Quello che non sappiamo ancora
Qui sono apparsi i decreti che regolano la distribuzione di prodotti a base di quattro specie di insetti: le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), le larve gialle della farina (Tenebrio molitor), le locuste migratorie e i grilli domestici (Acheta domesticus). Tutte in forma congelata, essiccata o in polvere. Verranno mescolate, come si legge su Il Giornale d’Italia, a prodotti da forno, pasta, pane, pizza, patatine, barrette, biscotti, cioccolata, birra. Fortunatamente, gli scaffali contenenti la farina di insetti saranno separati dagli altri presenti nei supermercati, o almeno così ha assicurato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Veniamo, ora, al problema – enorme – che abbiamo solo accennato: sugli effetti nel corso degli anni, in particolare su bambini, donne incinte e soggetti fragili, del consumo della farina di insetti non sappiamo praticamente nulla, come nulla sapevamo (e in molti ignorano tuttora) come agisse la biotecnologia mRNA. “Ci vogliono far regredire fisicamente e mentalmente”, è questo l’allarme lanciato da Patrizio Hermes Barbon, medico chirurgo ed esperto in nutrizione. Nel video che vi mostriamo, il dottor Barbon ha esposto una lunga serie di gravi perplessità, non senza aver premesso come la follia di Bruxelles abbia già investito molti agricoltori, in Germania, Olanda e in Italia, costretti a chiudere stalle e campi “perché inquinano troppo”, in nome della tutela della biodiversità. Eppure, il nostro Paese rappresenta l’eccellenza della Dieta mediterranea, che è Patrimonio immateriale dell’Unesco dal 2010, e qualcosa vorrà pur dire.
Effetti pericolosi
Patrizio Hermes Barbon introduce il discorso sulla chitina, che è alla base dell’esoscheletro degli insetti, non è assimilabile dall’organismo umano. Basterebbe solo questo, ma non è tutto. Persino la Repubblica, sempre in prima linea per propagandare le follie dell’Unione europea, ha parlato di allergie e disturbi, gonfiore e vomito fino, nei casi più gravi, allo shock anafilattico in relazione al consumo degli insetti sfarinati. Il problema riguarderebbe ben ottocentomila persone, ovvero coloro che sono allergici “a gamberi e crostacei, ma anche a molluschi e acari”. Sostiene il dottor Barbon che: “Nutrendosi prevalentemente di proteine di insetti, l’organismo non elabora né la niacina, vitamina B3 essenziale per la produzione di energia e per la salute del sistema nervoso, né la creatina, fondamentale per la massa muscolare, né la lisina utile ad assorbire il calcio e a formare collagene, supportando il sistema immunitario”. E ancora: “Un’alimentazione a base di insetti comprometterebbe l’acido glutammico, il neurotrasmettiore eccitatorio che favorisce la concentrazione e il buon sonno, altererebbe il microbiota e azzererebbe gli acidi grassi a catena corta utili a contrastare l’obesità e a mantenere sano il microbiota”
Buona visoone e ascolto dei suggerimenti del dr. Patrizio Hermes Barbon
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