Musica&Parole Fratelli D’Italia, la Calabria s’è desta!

Musica e parole

di Alessio Felicetti

Calabria Evolutions a Corigliano-Rossano e Mirto, un messaggio a tutela dell’arte di un’intera regione I giovani Calabresi e la cultura tradizionale bandistica: un vanto per tutta la nazione                                                                                                  Intervista al maestro Maurizio Managò

Un Sud Italia che si innalza, destandosi alle magnificenze artistiche tradizionali: la cultura bandistica. E’ ciò che sta avvenendo in queste giorni in Calabria, una terra che dimostra di essere un centro culturale importante nella nazione e lo fa puntando sulla musica e soprattutto sui giovani. La Calabria è da sempre un punto di riferimento per la cultura bandistica, per l’arte musicale in generale e per la straordinarietà dei geni giovanili che spesso, non trovando la giusta valorizzazione delle proprie doti in casa propria, emigrano alla ricerca del giusto terreno fertile. Certamente un terreno che meriterebbe una coltivazione prosperosa da parte delle autorità governative. In queste ore sono in corso le prove del concerto di “Calabria Evolutions”, evento che riunirà, il 29 e 30 Luglio, circa cento giovani musicisti che non si conoscono tra loro per esprimere il messaggio universale della musica: quello della solidarietà, dell’armonia, dando ancora una volta l’esempio da seguire per ottenere una società migliore. Evento che calca nuovamente l’importanza della cultura e dell’arte Italiana, in particolare musicale, de sempre un riferimento per il mondo. Occasione per dimostrare, alle Istituzioni, che la Calabria non è una Regione da sottovalutare poiché l’arte scorre nelle sue vene come un fiume irruente.

Il Maestro Maurizio Managò, orgoglio calabrese, è creatore e Maestro-Direttore dell’Orchestra Giovanile di Laureana di Borrello, dell’Orchestra di Fiati di Delianuova, della Concert Band di Melicucco, dei Giovani Fiati Reggini e dell’Orchestra Tirrenium, formazioni musicali che hanno avviato il cambiamento e il successo della banda musicale in Calabria. Con questi gruppi, in pochi anni, si è affermato in molti dei principali Concorsi Nazionali ed Internazionali. Dall’anno accademico 2020-2021 è docente della Classe di Direzione e Strumentazione presso il Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia. Ha all’attivo più di 1500 concerti, tra i quali al Palau de la Musica di Valencia; Piazza San Pietro Roma, alla presenza di Papa Francesco I; Sala Verdi del Conservatorio di Milano; Musei Vaticani; Palazzo Italia di Expò Milano; Teatro San Carlo di Napoli; Brucknerhaus di Linz in Austria; Auditorium Conservatorio Santa Cecilia Roma; Sito Archeologico Tomba dei Re di Gerusalemme; Basilica della Natività a Betlemme; Teatro Greco di Ischia per la “Fondazione William Walton”. Chiesa degli Artisti – Roma. La sua attività vanta della prestigiosa collaborazione con il M° Riccardo Muti, fervente sostenitore dei progetti musicali di Maurizio Managò e con il quale ha diretto insieme nelle seguenti manifestazioni: al Ravenna Festival nel giugno del 2008, a Reggio Calabria nel luglio del 2012, al Concerto dell’Amicizia a Mirandola (MO) nel luglio del 2013, al Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia nell’Agosto del 2014. Vanta alcune prestigiose collaborazioni: con il Coro Alive dell’Arena di Verona, il Coro di Voci Bianche del Teatro Regio di Parma e il Coro di Voci Bianche del Teatro Massimo di Palermo. Con importanti personalità come Roger Webster, Steven Mead, Gabriele Cassone, Fabrizio Meloni, David Childs, Calogero Palermo, Enzo Turriziani, Jorgen Van Rijen, Nello Salza, Tosca D’Aquino, e tanti tanti altri. Per la sua opera meritoria è stato insignito di numerosissimi premi, tra cui il Premio Kairos – Pericle D’Oro- Premio Note sullo Stretto – Premio Calabria-America – Premio Memorie Migrate – Premio Reggio Calabria Day – Premio Valarioti-Impastato – La Cittadinanza Onoraria delle Città di Laureana di Borrello e Melicucco – Premio La Città del Sol. Dal 2008 in poi, presso le seguenti istituzioni: Università di Bologna, Conservatorio di Musica di Trento, Università Tor Vergata di Roma, Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, Conservatorio di Valencia (Spagna), Università degli Studi di Catania, Conservatorio di Musica di Monopoli, Conservatorio di Musica di Reggio Calabria e Conservatorio di Musica di Cosenza, sono state realizzate Tesi di Laurea e di Dottorato che trattano l’attività del maestro Managò e delle sue formazioni musicali. E’ il fondatore e Direttore Artistico di alcune manifestazioni di grande rilievo, come il Concorso Nazionale Bandistico AMA Calabria-Suoni in Aspromonte, il Premio Una Vita per la Musica, la Settimana della Musica denominata Primavera in Musica, il campus musicale estivo Calabria Evolutions e le Stagioni Concertistiche Ebani e Ottoni. Viene inoltre, spesso, invitato in qualità di relatore, componente di giuria nei concorsi, tra i più recenti al Concorso Internazionale di Riva Del Garda, e come docente per master class di direzione e concertazione.

