I talebani della Corte Suprema degli Stati Uniti e il “sogno americano”

Armi e aborto le barbarie degli USA

I talebani della Corte Suprema degli Stati Uniti aboliscono l'aborto e autorizzano l'uso di armi per qualsiasi motivo fuori dalla propria abitazione

I membri della Corte Suprema degli Stati Uniti gettano la maschera e in sole 48 ore si disintegra il sogno americano, se mai fosse esistito realmente, ma la verità nascosta per oltre 50 anni ora è chiara è trasparente, subiamo “l’incubo americano”.

In giro per il mondo come “esportatori di democrazia” per mezzo del 173th Airborne Brigade (Stati Uniti), la 173° Brigata AvioTrasportata degli USA, con base in Italia ad Ederle, hanno terrorizzato milioni di cittadini, alimentato guerre, ordinato ed organizzato colpi di Stato, assassinii, torture e carcerazioni illegali. “Guai a raccontare cosa fanno i nostri marines”, questo il monito degli USA al mondo del giornalismo, Julian Assange rischia di essere il primo a pagare queste conseguenze, in carcere da anni e ora in pericolo di vita, potrebbe finire nelle mani di chi ha tentato anche di ucciderlo, gli USA. Ora chi ha subito tutto questo non solo ne è consapevole ma non è disposto a subire oltre l’egemonia degli USA e i conflitti sociali, territoriali ed economici si elencano e si moltiplicano in tutto il mondo. Dal sud ad oriente mentre ad est si è configurato come un conflitto armato per cui sono coinvolti quasi tutti i paesi membri dell’Europa, della Nato, la Gran Bretagna e gli USA.

Una piccola premessa, i membri della Corte Suprema degli Stati Uniti sono eletti a vita.

I talebani della Corte Suprema degli Stati Uniti hanno bocciato le restrizioni in vigore a New York che annullavano la validità del porto d’armi al di fuori della propria abitazione.

Sancendo, di fatto, il diritto a portare con sé la propria arma anche al di fuori delle abitazioni private senza dover motivare con un valido motivo.

La Corte Suprema ha rigettato una legge di Stato, in vigore da oltre un secolo.

Non è la prima volta che la Corte si pronuncia sul secondo emendamento; la sentenza arriva proprio mentre il presidente Biden si preparava, con poca convinzione, l’approvazione da parte del Congresso di una legge sulle armi più restrittiva, la solita campagna a seguito dell’ennesima strage di innocenti in una scuola o nel supermercato. L’inquilino della Casa Bianca si è detto “molto deluso”. Mentre fanno festa all’NRA, la lobby delle armi, con un Twitter rivendicano la scelta della Corte: “la Corte Suprema ha stabilito che le restrizioni sulle armi a New York sono incostituzionali”.

I talebani della Corte Suprema degli Stati Uniti, non ancora con la pancia piena, dopo 50 anni hanno rivisto i criteri sanitari dell’aborto, sul massimo delle 24 settimane, rimandando la decisione ad ogni Stato negli USA e immediatamente la sentenza è applicata già in 9 Stati.

“L’aborto presenta una profonda questione morale. E la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto” si legge nella sentenza. Sei giudici, tre dei quali nominati dall’ex presidente Donald Trump, hanno votato a favore e tre – Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer – contro. “Tristemente, molte donne hanno perso oggi una tutela costituzionale fondamentale. Noi dissentiamo” hanno dichiarato i tre giudici contrari alla decisione ma nulla si può fare, perché i talebani, conservatori, controllano quasi tutti i tribunali negli USA.

A seguito della decisione dei talebani della Corte degli USA, commenti e prime manifestazioni di protesta “ingrassano” giornali e tv ma sembra tutto rimandato allo scontro elettorale a novembre, quindi una sfida tutta negli USA tra democratici e conservatori.

Hanno vinto i talebani della Corte e le donne americane che resteranno incinte non potranno prendere decisioni personali riguardanti il loro corpo, il loro futuro e il benessere dei loro familiari. Saranno costrette a partorire o a cercare di abortire in modo insicuro e illegale. Dopo decenni di campagne per controllare il corpo delle donne, i talebani della Corte hanno raggiunto i loro obiettivi e attraverso leggi statali la criminalizzazione dell’aborto negli USA è un fatto.

La sentenza della Corte degli USA potrebbe avere conseguenze in molti Stati nel mondo, anche in Italia, i medici obiettori di coscienza che si oppongo all’applicazione dell’aborto sono l’80% dei ginecologi

 

 

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3 Commenti

  1. Mi stupisco che anche voi siate dell’idea che l’aborto sia un diritto. Francamente sono alquanto deluso.

    • Ciao Carlo l’articolo non menziona del diritto, puntualizza cosa è accaduto su due questioni sociali molto importanti

      • L’articolo prende una chiara posizione definendo i membri della corte Talebani,
        “Hanno vinto i talebani della Corte e le donne americane che resteranno incinte non potranno prendere decisioni personali riguardanti il loro corpo” senza considerare che la vita che cresce nel loro corpo non è il loro corpo. Sono problemi sempre grossi e non si devono affrontare in questo modo.

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