Ultima spes

di Guido Grossi

Caro Presidente Mattarella,

non vedi forse anche Tu, come noi vediamo, la pericolosissima voragine che separa noi cittadini da tutti i politici arroccati nelle Istituzioni?

Tu hai la possibilità concreta, ora, di evitare che l’Italia tutta ci sprofondi, in quella voragine, portandosi appresso nei prossimi mesi quel poco che resta del tessuto sociale, economico, politico, che ancora tiene miracolosamente in piedi il nostro meraviglioso Paese.

Paziente, è la popolazione italiana. Obbediente. Resiliente. Abituata da secoli a fronteggiare con mirabile creatività le peggiori situazioni. Capace di risorgere dalle ceneri.

Ma fino a quando potrà essere ancora tirata la corda di quella pazienza?

Centinaia di migliaia di persone hanno perso il lavoro, nonostante i divieti di licenziamenti. Tutti noi sappiamo che diventeranno milioni.

Quante delle piccole e medie aziende italiane chiuderanno nei prossimi mesi, stremate da decisioni politiche devastanti? Centinaia di migliaia o milioni?

Una quarantena di quaranta giorni permette di ridurre i rischi; un lock down di quasi un anno uccide, avvelena lo spirito, demolisce la speranza nel futuro indebolendo perfino le nostre difese immunitarie; pericolosamente, colpevolmente, proprio in questo periodo!

Nessun serio sostegno è arrivato a quel mondo che produce, fatto di lavoro e imprese, obbligato a vivere situazioni che sarebbero grottesche, se non fossero tragiche.

Nessun supporto degno di nota, quasi a sottolineare che quelle idee malsane che circolano da tempo e ritengono il mondo della piccola e media impresa italiana “poco competitiva”, e quindi da “lasciar morire”, abbia trovato un sostanziale supporto nelle Istituzioni.

C’è una volontà istituzionale di uccidere la piccola e media impresa italiana?

Lo difendiamo o no il nostro tessuto sociale fatto di lavoro operoso e creativo, che il resto del mondo industriale teme e ci invidia?

Mentre quel mondo rischia di sprofondare per sempre, la finanza speculativa gongola e fa affari multimiliardari, usando fra l’altro proprio quei nostri importanti e preziosi risparmi che da sempre caratterizzano la popolazione italiana. Risparmi che le Istituzioni avrebbero potuto e dovuto proteggere e contemporaneamente indirizzare a sostegno del tessuto sociale ed economico, e invece lasciano colpevolmente nelle grinfie della speculazione mondiale.

Nessuna! Nessuna delle soluzioni adottate dal governo – con procedure che hanno violentato la democrazia – ha portato giovamento alla popolazione, in nessun campo. Né sanitario, né economico, e tantomeno psicologico.

Assordante è il silenzio inoperoso del Parlamento, della Corte costituzionale, degli organi di controllo, di fronte ai Principi Fondamentali della nostra legge suprema che lo capisce anche un bambino quanto oramai siano ridotti a carta straccia, infangati da decisioni amministrative che hanno demolito, uno per uno, ogni nostro diritto costituzionale.

Ogni senso di legalità, di giustizia sociale, di libertà e dignità, è andato perso.

Ora.

Ora, Presidente, Tu hai una preziosa possibilità.

Puoi scegliere di ignorare quel chiacchiericcio infecondo che proviene oramai monotono dallo stantio mondo della politica spettacolo, che con il gioco delle tre carte vorrebbe “cambiare tutto per non cambiare niente”, sorretto ormai solo dal compiacente mondo mediatico.

Tu lo sai, vero, che quei media sono controllati dallo stesso potere economico mondiale che si sta fregando le mani, nel vedere l’agonia del mondo delle piccole imprese italiane…

Ignorali, e rivolgiti piuttosto dall’alto del Tuo ruolo istituzionale a imporre il rispetto della Costituzione, dal primo all’ultimo articolo, senza eccezione. Togli al Governo quello strapotere che ha usato così male e che nessuno stato di eccezione può ancora giustificare. Ordina al Parlamento di riprendersi le sue responsabilità. Imponi una legge elettorale che restituisca a noi cittadini il potere usurpato di sceglierci i nostri rappresentanti. E poi sciogli le camere.

Guarda alla società civile.

Lo vedi, il magma di immense energie?

Non lasciamole esplodere. Indirizziamole piuttosto al bene comune. Tu puoi indicare la via.

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1 Commento

  1. “Quelli che invocano Mattarella mi ricordano Salvador Allende” ebbe a scrivere il Prof. Sinagra. Allende agli inizi del colpo di stato del 1973, ricorda Aylwuin (è sempre Sinagra a riferirlo) chiedeva l’intervento di Pinochet, da lui nominato capo di stato maggiore, perché dipendesse lo Stato dai golpisti.

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