La Storia pre e post risorgimentale del paese di Fra diavolo a 160 anni dall’unificazione

Egoismo umano

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di Max Bonelli

Negli ultimi venti anni sul Risorgimento e sul processo di unificazione che ha portato il meridione ad unirsi al resto del paese si è scritto un pò di tutto.

Gli italiani amano dividersi e ricercare un rassicurante nemico che può essere quello del campanile accanto o della regione posta più a nord od a sud che sia. Se a questo aggiungiamo che un popolo,(spesso afflitto nella sua maggioranza dall’ignavia come insegna Dante), ha l’idiosincrasia per gli eroi soprattutto se vivono come poveri tipo Garibaldi ed ammirano invece i campioni di furbizia e disonestà come il ventennio del cavaliere ha dimostrato, il quadro della confusione storica odierna sull’argomento si fa completo.

Ora non voglio annoiare il lettore con citazioni e riferimenti storici che possono essere ribattuti con altri di segno opposto, voglio raccontare una storia vera legata ad un borgo ridente sulla via Appia tra Napoli e Roma conosciuto per aver dato i natali ad   un brigante eroe dal nome leggermente “noir” Fra Diavolo.

Del borgo di Itri conosco le pietre, gli alberi ed i suoi visi in un “animus” genetico visto che la mia famiglia sia da parte paterna che da parte materna discende da gente del luogo e mi permetterà di descrivere nel dettaglio cosa era il regno dei Borboni, ovvero Regno delle due Sicilie.

Partiamo dal suo eroe Fra Diavolo, Michele Pezza questo era il suo nome di battesimo, giovane vivace che negli ultimi anni del 1700 si macchia di due omicidi, il primo a caldo in diverbio il secondo (il fratello del primo ucciso) a freddo (gli spara alla schiena).

Fu ricercato dalle autorità borboniche solo al secondo omicidio ed invano, nonostante la forte presenza militare e poliziesca nella vicina piazzaforte di Gaeta.

L’inefficienza della “catturandi” borbonica era quasi la regola per gli standard giudiziari vigenti nello stato.

Con l’invasione di Napoleone dell’Italia ed in particolare del regno borbonico fu arruolato nei cacciatori di Sicilia e tale arruolamento gli cancellò i due omicidi.

Questo per darvi uno spaccato di ciò che era la giustizia nel Regno delle due Sicilie.

Ma non voglio parlare male di Fra Diavolo che dal momento dell’arruolamento in poi in effetti si riscattò, difendendo il regno in maniera eroica e costringendo i francesi ad un enorme dispiego di forze per anni fino alla sua cattura e successiva impiccagione sotto il regno del generale Murat.

Il nostro eroe non solo diede la vita per i Borboni ma anche anticipando del suo per arruolare gente nella guerriglia nella difesa della patria. I soldi anticipati non gli furono mai restituiti ne in vita ne dopo nonostante le sue insistenti richieste. Per la cronaca Murat per placare la popolazioni delle efferatezze che la cavalleria francese-polacca aveva compiuto nel borgo portò l’acqua potabile nel paese, facendo installare una fontana ottagonale ancora funzionante sulla via Appia arteria che attraversa Itri e chiamata appunto fontana Murat.

Nelle decine di anni di regno borbonico non erano riusciti a dare l’acqua potabile nel borgo e mio nonno materno mi narrava che il tifo ed il colera erano endemici e scomparvero solo ai primi del 1900.

Gli abitanti attingevano l’acqua potabile dalle cisterne o dal torrente soggetto a magre estive e dovettero ringraziare l’occupante a malincuore per aver avuto finalmente il sospirato bene primario.

Comunque anche se il tifo ed il colera erano endemici, non mancavano dottori nel piccolo borgo per essere curati con gli scarsi mezzi dell’epoca o notai ed avvocati per coadiuvare le incombenze di successione che la dipartita dei più deboli imponeva.

Infatti i laureati in legge e medicina , grazie anche al sistema di tassazione che equiparava i laureati in queste due categorie ai nobili, erano in gran parte esenti da tassazione.(1)

Certo era difficile vivere decorosamente della propria professione quando si vive in mezzo a tanti “malati di fame” come recitava la canzone di D’Andre’ e cosi i possedimenti terrieri e la mezzadria aiutavano a mantenere il giusto decoro. Spesso si sposavano tra cugini per mantenere i possedimenti in famiglia ed in quantità sufficiente al tenore di vita.