Maestro, la cultura bandistica è spesso “sconosciuta” o, peggio, sottovalutata. Entrambi sappiamo, invece, quanto sia fondamentale questa realtà culturale in Italia, una nazione con un’importanza artistica, culturale, fondamentale che ha ispirato il mondo intero per secoli. E’ una cultura, quella bandistica, fondamentale per tutta la società, specialmente al Sud. Specialmente per i giovani.

Data la sua enorme esperienza, ci può parlare di questa realtà musicale dal suo punto di vista?

E’ ampiamente riconosciuta la funzione divulgativa che la banda, soprattutto quella tradizionale dell’Italia Meridionale; ha avuto per decenni, quando, appunto non esistevano supporti elettronici e soprattutto il teatro era soltanto un lusso per le classi agiate; la musica in piazza, offerta da un concerto bandistico, soprattutto durante le feste religiose, costituiva l’unica occasione, ad esempio, per poter ascoltare trascrizioni di un’opera lirica. Oggi, in teatro possono andare in molti e grazie all’avvento di diversi supporti tecnologici e di diffusione la musica bandistica potrebbe aver perso questo importante ruolo.

Tuttavia, sono convinto che, nella società di oggi, la banda rappresenti sicuramente la forma più genuina del fare musica d’insieme. Ecco l’altro aspetto importante: il fare musica d’insieme, oggi, è affidato quasi esclusivamente alle bande musicali, le orchestre sinfoniche, soprattutto quelle giovanili, si possono contare sulle dita di una mano e i giovani che iniziano un percorso musicale trovano la loro prima esperienza di gruppo proprio nella banda. Oggi la banda italiana si è finalmente adeguata a quella che è nel resto del mondo, una moderna formazione orchestrale con delle sonorità accattivanti e capace di affrontare qualsiasi repertorio, e tutto questo, a mio parere, è senza dubbio dovuto alla formazione e preparazione dei nuovi direttori. E’ logico che la scelta del programma è fondamentale nel fare suonare bene i nostri gruppi, ma anche questo è assolutamente conseguenziale ad uno studio dei nuovi maestri. Oggi, anche in Italia, grazie a dei nuovi compositori, abbiamo un repertorio per banda ad hoc, molto valido anche dal punto di vista didattico e aspetto non secondario, il ruolo di alcuni Conservatori, che, oggi, finalmente, danno il giusto spazio anche alle bande, riconoscendone un ruolo importante per quanto concerne le formazioni di fiati.

Pensando all’importanza educativa per la società e soprattutto per i giovani, può citare brevemente le sue esperienze di Melicucco, Delianuova, Laureana di Borrello e recentemente della Tirrenium?

Sembrerebbe strano, ma proprio alla Calabria oggi, viene riconosciuto un ruolo di primo piano nel panorama bandistico italiano. Dico sembrerebbe strano, perché solitamente siamo sempre ai vertici delle classifiche delle negatività. Oggi alcune bande da concerto o orchestre di fiati calabresi sono sicuramente tra i gruppi più apprezzati in Italia, e questo lo dimostrano ampiamente le affermazioni di alcune di queste compagini, nei concorsi internazionali più prestigiosi. Non solo i gruppi da lei citati e che ho avuto il piacere di costruire e dirigere, ma oggi in quasi tutte le altre province calabresi esistono formazioni giovanili di ottimo livello, con una progettualità professionale, sorretti da strutture ben organizzate e soprattutto guidati musicalmente da giovani maestri direttori formati specificatamente nella Direzione per Banda, con percorsi di studi qualificati, offerti oggi, dai Conservatori calabresi; giovani direttori capaci di offrire ai propri allievi un valido progetto didattico, non solo sociale ma soprattutto importante e stimolante dal punto di vista didattico e culturale; non basta mettere i ragazzi insieme per farli suonare insieme e fare socializzazione, questo lo possono fare situazioni come l’oratorio o i centri ricreativi, i giovani musicisti devono essere coinvolti in progetti musicali di grande spessore e valenza. Ultimo aspetto, non meno importante, oggi nel solo gruppo di Melicucco, ad esempio, sono più di trenta i giovani che lavorano in maniera stabile nella scuola, in attività manageriali musicali, o anche vincitori di concorsi nelle bande Militari nazionali …..in barba a chi dice che “con la cultura non si mangia”.

