Pace terra e dignità

È necessario un partito della pace?

Diritti Umani

di Laura Tussi

Pace terra e dignità è il titolo di uno scritto di Raniero La Valle, che così si conclude: “La pace non può essere solo una guerra che finisce (come tregua armata), essa deve essere istituita, anch’essa come un sistema, alternativo al sistema di guerra. Ciò vuol dire stabilire un ‘nómos’ della Terra, una sintesi armonica di pensiero e ordinamenti, di cui la pace sia sovrana, rovesciando la scelta che dall’antichità è stata fatta fino ad ora, della guerra come sovrana da cui tutto il resto dipende. Non è solo un sogno di ‘pacifisti’, è un compito di tutti i pacifici”. Perché questa prospettiva alternativa sia assunta, e diventi programma e oggetto di lotta politica, il 26 agosto alla Versiliana, a Marina di Pietrasanta, è stato lanciato un appello per dar vita a un’ assemblea permanente che ‘prenda partito’ per la Pace, per la salvezza della Terra e per l’affermazione della Dignità di tutti gli esseri viventi, iniziativa di cui si dovrà poi discutere per giungere a fine settembre alle opportune decisioni operative. Tra i promotori Michele Santoro.

Invitato ad esprimere la sua opinione, il compagno ecopacifista Ennio Cabiddu, a nome della rete dei Disarmisti Esigenti e di tutte le piccole e minoritarie realtà ecopacifiste, è intervenuto subito dopo il profetico discorso di Raniero La Valle, monumento del pacifismo italiano. Ma Cabiddu si è imposto di stare sul tema, cioè “il partito della pace che non c’è” e ha lanciato una proposta, quasi una provocazione al pacifismo militante di cui anche lui, e da sempre, fa parte. Far uscire allo scoperto e far emergere il pacifismo, l’anelito per la pace di cui tutti, compresa la destra si sentono portatori per cui il pacifista è quasi una ‘figura bella’, ma comoda da gestire perché tanto la gente non coglie lo stretto nesso causale fra economia di guerra e mancato soddisfacimento dei bisogni quotidiani delle persone. Soprattutto della povera gente, degli indigenti, degli sfruttati, degli ultimi in Italia e in Europa e nel mondo.

Allora Cabiddu ha invocato un radicale cambio di paradigma, faticoso, ma urgente se si vuole che la Pace, come dice La Valle, sia compresa in tutto il suo portato universale. Ecco quindi la sfida epocale di far diventare pacifisti i piccoli agricoltori, i piccoli commercianti, i medici, gli infermieri e i pazienti, gli studenti, i disoccupati, i pensionati al minimo e così via. Insomma tutte le vittime della economia di guerra e che con una economia di pace trarrebbero vantaggio e quindi, anche fosse solo per questo, apprezzerebbero il valore della Pace intesa come presupposto del benessere del consorzio umano e di quello della Madre Terra.

Un intervento, quello di Ennio Cabiddu, di valenza culturale, ma anche di strategia elettorale, visto che l’obiettivo dichiarato è quello di cercare il consenso per essere rappresentati nelle stanze dei decisori in Italia come in Europa.

L’esigenza è che si riparta dai fondamenti del diritto umano e del diritto alla pace e siano motore di cambiamento e che gli insegnamenti delle grandi donne e dei grandi uomini di pace della storia siano luce e monito nelle future lotte che vedranno grandi mobilitazioni internazionali e mondiali, come nel passato storico affinché il barlume della speranza non si spenga, ma riacquisti nuovo vigore. E’ su questi presupposti che si deve fondare il partito della pace, non solo in Europa, ma a livello planetario, comprendendo tutte le istanze pacifiste e tutte le persone di buona volontà, che, pur se considerati da tutti i massmedia in misura minoritaria e marginale, hanno fatto tanto e si stanno prodigando al massimo per costruire la pace e soprattutto smettere di fare la guerra.

Una guerra, come attualmente si sta consumando in Ucraina e tutte le grandi guerre cosiddette umanitarie imposte dagli Stati Uniti e dalla Nato nel mondo per esportare una surrettizia democrazia, che, non smettiamo mai di ripeterlo, vogliono portare a un incancrenimento dell’evoluzione umana e alle innumerevoli perdite di vita di povera gente che combatte nei fronti militari e a un esaurimento delle risorse naturali e economiche di cui gli ultimi della Terra sono sempre le prime vittime. E senza dimenticare il tragico epilogo che potrebbe scaturire anche solo da errori informatici delle macchine della morte: stiamo parlando del tragico e funesto e irreversibile e ultimo epilogo della guerra nucleare.

Il fulcro della iniziativa alla Versiliana è rappresentato dai gruppi ambientalisti e dalle realtà ecopacifiste che, malgrado i loro sforzi, hanno una voce minoritaria e marginale e non vengono considerati dai grandi mainstream ortodossi che al contrario trasmettono contenuti monopolizzati dalle lobby comunicative del potere bellicista e guerrafondaio e militarista e in pratica megafono di tutti i poteri forti.

Il prossimo appuntamento sarà a fine settembre.

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