“L’Ucraina non esiste più: dipende in toto dall’Occidente”

Neutralità dell'Ucraina fuori dall'Europa

Merkel Hollande attore degli accordi di MInsk

Intervista a Larissa Shessler dell’Associazione degli Emigrati e dei Prigionieri Politici Ucraini in Russia che racconta la presa del suo paese da parte degli Stati Uniti d’America, che usano Kiev per colpire Mosca.

Sono certa che questa guerra continuerà, proprio a causa delle pressioni occidentali”.

di Jacopo Brogi e Alessandro Fanetti

Larissa Shessler rappresenta l’Associazione degli Emigrati e dei Prigionieri Politici Ucraini in Russia. L’organizzazione è stata fondata a seguito dei fatti di Piazza Maidan del 2014, un vero e proprio colpo di stato che portò il governo di Kiev a divenire sostanzialmente un “fantoccio” nelle mani di Washington. E che oggi approfitta dell’intera Ucraina (o quella che ne rimane) in una Guerra per procura contro la Federazione Russa. Al 30 novembre scorso era 121 miliardi di euro il controvalore di assistenza militare, finanziaria e umanitaria fornita dall’Occidente (paesi Ue, Regno Unito, Canada e soprattutto Stati Uniti d’America) [1].

Risultato? Distruzione, terrore, morte. E fuga di cittadini inermi. Verso una salvezza possibile; una vita dignitosa. Fuga verso Occidente: nell’Unione Europea gli ucraini sono un nuovo “esercito di riserva” per il nostro asfittico mercato del lavoro [2]; ma anche e soprattutto verso Oriente. E, almeno da noi, non se ne parla mai. A soli tre mesi dall’inizio dell’operazione militare di Mosca, un milione di persone si era rifugiato in Russia, poi la cifra è lievitata rapidamente verso i tre milioni (dati Unhcr) [3].

Se andiamo alle radici di questa guerra, scopriamo discriminazione, intolleranza e odio fomentati e strumentalizzati da Ovest. Popoli fratelli diventati coltelli, per conto terzi.

Fomentare artificialmente il nazionalismo è stato il casus belli: da sottolineare infatti che, per il mondo russo, il concetto di “nazionalismo” è molto vicino a quello di nazismo. Spesso, le due parole arrivano addirittura a significare la stessa cosa. Il motivo è da ricercarsi negli eventi storici, specialmente quelli della Seconda Guerra Mondiale. Ma arriviamo ai primi 2000, fino ai fatti di Maidan.

“Dopo il colpo di stato del 2014 – ci racconta Larissa Shessler – un gran numero di oppositori e di persone che non avevano simpatie per il nazionalismo o che non provavano sentimenti anti-russi, furono costretti a lasciare l’Ucraina a causa di grandissime repressioni politiche. Io stessa fui colpita da una denuncia penale, in quanto avevo partecipato al movimento anti-Maidan. Benché non avessimo mai incitato alla secessione o alla federalizzazione di regioni come, per esempio, quella di Nikolàev o di Odessa, il fatto stesso era considerato un crimine in Ucraina. Vennero denunciate penalmente migliaia di persone solo in base al principio che si erano espresse contro il nazionalismo e a favore di una maggiore autonomia di alcune regioni ucraine. Moltissimi cittadini ucraini furono costretti a emigrare in territorio russo e [la nostra associazione] ha cercato di riunirli”.

1) Quali sono state le persecuzioni più cruente attuate contro gli abitanti delle regioni orientali dell’Ucraina?

Per quanto riguarda il territorio ucraino oltre i confini del Donbass, anche là la maggior parte della gente era perseguita penalmente, rischiando condanne dai 5 ai 15 anni. Ma sul territorio del Donbass le persecuzioni sfociavano in una vera e propria eliminazione fisica degli oppositori. Tra l’altro, anche nel resto del territorio ucraino, la violenza e l’eliminazione fisica dei dissidenti non era cosa rara. Sono noti casi come quelli di Olès Buzinà e Olèg Kalàshnikov (Olès Buzinà, noto scrittore e giornalista ucraino, venne assassinato il 16 aprile 2015 a colpi di arma da fuoco sul portone di casa. Olég Kalàshnikov era un deputato della Rada. il parlamento ucraino, membro del Partito delle Regioni e collega dell ex presidente Yanukòvich. Fu ucciso a colpi d’arma da fuoco fuori casa sua. La stessa fine fecero i deputati Mikhaìl Cecétov e Aleksàndr Peklushénko, ndr.) assassinati dai nazionalisti ucraini. Questi crimini sono rimasti totalmente impuniti.