Cos’è il Calabria Evolutions? Che ruolo ha per la società Calabrese e per i giovani?

E’ uno straordinario appuntamento musicale estivo che vede protagonisti circa 200 giovani musicisti di tutte le provincie calabresi, provenienti da numerose formazioni musicali che operano nella nostra regione.

Un progetto ambizioso e oramai consolidato, che coinvolge compagini culturali che molto stanno dando, in termini di immagine e di impegno sociale, alla nostra terra. Calabria Evolutions è cultura; è valorizzazione del nostro territorio; aggregazione e socializzazione tramite una delle arti più belle e affascinanti, diventato il fiore all’occhiello delle iniziative estive delle bande musicali giovanili della nostra terra; movimento che segna una vera e propria rivoluzione culturale e sociale, rappresentando ormai un modello di professionalità e preparazione musicale per l’intera nazione. Il Campus comprende lezioni individuali, masterclass, prove di sezione e prove di orchestra, attività formative che i giovani musicisti avranno la possibilità di curare con direttori d’orchestra e musicisti di grande prestigio. Si costruisce ogni anno, una maestosa orchestra che ha il privilegio di poter fare musica con uno straordinario testimonial della grande musica internazionale. Grazie alla collaborazione ed al sostegno di una delle più importanti case di costruzione di strumenti musicali, la Buffet Group di Parigi, la manifestazione si arricchisce ogni anno di un ospite di grande prestigio internazionale.

Questi i musicisti ospiti d’onore delle scorse edizioni di Calabria Evolutions:

ANDRE’ WAIGNEIN – Direttore del Conservatorio di Bruxelles; tra i più prestigiosi compositori internazionali per banda.

NELLO SALZA – Concertista Internazionale. Tromba Solista dell’Orchestra di Ennio Morricone

KIRILL SOLDATOV – Concertista Internazionale. Tromba Principale dell’Orchestra Nazionale di Mosca

MICHEL SUPERA’ – Concertista Internazionale. Docente di sax presso il Conservatorio Superiore di Parigi

JORGEN VAN RIJEN – Trombonista Principale della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam

SIMONE SIMONELLI – 1° Clarinetto dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia

Per l’edizione 2021 avremo LUCIANO DE LUCA, Eufonista Principale della Banda Nazionale della Polizia di Stato e dell’Italian Brass Band.

Sappiamo che ogni anno si svolge in un paese diverso della Calabria, (come mai?), a volte con persone diverse in organico, con direttori diversi che si alternano tra un brano e l’altro e, soprattutto, con solisti, ospiti, diversi. Si potrebbe pensare, secondo lei, di esportare, tutto questo, in tutta la Nazione? Prendere, ad esempio, l’organico di un’annualità e portarlo in una piccola tournee Italiana per fa conoscere questa realtà Calabrese?

E’ proprio questa la bellezza di Calabria Evolutions; cerchiamo di coinvolgere più ragazzi possibile, di diverse organizzazioni musicali, portando un messaggio di positività ed entusiasmo, coinvolgendo appunto, associazioni e bande di tutto il territorio calabrese. I direttori coinvolti sono sempre numerosi, prima gli allievi del Corso di Direzione AMA Calabria e adesso della Classe di Direzione per Banda del Conservatorio di Vibo Valentia, ma anche direttori delle associazioni ospiti; tante guide per stimolare i ragazzi con modi diversi di interpretare i vari brani. L’altro aspetto molto importante è costituito dai ragazzi che arrivano; non conosciamo mai prima il valore dei singoli e di conseguenza del gruppo, non conosciamo mai l’effettivo organico con il quale lavoreremo, ma come per magia ogni anno il gruppo funziona, si crea quella magica alchimia, capace di presentare poi al pubblico un risultato di assoluto valore.

Portare il gruppo in tournée in giro per l’Italia? Sarebbe semplicemente fantastico, un ulteriore stimolo per tutti i soggetti coinvolti, ragazzi, direttori e dirigenti. E’ una bella idea, anche realizzabile con una classe politica dirigenziale più lungimirante e più attenta alle problematiche giovanili della nostra terra.

Quest’evento può, secondo lei, essere un chiaro messaggio alle istituzioni nazionali per chiedere maggiore attenzione nei confronti di questa grande cultura, tradizione, bandistica?

Quale messaggio migliore di centinaia di ragazzi calabresi che ogni anno si riuniscono per un’iniziativa così nobile ed importante? Ma ripeto, rimango profondamente pessimista che gli enti governativi o regionali possano attuare un cambio di rotta rispetto all’attenzione riservata verso il nostro mondo o, in generale, verso la crescita culturale dei nostri adolescenti. Mi aspetto, invece, ancora molto di più dal mondo della scuola pubblica. I Conservatori continuano ad attuare riforme su riforme, mentre la cosa più importante, probabilmente, sarebbe quella di intervenire piuttosto sui programmi, onore e merito, però, a quei pochi Conservatori che, per contro, stanno riservando molta attenzione al mondo bandistico.

