di Francesco Cappello
Hanno già deciso. Il Rigassificatore va messo nel porto, ora, subito, perché siamo in piena emergenza bellica(*) e non è possibile perdere tempo prezioso. Il gas russo va sostituito (come previsto dai piani della Rand Corporation (1)) con il gas liquefatto soprattutto statunitense. È stata già acquistata, per 350 milioni di dollari, l’unità di rigassificazione galleggiante; la Float Storage Rigasification Unit (FSRU) più grossa di 30 mila metri cubi rispetto al rigassificatore già attivo tra Marina di Pisa e Livorno (140 mila metri cubi); sarà posizionata nel porto di Piombino, lato passeggeri. Essendo urgente non si può andare troppo per il sottile.
Se all’OLT Offshore LNG Toscana, tra Marina di Pisa e Livorno, è assolutamente vietato avvicinarsi, per motivi di sicurezza, in tutta un’area circolare di 8 miglia di raggio con al centro il Rigassificatore, a Piombino, data l’emergenza, lo si piazzerà direttamente nel porto. Così ha sentenziato il ferreo trio Draghi Giani Cingolani.
Le precauzioni prese dalla capitaneria di porto di Livorno (1) valgono evidentemente solo per il rigassificatore OLT, ancorato al fondale marino a 22 km dalla costa, tra Marina di Pisa e Tirrenia. Da tempo avventori, pescatori ecc. si sono, infatti, abituati a rispettare una zona circolare di interdizione totale di 3,7 km di raggio con al centro il rigassificatore OLT. Un’area di 43 chilometri quadrati, con al centro i bomboloni galleggianti, dove è vietato tutto: navigazione, sosta, ancoraggio e pesca, nonché qualunque attività di superficie o subacquea. A pattugliare la zona una nave guardiana (la LNG Guardian) vigile 24 ore su 24.
Va un pò meglio, ma nemmeno tanto, in tutta una zona concentrica alla prima di 129 chilometri quadrati, una corona circolare con raggio compreso tra 3,7 e 7,4 chilometri, la zona di limitazione nella quale è vietato tutto però almeno è permesso il passaggio se non hai troppa fretta. Devi mantenere, infatti, una velocità inferiore a 10 nodi altrimenti scatta implacabile l’autovelox della LNG Guardian. Decisamente meglio se ti limiti alla zona di preavviso fra 7,4 e 14,8 chilometri, nella quale puoi concederti una sosta, se avessi delle buone ragioni e avverti tempestivamente la capitaneria. Basta far sapere alla Capitaneria di porto di Livorno come mai vuoi sostare proprio lì a 15 km dal rigassificatore in un punto qualsiasi di quest’area di 556 chilometri quadrati, intorno ai bomboloni di mare, spiegando ragioni e motivazioni che ti spingono a questo azzardo, e loro capiranno…
Una città in area di interdizione totale
Se si proietta quel che viene fatto rispettare poco più a Nord, in pratica, ai “patrioti” piombinesi viene proposto di vivere 24 ore su 24 in zona di interdizione totale. Basteranno le rassicurazioni di Cingolani che si è affrettato a dire che non sarà per sempre ma solo per tre anni… e d’altronde c’è da capire ed essere comprensivi: se poco più a nord il gas viene immesso nella Rete Nazionale dei Gasdotti tramite una condotta sottomarina che giunge a terra, realizzata e gestita da Snam, di 36,5 km totali, di cui: 29,5 km in mare, 5 km nel Canale Scolmatore e i restanti 2 km sulla terraferma, questo inutile aggravio di costi e tempi piazzando la Golar Tundra direttamente nel porto, in prossimità con i traghetti per l’Elba (3 milioni di passeggerei l’anno), sarà risparmiato.
Per fare una cosa fatta bene e senza troppi intoppi, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato per decreto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ed il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini quali commissari straordinari per i rigassificatori previsti in Toscana a Piombino ed in Emilia Romagna a Ravenna.
Messo in causa, Giani “si gasa”, e corre in sopralluogo al porto dove dichiara, non senza la giusta enfasi richiesta dalle circostanze: «Affronterò un incarico di primario interesse nazionale, tenendo anche presenti le esigenze della comunità di Piombino e della Val di Cornia». Si lamenta, però, il sindaco Francesco Ferrari dalle pagine del corriere (a chi gli chiede, che rapporti avrà con il presidente della Regione): «Tra istituzioni il dialogo è obbligatorio ma Giani ha fatto un enorme errore: ha dato la disponibilità di Piombino senza neppure sentire la nostra comunità, il territorio. Piombino con cento anni di siderurgia ha già dato tanto al Paese».
Il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, sottolinea Giani, che mostra così di aver ben compreso il da farsi, prevede che «le opere saranno finalizzate all’incremento della capacità di stoccaggio e rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti e saranno collegate alle reti di trasporto esistenti a livello regionale» e continua:
«Ho già parlato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofali e con il ministro Cingolani che hanno sottolineato la responsabilità e delicatezza dell’incarico e la loro fiducia in me. È una questione di interesse nazionale e dobbiamo cogliere l’opportunità per Piombino di passare dalla marginalità ad una nuova centralità e ad una nuova fase di sviluppo economico, mettendosi a servizio del Paese».