  1. Che cosa significa la Russia per gli Ucraini?

Fino a poco più di 30 anni fa, Russia e Ucraina facevano parte dello stesso stato. In territorio ucraino, oltre metà della popolazione considera il russo la propria lingua-madre. E in realtà, oltre l’80% degli ucraini parla il russo nella quotidianità. Per questo, strappare l’Ucraina dalla Russia è stata una cosa molto difficile. Non esiste praticamente nessuna differenza di mentalità o di religione, perché abbiamo la stessa chiesa ortodossa, le distinzioni linguistiche sono insignificanti, anche volendo considerare l’ucraino non un dialetto, ma una lingua a parte. E tuttavia, negli ultimi 30 anni sono avvenuti dei grandi cambiamenti. La russofobia, divenuta parte della politica di stato, in 30 anni ha avuto il suo peso e oggi una determinata parte di ucraini nutre sentimenti negativi verso lo stato russo. A cominciare dalle scuole elementari, viene insegnata una storia in cui si afferma che, negli ultimi 300 anni, la Russia ha oppresso l’Ucraina. Questa, naturalmente, è una menzogna, ma influenza le menti e gli umori degli ucraini. La Russia rimane il “vicino più vicino”, il più potente agli occhi degli ucraini, il paese che esercita senza dubbio la maggiore influenza sull’ Ucraina.

  1. 3. A parti invertite, cos’è l’Ucraina per la Russia?

Anche l’Ucraina per la Russia è una vicina molto stretta. Milioni di russi hanno parenti lì e viceversa. Tutt’ora, se uno dice che è arrivato dall’Ucraina, riceve un’accoglienza molto calorosa, molto compassionevole. La gente si rende conto che in Ucraina sta avvenendo qualcosa di molto complesso, drammatico. Gli ucraini non risvegliano nei russi alcun sentimento negativo, sebbene oggi molti russi vedano in Ucraina un governo nazionalista retto da marionette degli Usa, quindi un paese anti-russo. Questo lo comprende la maggior parte dei cittadini russi.

  1. 4. Come siamo arrivati alla presidenza Zelenskij?

Gli Usa hanno cominciato a occuparsi dell’Ucraina fin dai primi anni 2000, quando si sono resi conto che non sarebbero riusciti a influire sulla Russia dall’interno. L’Ucraina è diventata uno dei mezzi degli americani per influire sulla Russia e distruggerla. Fin dall’inizio degli anni 2000, in Ucraina è apparso un vasto numero di media controllati dagli Usa, da organizzazioni private e da svariati partiti, a loro volta controllati da Washington. Gli americani preparavano le strutture sociali per trasformare l’Ucraina in uno stato anti-russo.

Fino al 2014, l’Ucraina era rimasta un paese oligarchico. Gli oligarchi non nutrivano sentimenti anti-americani ed eseguivano tutti i desiderata dei loro consiglieri. Tuttavia, dirigere l’Ucraina era molto costoso per gli Stati Uniti. Ci voleva moltissimo denaro per far passare certe decisioni politiche e le cose non cambiarono molto con l’elezione di Poroshènko, uno dei maggiori oligarchi ucraini. Qualunque decisione sul controllo delle strutture politiche comportava grosse spese. Ecco perché la scelta di Zelenskij risultò molto conveniente. Zelenskij cominciò a contenere il ruolo degli oligarchi, consentendo agli americani di prendere il controllo completo di tutti gli elementi del potere, incluso il parlamento. Se prima un partito esprimeva gli interessi di questo o quell’oligarca e per far passare una qualche decisione bisognava comprare il voto dei deputati, con l’arrivo di Zelenskij questa situazione divenne più facile per gli americani. Era salito al potere il partito Servitore del Popolo, composto da personaggi sconosciuti e ininfluenti, piccoli politicanti che non rappresentavano nessuno. In tal modo, influire sulla Rada divenne molto più semplice. E tutto questo, alla fin fine, ha portato l’Ucraina alla guerra.

  1. 5. Perchè la Russia non è riuscita a prendere delle contromisure efficaci alla deriva verso Ovest dell’Ucraina?

La Russia ha fatto molte mosse sbagliate nei confronti dei politici ucraini. In Russia, per molto tempo, si era ritenuto che il miglior stimolo per dei buoni rapporti con l’Ucraina fossero le questioni economiche. Russia e Ucraina erano strettamente legate da migliaia di catenelle economiche e a tutti sembrava che questo fosse sufficiente a conservare delle buone relazioni. Si credeva che gli oligarchi non avrebbero rovinato i propri affari e distrutto il mercato che la Russia rappresentava per loro, pur di adempiere alle volontà del padrone americano. Purtroppo, questa si era rivelata una supposizione profondamente errata e la politica della russofobia aveva vinto sugli interessi economici dell’Ucraina.

