Secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana SANA, il 3 settembre 2022 si sono verificate diverse esplosioni nella base militare statunitense, posizionata all’interno del giacimento petrolifero di al-Omar, nella parte orientale della città di Dayr al-Zawr, area prevalentemente occupata e trasformata dagli USA nella più grande base militare nella Siria orientale
L’agenzia di stampa ha citato fonti locali che affermano che sono state udite esplosioni alla base, seguite da nuvole di fumo che si alzavano dall’interno della base.
La natura delle ultime esplosioni che hanno scosso la base statunitense non è stata ancora determinata e non ci sono state segnalazioni immediate di possibili vittime e danni materiali. Le fonti hanno aggiunto che le esplosioni sono state seguite da frequenti voli di aerei militari dell’aviazione statunitense.
Questa non è la prima volta che le forze statunitensi sono state oggetto di attacchi missilistici.
La base è stata attaccata due volte in un solo giorno, esattamente il 25 agosto per cui sempre l’agenzia SANA ha riferito che diversi missili avevano preso di mira basi statunitensi presso i giacimenti petroliferi di al-Omar e Koniko nella periferia di Dayr al-Zawr.
Gli Stati Uniti mantengono una forza di diverse centinaia di soldati e attrezzature militari nella Siria orientale e nord-orientale, con il Pentagono che afferma che il dispiegamento mira a impedire che i giacimenti petroliferi cadano nelle mani dei terroristi Daesh.
Damasco, tuttavia, afferma che il dispiegamento illegale ha lo scopo di depredare le risorse del Paese. L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ammesso in diverse occasioni che le forze americane erano in Siria per il suo petrolio.
Dopo aver fallito nell’estromettere il governo siriano attraverso gruppi di mercenari e il coinvolgimento diretto nel conflitto, il governo degli Stati Uniti ha intensificato la sua guerra economica contro il paese arabo.
Nel giugno 2020, gli Stati Uniti hanno emanato il cosiddetto Caesar Act che ha imposto le sanzioni più dure di sempre alla Siria con l’intenzione di disintegrare la già disastrosa economia siriana, provata da una guerra civile che dura da 10 anni.Inoltre le sanzioni vietano alle società straniere di commerciare con Damasco.
La Siria afferma che il vero scopo delle misure è fare pressione sui siriani e sui loro mezzi di sussistenza.
Funzionari affermano anche che l’aumento del contrabbando di risorse strategiche siriane è l’ultima tattica disumana che sfrutta i bisogni primari delle persone come strumento per aumentare la pressione sul governo di Damasco.
La Siria non riesce a trovare una nuova stabilità e i milioni di cittadini, rifugiati nel mondo, non hanno fiducia nel ritornare, perchè vivere o ritornare in Siria è impossibile. In modo particolare è da segnalare quanto accade in merito al flusso di profughi dalla città Siriana, di Idlib, roccaforte dei mercenari e oppositori del governo di damasco, verso il confine turco.
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