A Roma – Orto botanico e a villa Borghese ad esempio – e nella più vicina Grottaferrata esistono alberi di 300 e 600 anni che godono di ottima salute, nonostante le enormi cavità e una età più che secolare, continuano a resistere alle tempeste e ad altre avversità.
Il Coordinamento, proprio da questi professionisti che si stanno occupando dei platani dell’abbazia di San Nilo, si è fatto fare una relazione tecnica asseverata e un’analisi delle prove strumentali, per verificare la resistenza del legno degli alberi. La relazione prende in considerazione le Classi di Propensione al Cedimento per effettuare l’analisi del rischio e situa i sei alberi tra la classe C e la classe C/D, classi che secondo la Società Italiana di Arboricoltura sono da conservare e non da abbattere. Solo quelle in classe D, di rischio estremo, andrebbero eventualmente abbattute. La relazione delle associazioni situa gli alberi nelle stesse classi della perizia del 2018, nel frattempo questi platani hanno anche resistito a venti di 80 e 100 km/h che si sono abbattuti sulla nostra città, e che invece hanno fatto schiantare al suolo alberi più piccoli a Villa Ferraioli.
In ogni caso abbiamo ottenuto di essere ricevuti dal Sindaco lunedì 12 febbraio, incontrato insieme all’Assessore Andreassi, al Responsabile Unico del Procedimento e ad alcuni consiglieri. Durante l’incontro è certamente venuta fuori la perplessità su quale decisione prendere, in presenza di due relazioni così discordanti. Abbiamo proposto allora un tavolo tecnico con i dottori forestali, i tecnici comunali ed eventualmente, per levarsi ogni dubbio, abbiamo proposto ulteriori prove strumentali come, a titolo di esempio, una tomografia acustica o una prova a trazione. Inoltre, durante la riunione, abbiamo saputo di una risposta da parte del tecnico forestale incaricato dal Comune, abbiamo chiesto ovviamente di averne una copia. Esiste anche una diffida all’abbattimento inviata ai diversi Ministeri competenti e alla Procura da una associazione che ci ha contattato.
Ad oggi, purtroppo, dal Comune non abbiamo avuto nessuna risposta ufficiale, sappiamo solo che sono state fatte delle indagini sulla presenza di cancro colorato come avevamo chiesto, ma solo ora, a pochi giorni dal presunto abbattimento.
Conservare il patrimonio arboreo significa curare, alla stregua degli edifici e dei siti storici e archeologici, gli alberi presenti in città, soprattutto gli alberi monumentali e quelli significativi per posizione, storia, età. Purtroppo spesso si preferisce abbattere gli alberi, piuttosto che curarli, così facendo si perde un patrimonio, anche economico, e la possibilità di avere un riparo dal caldo e le funzioni ecologiche tipiche degli alberi, sempre più utili per combattere i cambiamenti climatici e migliorare la qualità della vita. E di certo non si può pensare che un albero appena piantato, di pochi anni di vita, abbia le stesse capacità di migliorare l’ambiente di esemplari di 70 anni e oltre. Il patrimonio arboreo va conservato, è un patrimonio di tutti e ha un valore economico e svolge funzioni che nel futuro saranno sempre più importanti, non possiamo pensare che la qualità della vita in città sia delegata a pergole e arbusti!
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