L’economia ucraina si è andata deteriorando fin dall’inizio degli anni 2000 e ogni tappa di questo degrado era stato accompagnato da un ulteriore aumento di russofobia, perché di questo degrado non veniva incolpato il potere americano, bensì la Russia, accusata di premere sull’Ucraina. Tutto questo ha portato Mosca a non tentare nemmeno di influire sulla società ucraina. Le elite russe si erano convinte di poter lavorare con qualunque regime e infatti avevano collaborato con Yùshenko e con Yanukòvich e poi, piuttosto a lungo, perfino con Poroshenko. Ma evidentemente si trattava di un’opinione sbagliata. Le ideologie americana, nazista, banderista hanno prevalso sugli interessi economici.

Soldati feriti
  1. 6. I media occidentali parlano della Russia come di una dittatura e dell’Ucraina come di una democrazia: che ne pensa?

Be’, ovviamente è un’opinione profondamente sbagliata. La Russia non è una dittatura e, a maggior ragione, l’Ucraina non è una democrazia. Non può avvenire in un paese davvero democratico che dei nazionalisti restino totalmente impuniti. Molte violenze e molti omicidi politici sono rimasti impuniti. L’assassinio di persone contrarie al regime, i nazisti, i gruppi dei cultori di Bandera, i partiti banderisti che perseguitano e uccidono qualunque dissidente, chiunque esprima delle simpatie per la Russia o verso i russi, tutto questo, per definizione, non potrebbe accadere in uno stato democratico.

Invece, vediamo svolgersi marce con tanto di torce e simboli nazisti. Vediamo migliaia di prigionieri politici, gente arrestata per aver sostenuto la federalizzazione. Vediamo le uccisioni nel Donbass da oltre 8 anni. Come si può chiamare tutto questo democrazia?

La Russia è un normale stato borghese con i suoi strati sociali, il suo apparato burocratico, le strutture che sostengono i ricchi, ecc., ma, al tempo stesso, qui lavorano da tempo media di opposizione, canali TV di opposizione, quotidiani che si esprimono contro Putin, ecc.. ma nella pratica il contenimento è sempre stato talmente blando e limitato, da non poter essere neanche paragonato alle persecuzioni politiche in Usa, come per esempio quella contro Assange o altre personalità che vengono accusate di provocazioni e attività contro il governo. La nostra, forse, non è una democrazia ideale, ma non si può chiamare dittatura in nessun modo.

Vorrei anche aggiungere che, molto prima dell’operazione militare speciale, in Ucraina erano stati chiusi 5 canali televisivi di opposizione che erano seguiti dalla schiacciante maggioranza degli ucraini. Di fatto, tutti i media di opposizione sono stati demoliti tra il 2020 e il 2021. Tutti.

Inoltre, di quale democrazia parliamo, se in Ucraina è considerato un crimine mettere sulle proprie pagine social simboli come stelle o falci & martello, o se si cita qualche frase di Lenin o di Marx, o di personaggi storici dell’era sovietica?

  1. 7. Ucraini e russi sono popoli fratelli. Secondo le sue esperienze e secondo le sue conoscenze, qual è il reale sentimento diffuso della popolazione russa nei confronti del proprio governo e del popolo ucraino?

Ho già menzionato che la maggior parte degli ucraini, trovandosi sotto l’influenza della propaganda, hanno sviluppato sentimenti negativi verso il governo e lo stato russo. Tuttavia, nel 2021 oltre la metà della popolazione aveva ancora un buon rapporto con i russi, non nutriva sentimenti negativi ed esisteva la comprensione che siamo popoli molto simili. [Oggi] in Russia c’è ancora più simpatia verso i cittadini ucraini. Milioni di persone sono arrivate dall’Ucraina, molte in cerca di lavoro e, dopo il 2014, anche molti rifugiati. Ma nessuno di loro è stato accolto con sentimenti negativi. Ma la popolazione russa non ha alcuna simpatia per il governo ucraino, perché è una formazione nazionalista e russofoba. Abbiamo un detto: “gli ucraini si disciolgono in Russia come zucchero nell’acqua”. Nel senso che, appena arrivano in Russia, vengono accolti come i nostri, senza alcuna differenza.

