ONU: primo passo solo dopo due mesi dall’inizio del conflitto

Corridoi umanitari attivi ma nessuno esce da Azovstal a Mariupol

Tavolo dei colloqui

E’ possibile analizzare solo quanto reso pubblico in merito all’incontro tra il presidente della Federazione della Russia Putin e Antonio Guterres Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Il presidente russo ribadisce le motivazione dell’operazione militare speciale chiarendo all’interlocutore Guterres la specifica cornice legale in cui si sviluppa tutta l’operazione militare speciale, in particolare l’avvio con il riconoscimento delle due repubbliche del Donbass e nel momento in cui i loro rappresentanti hanno chiesto l’intervento di protezione da parte della Federazione della Russia, è stato applicato l’art. 51. Tutto è stato eseguito come abbiamo già vissuto con la questione del Kosovo.

Guterres ha espresso molta preoccupazione di quanto sta avvenendo in Ucraina ed ha invitato in modo diretto il suo interlocutore, il presidente Putin ad una soluzione inserita all’interno delle regole del diritto internazionale, evidenziando proprio il ruolo dell’organizzazione delle Nazioni Unite.

Putin ha poi aggiunto che c’è sempre possibilità di negoziati, le due repubbliche e la regione del Donbass e la Crimea, possono essere riconosciute, come è stato fatto con il Kosovo. In questo passaggio è da evidenziare la determinazione in quanto ad oggi, non tutto il territorio della regione del Donbass è sotto il controllo dell’esercito delle due repubbliche.

Riteniamo che questo primo viaggio del Segretario delle Nazioni Uniti, ed a seguito dell’incontro a Kiev, con il presidente dell’Ucraina Zelensky, questa prima mediazione di Guterres non sia del tutto vuota ma solo se il Segretario metta in agenda ulteriori incontri al fine di istituire una prima mediazione direttamente tra il presidente della federazione Russa Putin ed il presidente dell’Ucraina Zelensky.

Dall’ONU e questa sempre un passo storico verso il completamento del funzionamento di questa organizzazione nata purtroppo incompleta, in modo particolare sulla questione del diritto di veto, strumento spesso utilizzato proprio per non voler prendere decisioni sui tanti conflitti attualmente attivi nel mondo.

La montagna ha partorito il topolino è l’espressione adatta a questa decisione:

i cinque stati membri del Consiglio di sicurezza dovranno “pagare un prezzo politico più alto” quando si mettono di traverso per bloccare una decisione del Consiglio: devono spiegare le ragioni dell’applicazione del VETO, entro 10 giorni all’Assemblea generale ma il testo non è vincolante.

Sul campo

Mariupol resta nel palinsesto di molti programmi di intrattenimento e nei tg, il mantra in loop dei conduttori in Rai, Mediaset e La7: “combattimenti continuano e la difficoltà dei corridoi umanitari per fare uscire i civili e il discusso battaglione Azov sono attaccati”

Queste sono in sintesi le parole ed i termini più utilizzati ma non è la realtà. Anche il 26 aprile il corridoio umanitario era attivo, sicuro, in una bella giornata di primavera ma nessun civile è uscito, perchè? Stesso risultato per i mercenari stranieri, rimanti unità dell’esercito ucraino e il battaglione nazionalista e nazista Azov nascosti all’interno di un’area della fabbrica Azovstal.

Nonostante i numerosi appelli e i corridoi aperti sembra che non ci sia una volontà politica per questa soluzione.

Ricordiamo, l’appello di uno dei militari Azov: “chiediamo un corridoio umanitario per i civili ed i militari ed avere la possibilità di andare verso un paese terzo”, ripetuto anche dalla famosa lettera indirizzata al Papa.

Ritornando a Mariupol, è necessario evidenziare l’errore ripetuto continuamente, da parte dei media italiani, perchè non interagiscono con chi è testimone ogni giorno e da anni in quei territori.

Per raccontare quanto realmente è accaduto a Mariupol nelle ultime 24 ore, volentieri pubblichiamo un breve reportage di Vittorio Nicola Rangeloni, da otto anni nella regione del Donbass con la sua telecamera e macchina fotografica, autore del libro: Donbass. Le mie cronache di guerra.

Vittorio Nicola Rangeloni

Buona visione

 

 

 

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