Non sono pettegolezzi ma storia delle famiglie “migliori” del borgo compresa la mia che vanta in linea materna medici fin dal 1600.

Non a caso il medico del reggimento di volontari di Fra Diavolo era un mio antenato diretto, anche lui non fu pagato dal re Borbone.

Con questi presupposti dopo la restaurazione di Vienna , qualcosa si ruppe tra la borghesia meridionale e la dinastia borbonica.

Complice la debolezza militare che si evidenziò con continue rivolte sia in Sicilia che tra i militari d’ispirazione liberale. Itri non fu immune da queste tensioni rivoluzionare. Parecchi giovani della borghesia intellettuale si affiliarono alla carboneria, uno tra questi era Gennaro Bonelli nipote di quel medico militare che aveva combattuto a favore dei Borboni.

 

Affiliato alla carboneria fu imprigionato a Gaeta, rilasciato, venuto a conoscenza che era ricercato da sicari scappò nel regno pontificio e vi ritornò solo dopo la disfatta militare dei borboni nel 1860. Fu eletto sindaco del borgo ed a lui si deve l’istituzione del cimitero comunale.

Esatto avete letto bene, prima non c’era il cimitero a Itri, i morti si seppellivano dove era meglio possibile in base alle possibilità della famiglia, non di rado in un angolo di piccoli appezzamenti.

Non fu il solo merito di questo patriota, si dedicò alla lotta al brigantaggio locale catturando di persona il brigante Garofalo(2) e nello stesso tempo

grazie ai suoi accreditamenti si adoperò a mitigare la repressione piemontese sui contadini che per la massima parte avevano simpatie borboniche.

Itri anche con il cimitero e con l’acqua pubblica che moltiplicò gli accessi

con diverse fontane pubbliche rimaneva un paesino dove gli asini ed i muli erano elementi incorporati nell’urbanistica del paese con le stalle al piano terra e le abitazioni ai piani superiori e solo ai primi del 900

l’Unità d’Italia donò la stazione ferroviaria al borgo.

Stazione che accelerò il processo migratorio, già in atto dal 1870 in poi.

Questa breve digressione di storia locale messa in rapporto con l’operato delle amministrazioni pubbliche penso sia il modo migliore per dare un giudizio storico sul governo pre e post unificazione.

Non penso che Itri, che per altro si trova dietro Gaeta uno dei principali porti del Regno borbonico, sia stata particolarmente trascurata rispetto ad altri borghi, al contrario penso che sia una buona misura per capirela realtà storica.

Questa con il passare degli anni può essere travisata e forse capiterà tra duecento anni che venga guardato con nostalgia la nostra quarantena obbligata, le zone rosse e via dicendo viste come momenti di “riscoperta della quiete famigliare o della vita in famiglia”, e si ometteranno i disastri economici odierni. La distanza storica può fare brutti scherzi.

(1)Reale Dispaccio del 24 dicembre 1774 : “ …la Maestà Sua … ha comandato, con Real Carta del 1° dello andante, che prima di ogni altro si faccia costà la distinzione dei ceti in tre classi. Una cioè delle famiglie nobili, la quale comprender debba tutti coloro che vivono nobilmente e che li di loro maggiori così parimenti hanno vissuto; con includersi in detta classe li nobili di privilegio, cioè, li dottori di legge, li dottori di medicina, in quanto però alle persone non già alle famiglie. Ben inteso che li dottori di legge, subito avranno da padre in figlio acquistato lo stesso onore, debbono essere ascritte le famiglie delli medesimi al primo ceto, purché non si esercitino in mestieri vili e servili. Non così per li medici, l’ascrizione dei quali alla prima classe sarà sempre delle persone tantum, e con condizione espressamente richiesta in detta Real Carta, che non possano giammai essere eletti per individui nel Decurionato o per annuali amministratori dell’Università. Nella seconda classe vuole il Re che vi siano ascritte le famiglie di coloro che vivono civilmente, come ancora li notari, li mercadanti, li cerusici e gli speziali ; e nella terza finalmente gli artisti e li bracciali”.

 

 

2)

https://golfoeventi.it/2019/02/19/il-brigante-garofalo/

 

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