Mes 2021: i politici e le leggi boomerang

Lettera a Vito Crimi & c.

di Franz Ferrè

Crisi economica e crisi politica

Si è momentaneamente conclusa la (breve) vicenda parlamentare relativa al mandato per l’approvazione del nuovo regolamento del Meccanismo Europeo di Stabilità. L’atto finale è stato il nulla osta al Presidente del Consiglio approvato a maggioranza dal Parlamento il 9 dicembre scorso per l’OK, in sede di Consiglio Europeo, del testo della riforma del Meccanismo, come licenziato dall’Eurogruppo.

Il partito più rappresentato in Parlamento (ma non nel paese, come è ormai a tutti evidente) è il Movimento 5 Stelle, che è anche, di conseguenza, il primo partito della maggioranza di governo. Questo partito ha votato quasi compatto (con l’eccezione di una dozzina di esponenti) in favore del mandato di approvazione, argomentando con sottigliezza che approvare la riforma peggiorativa del già largamente schifato (dagli altri paesi) MES non significa automaticamente ricorrervi: qualunque richiesta di adesione dovrà essere approvata dal Parlamento (sottinteso: e lì ci penseremo noi a bocciarla, visto che fino a ieri ci eravamo dichiarati contrari al MES senza se e senza ma).

Ora, io mi rivolgo a Vito Crimi, così detto “capo politico” del Movimento, con il quale ho avuto contatti ai tempi dei “tavoli di lavoro” nel lontano 2009, quando M5S era solo una rete di gruppi di discussione costituiti a livello nazionale (i Meetup) ed a Milano ci si riuniva con altri futuri parlamentari, tipo Paola Carinelli, Enzo Caso, Manlio Di Stefano, etc per “stilare il programma” di ciò che si sarebbe presentato (movimento? Partito? Lista civica? Ancora non si sapeva) alla prima tornata elettorale disponibile. Fin da allora, ricorderai, il Movimento ha basato parte consistente del proprio “appeal” su una serie di parole d’ordine, che hanno raccolto sempre maggiori consensi per la loro radicalità e nettezza, in cui spiccavano inequivocabili (e ampiamente condivisibili) argomenti euroscettici. Non è dato sapere quanta parte dei consensi del Movimento derivassero da quella parte di programma, ma è un fatto che nel 2013 il Movimento (ancora euroscettico) prese il 25% dei voti alle elezioni politiche; solo un anno dopo, dopo 12 mesi di bombardamento mediatico (e, fatto non secondario, alcuni incontri riservati dei cofondatori all’ambasciata americana) il programma politico del Movimento per le successive elezioni europee presentava la supercazzola istituzionale del Referendum sull’Euro – di fatto un’abiura all’euroscetticismo – e i voti alle Elezioni Europee furono quasi 3 milioni meno di 15 mesi prima. Coincidenze? Può darsi, ma pensa che allora non eravate ancora stati al governo.

Da allora, sul tema del rapporto tra Italia ed Unione Europea, il Movimento ha oscillato tra il silenzio imbarazzato ed il lento arretramento, con sempre più frequenti “picchi” di allineamento traumatico al dogma europeo, il più famoso (e maldestro) dei quali è stato senza dubbio il fallito tentativo di affiliazione al gruppo ultra-europeista dell’ALDE presso il Parlamento di Strasburgo, che lasciava chiaramente intravedere un’aspirazione insoddisfatta ad essere “accettati” presso il salotto buono della politica.

Questo complesso di inferiorità, che, a onor del vero, non è solo del M5S, ma storicamente caratterizza tutta la classe politica italiana, ha portato al progressivo abbandono dei temi critici verso Euro, Istituzioni Europee ed Unione Europea in genere, mitigato temporaneamente (a causa delle “cattive compagnie” dei leghisti euroscettici ai primi tempi del Governo gialloverde) da qualche isolata uscita di Di Maio o dell’esule Di Battista, ben presto dimenticate dai più.

Non c’è quindi da stupirsi se oggi voi, dopo avere ribaltato punti molto più importanti del vostro originario programma politico, primo fra tutti l’abiura eterna ad ogni qualsivoglia alleanza con il PD, abbiate deciso, al termine di consultazioni riservate (altro punto abiurato) di dire “sì” al mandato di approvazione del testo di Riforma del MES affidando a te, capo politico non eletto (e tre) e provvisorio del Movimento, la responsabilità di argomentarlo.