  1. 8. Come si fa a non lasciarsi influenzare dalla propaganda?

Non lasciarsi influenzare dalla propaganda è molto difficile. Un proverbio dice che “un cetriolo immerso nella salamoia diventa salato”. La propaganda è come questa salamoia: chi ci è immerso, inevitabilmente la assorbe. Per sfuggire alla propaganda bisogna essere “pieni” dentro, avere le proprie convinzioni, la propria comprensione degli avvenimenti. E per contrastare la propaganda, occorre riempire la parte avversa con il proprio contenuto. Contro-propaganda non significa semplicemente smascherare le notizie false, ecc., significa creare una comprensione accurata e obiettiva dei fatti.

  1. 9. Come funziona il Sistema dell’accoglienza in Russia?

Dobbiamo distinguere i rifugiati in base ai periodi in cui sono stati accolti in Russia. Le maggiori facilitazioni sono state create dopo l’inizio dell’operazione militare speciale. Oggi, chiunque sia nato in Ucraina può fare richiesta della cittadinanza russa. Le politiche per l’immigrazione sono state enormemente allentate. Prima, per ricevere la cittadinanza russa potevano volerci degli anni, era tutto molto più complicato. Oggi, il governo russo offre degli aiuti significativi agli emigrati dall’Ucraina e ai rifugiati. Per esempio, alle persone in età pensionabile e ai disabili viene corrisposta una indennità mensile. A coloro che sono semplicemente immigrati vengono offerti vitto e alloggio e una indennità una tantum.

In base alla mia esperienza, dopo aver lavorato con migliaia di rifugiati ucraini in territorio russo… Fino al 2014 era tutto più difficile. In Russia le regole sull’immigrazione sono molto rigide. Ma da allora hanno cominciato ad allentarsi e oggi la Russia offre un sostegno molto importante, senza fare distinzioni tra chi arriva, per esempio, dalla filo-russa Odessa o dall’occidentale Lvov. Tutti hanno eguali diritti. Coloro che arrivano dai nuovi territori della Federazione Russa, cioé le repubbliche di Donezk e Lugansk, e dalla regione di Kherson, possono ricevere la cittadinanza facendo una semplice dichiarazione e ottengono anche un sostegno materiale non indifferente. Devo dire, però, che la stragrande maggioranza dei rifugiati ucraini è gente molto laboriosa, socialmente sana, che vuole trovare un lavoro e rendersi utile.

10) La vostra associazione riceve aiuti dal governo?

Non riceviamo alcun finanziamento statale, anche perché non ne abbiamo mai fatto richiesta. Tutti i nostri membri hanno un lavoro e non c’è bisogno di sussidi.

  1. 11. Che politiche sta facendo il governo Zelensky e quale ruolo sta rivestendo l’Occidente?

Il potere ucraino sta portando il paese alla completa dipendenza finanziaria dall’Occidente, dalle direttive straniere e dai servizi d’intelligence stranieri. Di fatto, l’Ucraina non è solo un’appendice economica, ma anche un mezzo di contrasto alla Russia, un mezzo per la distruzione della Russia. L’Occidente ha scelto una posizione molto comoda: usa l’esercito ucraino, gli armamenti ucraini (e non solo), il territorio ucraino, senza farci la guerra direttamente e rimanendo al sicuro dai colpi di risposta della Russia. Tutto questo è il risultato della scelta filo-occidentale che l’Ucraina ha fatto fin dai primi anni 2000 e questo l’ha precipitata nella voragine in cui si trova oggi.

  1. 12. Perché nasce l’operazione militare speciale?

E’ una questione molto complessa. Una questione sulla conoscenza che ha la Russia circa le intenzioni dei servizi occidentali: distruggere la Russia colpendo il Donbass, la Crimea e il territorio russo. Sono sicura che, se la Russia non avesse lanciato questa operazione al più presto, l’esercito ucraino che, come vediamo oggi, ha grandi risorse di armamenti, tecnologia e intelligence occidentali, avrebbe attaccato e occupato il Donbass, e questo avrebbe causato un terremoto politico in Russia. L’operazione speciale nasce per scongiurare questi pericoli. Oltre tutto, l’Ucraina, pur senza essere un membro della NATO e perfino senza avere reali prospettive di diventarlo, ha offerto il proprio territorio alle basi militari della NATO. C’era una base a Berdjànsk, a Ociàkovo, in Ucraina occidentale, e stavano per costruirne una a Khàrkov e tutto questo costituiva un’ enorme minaccia per la Federazione Russa.

