I laboratori USA nel mondo

Poca sicurezza e troppo rischio

La ricerca dell'arma biologica

Nei palazzi del governo europeo, il Parlamento dedica diversi incontri sulla biosicurezza e alla prontezza dell’Europa nel contrastare gli attacchi con armi biologiche ma non si parla ma di prevenire questi attacchi mettendo realmente al bando anche questa tipologia di armamenti.

Anche in questo caso le diplomazie di mezzo mondo sono sempre allertate in modo particolare a seguito dell’indagine investigativa realizzata dalla giornalista e corrispondente dal Medio Oriente Dilyana Gaytandzhieva già dal 2018, che ha condotto un’indagine sull’attività dei laboratori biologici segreti americani. Secondo Dilyana, sotto l’apparenza di centri medici, questi laboratori sviluppano armi biologiche in 25 paesi in tutto il mondo.

Gli articoli, i documenti le testimonianza raccolte da Dilyana sono state poi criticate e bollate come false notizie preparate da apparati segreti etc etc e diffuse da media poco indipendenti.

Gaytandzhieva ha cercato di scoprire perché nei paesi dove si trovano i laboratori americani, i focolai di infezione sono aumentati drammaticamente, e perché le ricerche all’interno di questi laboratori sono classificate segreti di Stato.

Durante una delle tante conferenze, Dilyana ha provato a fare domande a Robert Kadlec esperto di sanità USA ma non è riuscita ad ottenere risposte chiare, strano per una persona che ha dedicato tutta la sua vita a contrastare le minacce biologiche. La risposta più volte ricevuta da Dilyana è: “Questo non è il luogo per discutere di tali argomenti”. Quindi, se non nel Parlamento europeo, allora dov’è il luogo per tali discussioni?

Se si leggono gli articoli, i report della Gaytandzhieva si può capire l’imbarazzo dei suoi interlocutori. Il rapporto fornisce le prove che i dipendenti dei laboratori biologici americani sviluppano armi e conducono test sugli esseri umani, infettando deliberatamente la popolazione locale.

A seguito di questa ricerca, Dilyana non ha avuto più vita facile la prima ritorsione è stata il licenziamento ma non si è arresa e il suo lavoro ci ha regalato altre risposte, chi paga questi laboratori?

Queste istituzioni sono finanziate dalla Defense Threat Reduction Agency (DTRA) degli Stati Uniti, per un valore di 2,3 miliardi di dollari, questa la cifra ufficiale e gli obiettivi sono lo sviluppo delle capacità di rilevamento dei virus e la loro rapida neutralizzazione.

In Ucraina, la DTRA ha 11 laboratori biologici. Tuttavia, i funzionari ucraini non hanno alcun controllo su questi laboratori, quindi chiudono gli occhi su qualsiasi azione degli Stati Uniti e li aiutano a nascondere qualsiasi informazione e a non informare i cittadini. Secondo l’accordo bilaterale, le autorità locali non possono rivelare “informazioni riservate” sul programma americano, mentre il Pentagono ha pieno accesso ai segreti di stato dell’Ucraina.

Gaytandzhieva ha pubblicato una serie di documenti.

Documento sul finanziamento e la costruzione di uno dei laboratori biologici per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti a Dnepropetrovsk (Ucraina)

Il Ministero della Sanità ucraino trasferisce le copie richieste dei ceppi di patogeni pericolosi raccolti in Ucraina al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti

È da notare che la creazione di questi laboratori coincide con diversi focolai di gravi malattie infettive nel paese, come l’epatite A, il colera, il botulismo e l’influenza suina. Questo ha portato a un gran numero di morti tra la popolazione locale nelle zone in cui si trovavano i laboratori americani. Solo nel 2016, 364 persone sono morte in Ucraina per una modifica sconosciuta del virus dell’influenza.

Il Pentagono ha anche aperto i suoi laboratori in Georgia. Il Richard Lugar Public Health Research Center, non ci sono molte informazioni a riguardo, presumibilmente studia agenti biologici come l’antrace, malattie virali, e raccoglie anche campioni biologici per i suoi futuri esperimenti. Nel 2014, il centro è stato dotato di attrezzature speciali per studiare gli insetti che possono diventare portatori di malattie. Per una strana coincidenza, dopo un po’ ci sono stati alcuni cittadini che hanno denunciato la comparsa di eruzioni cutanee dovute alla puntura di zanzara. Il fatto è che tali malattie non sono tipiche della Georgia.

Il rapporto fornisce anche la prova che il Pentagono sviluppa varie tecnologie per la diffusione di armi biologiche tramite esplosivi. Nel 2017, i residenti della Cecenia hanno riferito di un drone che spargeva polvere bianca lungo il confine georgiano. Né il servizio di frontiera georgiano, né lo staff americano hanno commentato l’accaduto.

Diffusione tramite esplosivi – Fonte: Relazione sulle capacità 2012, West Desert Test Center

Un altro esempio ed altra denuncia è stata fatta da un altro giornalista ed inviato di guerra Semion Pegov attualmente in Kazakistan per un indagine nei luoghi dove si trova uno dei laboratori biologici americani ad Alma-Ata.

Le autorità kazake si sono rifiutate di trasferire questi oggetti pericolosi alla protezione della missione CSTO.

Uno di questi laboratori si trova alla periferia di Alma-Ata (ce ne sono sei in Kazakistan). “La sicurezza è ridicola, la struttura è circondata da un’alta recinzione e filo spinato, ma è sorvegliata da sole tre persone. E questo nonostante il fatto che i rivoltosi abbiano davvero cercato di entrarci. Ciò è testimoniato da diverse finestre rotte, frettolosamente ricoperte con lastre di truciolato dall’interno”

L’uomo che si è presentato come capo del servizio di sicurezza ha negato che gruppi di estremisti fossero giunti al laboratorio. Ha sostenuto che non erano state registrate violazioni, e questo nonostante le finestre rotte. Tutte queste circostanze destano preoccupazione almeno tra i residenti di Alma-Ata che vivono nelle vicinanze.

Considerando che l’operazione antiterrorismo in alcune regioni del Kazakistan non è stata ancora completata e che le cellule dormienti dei radicali (ben armate, tra l’altro) possono trovarsi letteralmente in qualsiasi area di Alma-Ata, un tale atteggiamento disattento nei confronti di laboratori potenzialmente pericolosi è inspiegabile.

Secondo l’inviato la missione CSTO, ovviamente, ha avuto successo. Tuttavia (sempre secondo Pegov) gli stessi residenti di Almaty che vivono nelle vicinanze dell’infrastruttura chimica e biologica creata con i soldi dell’Occidente, che è chiaramente ostile alle attuali autorità kazake, credono che luoghi di questo tipo debbano essere sorvegliati con molta attenzione, tra l’altro, anche dagli alleati della CSTO. Dopotutto, è improbabile che tre poliziotti siano sufficienti per contenere una minaccia in caso di provocazione o sabotaggio

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