Giani baratta la sicurezza dei piombinesi con opportune compensazioni:
«Avendo dal governo una spinta sulle bonifiche, appena una settimana fa noi abbiamo stanziato per questo 10 milioni di euro. Come commissario straordinario poi parlerò presto con l’Ad di Anas affinché velocizzi al massimo il primo lotto della strada 398 che collega il porto senza passare dal centro città, alleggerendo così il traffico. E nelle aree limitrofe alla acciaieria può nascere una ‘hydrogenian valley’ di rilievo nazionale».
Ed ecco il punto di svolta che mette d’accordo tutti:
«Un rapporto costruttivo, in armonia, con il sindaco di Piombino e non solo». «Svolgerò il lavoro con una continua interlocuzione con il Comune di Piombino, con gli enti locali dell’area, con l’Autorità portuale ed in costante collegamento con Snam. È in gioco una partita strategica fondamentale, per ridurre la dipendenza del nostro Paese dal gas russo. Dovremo affrontarla tenendo presente la realtà di Piombino, anche per un altro aspetto importante. Domani a Roma ci sarà l’avvio della fase per l’addendum per il rilancio dell’acciaieria Jsw. Al farsi carico di un così forte interesse nazionale deve accompagnarsi un sostegno da parte del Governo perché Piombino possa venire riconosciuto come polo strategico, capace di attrarre investimenti e creare lavoro e sviluppo negli impianti siderurgici».
Il duetto si svolge ora in sintonia con il Sindaco che alla domanda, proveniente dal solito interlocutore: Spera, pensa, crede che arriveranno compensazioni per la città e i piombinesi? così risponde:
«certe compensazioni, come le bonifiche, ci spettano ma non esiste compensazione che regga davanti al rallentamento del processo di diversificazione e di sviluppo della città».
Anche il Comune di Pisa aveva a suo tempo fatto ricorso opponendosi al rigassificatore Olt. È successivamente sceso a patti barattando la sicurezza dei cittadini in seguito all’impegno, da parte della Società OLT Offshore LNG Toscana, a riaprire il Canale Incile come opera a titolo di compensazione per la realizzazione del rigassificatore al largo delle coste tra Livorno e Pisa. L’accordo per la riapertura del Canale è stato firmato in data 28 novembre 2011. La società Olt ha speso 6,7 milioni di euro per la sua realizzazione (2).
Ad opporsi al progetto di rigassificatore offshore di Livorno/Pisa anche Greenpeace e un gruppo di privati cittadini che avevano fatto ricorso contro il decreto autorizzativo del 2006. Il Consiglio di Stato aveva però dato ragione in via definitiva a Olt Offshore LNG Toscana.
Con due sentenze, il Cds dichiarò, infatti, irricevibili e/o inammissibili i ricorsi che erano stati invece parzialmente accolti nel 2008 dal Tar Toscana.
Il Tribunale amministrativo aveva in particolare rilevato nel decreto autorizzativo l’assenza di una necessaria autorizzazione demaniale e il mancato rispetto della convenzione di Aarhus.
Olt aveva, tuttavia, presentato ricorso al Consiglio di Stato ottenendo, nelle more, la sospensione cautelare degli effetti delle sentenze.
Come la prenderanno i Piombinesi quando si faranno consapevoli della macchinazione in atto a danno della loro sicurezza? Non bene a giudicare dalle prime reazioni…
Ci si è messa anche la “sfortuna” di un incidente esplosivo nell’impianto a gas liquefatto di Freeport avvenuto proprio in questi giorni, l’8 giugno, nel Texas.
E pensare che Piero Angela insieme a Lorenzo Pinna nel loro LA SFIDA DEL SECOLO – ENERGIA 200 domande sul futuro dei nostri figli – Mondadori, III edizione gennaio 2007, a pagina 99, avevano descritto come IL PEGGIORE INCIDENTE IMMAGINABILE quello che un giorno, speriamo mai, avrebbe coinvolto una nave gasiera a pieno carico.
(1) https://www.byoblu.com/2022/03/11/grandangolo-pangea-la-rassegna-stampa-internazionale-di-byoblu-38-puntata/
(2) https://www.comune.pisa.it/it/articolo/pisa-torna-al-mare
(*) Secondo il Sole 24 Ore ci troviamo oggi in uno stato di preallarme (“early warning”), causato dalle decisioni di partecipazione al conflitto del governo nelle forme che sappiamo.
Il «Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale» prevede tre livelli di crisi: preallarme, allarme (“alert”) ed emergenza (“emergency”) che non possono non far tornare in mente le regioni colorate dall’emergenza sanitaria. Lo stato emergency prevede “regole di dispacciamento della produzione di energia elettrica, riduzione obbligatoria del prelievo di gas dei clienti industriali, definizione di nuove soglie di temperatura e/o orari per il riscaldamento, sospensione dell’obbligo di fornitura verso i clienti non tutelati, sospensione della tutela di prezzo, utilizzo dello stoccaggio strategico, interrompibilità del gas per alcune industrie“.
Commenta per primo