13 Il conflitto sta assumendo le sembianze di una lunga guerra di logoramento. Cosa rischia la Russia?

Il conflitto non sta seguendo il progetto iniziale. La Russia si trova davanti numerose minacce, la maggiore delle quali è la possibile delusione, lo scontento della popolazione. L’Occidente non è riuscito a creare una crisi economica in Russia. L’economia russa è piuttosto stabile, non c’è nessuna pericolosa inflazione, non c’è disoccupazione. Si, ci sono delle difficoltà, ma non sono talmente importanti da indignare la popolazione.

  1. 14. Come si può arrivare alla pace?

Penso che, oggi, tornare alla pace non sia possibile. Né la parte Ucraina, né quella occidentale cercano la pace, checché ne dicano. Al contrario, cercano di causare il maggior danno possibile alla Russia e finché penseranno che ci sia questa possibilità, continueranno a premere sull’Ucraina, a dispetto di tutte le loro dichiarazioni e i richiami alla pace. Sono certa che questa guerra continuerà, proprio a causa delle pressioni occidentali.

  1. 15. Oggi possiamo parlare di “’esercito ucraino”?

E’ di conoscenza comune, ormai, che tra le forze ucraine combattano molti mercenari provenienti da altri paesi, come la Romania e perfino l’Italia. Poi ci sono gli istruttori della NATO, anche perché la NATO sta rifornendo l’Ucraina di armamenti, per impiegare i quali servono istruttori. E questi, nella pratica, fanno parte dell’esercito ucraino. In base ad alcune stime, il numero degli stranieri nelle FAU arriva a 10.000 – 15.000 uomini.

  1. 16. L’Ucraina sta rischiando la propria esistenza?

In realtà, l’Ucraina, come stato sovrano, già non esiste più. Dipende totalmente, sia economicamente che militarmente, dall’Occidente. Non possiamo chiamarla colonia, perché altrimenti qualcuno ne avrebbe la responsabilità. E’ soltanto un’appendice dell’Occidente. La sovranità l’ha ormai perduta. La sua economia viene tenuta a galla solo grazie a enormi afflussi finanziari occidentali che pagano le pensioni e gli stipendi dei lavoratori, sebbene in misura molto limitata, ma sono sicura che il paese non riuscirà più a esistere economicamente e politicamente in modo indipendente.

  1. 17. Anche l’Italia è, sostanzialmente, parte del conflitto. Cosa vorrebbe dire agli italiani?

In Russia, la gente ha molta simpatia per l’Italia. E’ uno dei paesi a noi più vicini dal punto di vista emotivo. Uno dei film più amati, qui in Russia, è la commedia Le straordinarie avventure degli italiani in Russia. Basta pronunciare la parola “italiani”, che subito viene in mente questo film. Sono certa che, con qualunque situazione politica, esisteranno sempre dei calorosi sentimenti di amicizia tra Russia e Italia.

Intervista di Jacopo Brogi e Alessandro Fanetti – Traduzione di Eleonora Volpe

Gli autori:

Jacopo Brogi, autore e documentarista; freelance United Photo Press.

Alessandro Fanetti, studioso di geopolitica e relazioni internazionali, autore del libro Russia: alla ricerca della potenza perduta (Edizioni Eiffel, 2021).

L’intervista che avete appena letto è parte del documentario INSIDE HEARTLAND in corso di produzione e in uscita a fine 2023.

“Heartland” è il Cuore della Terra. Chi riesce a prenderlo, si prenderà il mondo. Dai tempi dei Cavalieri Portaspada a Carlo XII, da Napoleone a Hitler. Ci hanno provato in molti. Dal passato, al presente: dalla caduta dell’Unione Sovietica al grande Reset degli anni ’90, dalla ricostruzione del Paese alla guerra d’Ucraina. Le radici secolari, e le prospettive globali che scuotono la contemporaneità. Intellettuali, politici, governanti e gente comune. Tra metropoli ipertecnologiche e cosmopolite e la nazione profonda. Oggi più che mai, la Russia è tornata, mai così amata e così odiata. Sir Halford Mackinder la chiamava “Heartland” e sarà questo il viaggio al Cuore della Terra per cercare di decifrare il nostro futuro, quello del mondo che sarà.

NOTE

[1] = https://www.ifw-kiel.de/publications/media-information/2022/ukraine-support-tracker-europe-surpasses-the-us-in-total-committed-aid/?cookieLevel=not-set

[2] = https://europa.today.it/fake-fact/rifugiati-ucraini-lavoro-europa.html

[3] = https://data.unhcr.org/en/situations/ukraine

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