Del resto ciò che mi preme dirti, non riguarda il fatto in sé, ma il “razionale” con cui hai giustificato questa nefandezza (che potrebbe avere riflessi enormi sul futuro dell’intero paese, ma questo non so se tu e gran parte dei tuoi siete in grado di coglierlo). Ovvero la dichiarazione che il M5S stava approvando una cosa di cui ha sempre sostenuto (giustamente) l’assoluta nocività perché, tanto, si sarebbe sempre opposto alla sua applicazione. Questo argomento è un capolavoro di pressapochismo, stupidità e ignoranza che ha pochi precedenti nella storia recente del nostro paese.

Vito, ascoltami.

Dire che non useremo mai il MES è pressapochismo, perché non appena, in un modo o nell’altro, l’emergenza Covid sarà mediaticamente accantonata, l’Italia tornerà nel mirino della UE, che chiederà di rientrare dal Debito Pubblico (aumentato, nel frattempo) e di riprendere l’austerità di bilancio, mai del tutto abbandonata (vista la scarsità degli indennizzi per le imprese in difficoltà). Falliranno le banche sotto il peso degli NPL e del calendar provisioning (non sai cos’è? Male… chiedi al tuo ex alleato Borghi che te lo spiega in due minuti), ci verranno richiesti avanzi primari monstre e verranno chiusi i rubinetti finanziari, e allora non resterà che… richiedere il MES. Ti sono chiari i passaggi logici? La tavola adesso è apparecchiata, Vito, e il cameriere che l’ha apparecchiata sei (anche) tu… si tratta solo di vedere quando inizierà la cena e non è una bella cosa, visto che il pasto siamo noi.

In secondo luogo, dire apertamente “possiamo approvare il nuovo MES, perché ci opporremo alla sua applicazione” è prova di stupidità: chi credi di intortare, Vito? Pensi che i tuoi cari alleati del PD non si accorgano della tua doppiezza tipo “diamogli un contentino adesso, tanto poi, quando sarà il momento, li lasceremo a bocca asciutta”? Pensi che non si noti, non si veda? Credi che non lo sappiano che, al momento opportuno, vi verrà fatta la classica “proposta che non si può rifiutare” (vedi pressapochismo sui modi) e voterete pure quello?

Infine, approvare una cosa come il MES con la sicumera di chi poi sarà sempre in grado di farla franca rivela ignoranza, abissale ignoranza. Della storia recente e della politica, innanzitutto. Ricordi Tangentopoli? Era il 1992, ed eri già abbastanza grande, credo, per ricordare Craxi sommerso dalle monetine davanti all’Hotel Raphael di Roma, o la faccia di Forlani mentre, con la bava alla bocca, balbettava di fronte ai giudici di Milano. I politici della Prima repubblica (non tutti, ma molti tra i più potenti) finirono la propria carriera a causa dell’applicazione di una legge – quella che proibiva il finanziamento dei partiti – che loro stessi avevano approvato qualche anno prima dandosi di gomito al grido di “tanto, chi vuoi che la applicherà?”

Il Muro di Berlino cadde, il vento cambiò in tutto il mondo e qualcuno decise che in Italia era tempo di mettere mano al ricambio della classe politica, ed ecco che lo strumento era bell’e pronto, preparato da quella stessa classe politica che ne sarebbe stata la principale vittima.

Non ti mette i brividi, Vito?

Non credi che, per prendersi quel tipo di responsabilità ci sia bisogno di qualche certezza in più? Certezze che non puoi avere né sulla materia che hai approvato né, soprattutto, sui modi in cui quella decisione potrebbe ritorcersi contro di noi e, quindi, inevitabilmente, contro di voi? Non pensi che ci sarebbe voluta quantomeno un’elezione che permettesse preventivamente a noi di esprimerci sulle capacità tue e del Movimento di prendersi quel tipo di responsabilità? Avallare una cosa dalle conseguenze così enormi ed imprevedibili (per te, intendo; a me sembrano prevedibilissime) solo perché fare il deputato e il politico è molto meglio che fare l’assistente giudiziario del tribunale di Brescia è una forma di egoismo che la storia non ti perdonerà.

E potrebbe non essere solo una metafora, Vito. Ricorda che “la storia siamo noi”, come diceva quel tale. Pensaci.

Print Friendly, PDF & Email

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*