E’ comunque soprattutto a partire dalla scuola primaria che, a mio avviso, si potrebbero creare i giusti presupposti per avvicinarci sempre di più ai paesi culturalmente e musicalmente più evoluti: negli Stati Uniti, Giappone, Corea e nei paesi del Nord Europa, infatti, è ormai consolidato un percorso didattico meraviglioso, di grande respiro, capace di coinvolgere i bambini già dai primissimi anni scolastici, i cui risultati sono davvero straordinari. Mi auguro che anche in futuro tutto questo proliferare di attività possa continuare ad intensificarsi per ridare al nostro Paese quel ruolo di assoluto prestigio, ereditato dai nostri “padri della musica” e smarrito, purtroppo, in “tempi moderni” a causa di una scellerata gestione di una classe dirigenziale poco lungimirante e sensibile nei confronti della cultura in generale.

Quest’anno al Calabria-Evolutions, da Corigliano-Rossano, si farà anche un omaggio al Direttore d’orchestra più grande al mondo, il Maestro Riccardo Muti, per il suo ottantesimo compleanno, nonché un vero Orgoglio Italiano. Il Maestro Muti, che ovviamente tutti conosciamo, non è solo l’unico ambasciatore, esportatore, della cultura Italiana nel mondo a trecentosessanta gradi, quindi di tutto “il bello” Italiano e non solo dell’arte musicale, ma è anche l’unico artista che è venuto più volte in Calabria a dirigere proprio i nostri giovani, proprio la nostra realtà bandistica. Ed è anche l’unico che combatte da sempre, ancor di più negli ultimi due anni in cui ci ha colpiti la pandemia, affinché le istituzioni porgano la giusta attenzione verso la nostra realtà musicale di tradizione. Una sua frase celebre è “La banda non è sinonimo di un qualcosa di inferiore ad un’orchestra”. Ovviamente l’augurio, l’invito, a rivederlo tornare presto in mezzo ai nostri ragazzi, per fare musica assieme, è sempre valido.

Ma, facendo riferimento a quell’omaggio, crede sia un qualcosa in più per essere fieri di questi ragazzi e di quest’evento?

Assolutamente sì! I ragazzi saranno felici di poter essere protagonisti di questo avvenimento.

Un omaggio simpatico ma significativo ad una delle personalità più prestigiose del nostro tempo.

 Lei ha avuto la fortuna di essere presente ogni volta che il Maestro è venuto in Calabria. Cosa rappresenta per la nostra regione, un po’ spesso dimenticata? Crede sia importante, se non fondamentale, avere la fiducia, la stima e l’attenzione, nonché il sostegno, di un grande artista come il Maestro Muti?

Gli incontri con il M° Muti rappresentano per me dei momenti indimenticabili dal punto di vista professionale, fondamentali per la crescita mia e dei ragazzi coinvolti nelle diverse occasioni. E’ stato tutto un susseguirsi di situazioni incredibili. Tutto è cominciato nel 2006, grazie alla figura del dott. Eduardo Lamberti-Castronuovo, reggino doc, grande personalità e grande cuore per la musica; tutti incontri e concerti molto belli, carichi di grande significato: l’audizione al Cilea con i ragazzi di Delianuova, davanti agli orchestrali della Cherubini; il Concerto al Ravenna Festival nel 2008, con un pubblico pagante di 3000 persone; il concerto al Parco dello Scolacium a Roccelletta di Borgia, uno dei luoghi simbolo della storia millenaria della nostra terra; la nostra partecipazione al Concerto dell’Amicizia a Mirandola, dopo il funesto terremoto del 2012; e infine l’apoteosi del concerto a Reggio Calabria, presso la Scuola Allievi carabinieri, 1000 giovani musicisti calabresi davanti a 7000 persone presenti, la messa in onda su Rai1 e tanta, tanta musica, intesa non solo come momento culturale e didattico, ma anche come momento di crescita sociale e di proiezione di un’immagine positiva della nostra bella ma martoriata terra. Ma la cosa più importante e più bella è stata rappresentata dalle varie prove con il Maestro…intensi, altamente formativi per noi e per i ragazzi. Il Maestro è stato un grande anche in questo, ha subito instaurato un grande feeling con i ragazzi, è stato molto comunicativo. Le sue lezioni-prove duravano più di 3 ore prestando alle prove la stessa attenzione e la stessa cura come se avesse di fronte i Wiener Philharmoniker o la Chicago Symphony. I grandi si riconoscono soprattutto da queste cose.

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