Mille soldati italiani saranno schierati nei paesi meridionali dell’ est Europa, l’ annuncio ufficiale arriverà forse a Bruxelles il 16 e 17 febbraio, nei giorni scorsi un vasto arco di forze si è dichiarata contraria a questi eventuali nuovi impegni italiani ma il silenzio è assordante.
Come cittadini rifiutiamo ogni tipo di guerra come risoluzione dei conflitti.
E’ per questo motivo che aderiamo e partecipiamo a questo evento nella città di MIlano
MERCOLEDÌ 16 FEBBRAIO ALLE ORE 18.30 IN LARGO DONEGANI, DAVANTI AL CONSOLATO DEGLI STATI UNITI A MiLANO
La Casa Bianca ha fissato la data: ci dice che mercoledì 16 febbraio la Russia inizierebbe l’invasione dell’Ucraina. Il condizionale è d’obbligo, perché da un lato non si può escludere che Washington accenda la miccia, per far scoppiare una guerra dagli esiti imprevedibili. D’altra parte la Russia non vuole che la NATO si installi in Ucraina, davanti all’uscio di casa sua. Su questo pericolo, per la sua stessa sopravvivenza, la Russia in dicembre ha inviato un documento con la richiesta di garanzie precise per la sua sicurezza. Questo documento è giunto a Washington così come alla NATO.
La Russia, che ha perso ben 26 milioni di vite nel suo sforzo di resistere, in una guerra per combattere e sconfiggere nel 1945 le armate nazifasciste, è divenuta bersaglio di provocazioni continue, come quelle delle manovre militari denominate “Defender Europe”, avvenute nel 2020 (mentre in tutta Europa avevamo il lockdown) ed anche quelle del 2021, a capo delle quali erano Washington e la NATO.
Il nostro Paese non ne è fuori, essendo un Paese della NATO, coinvolto in tutto questo da Washington.
Verremo depredati due volte: la prima pagando noi la spinta militare della NATO contro la Russia; la seconda con il prezzo altissimo richiestoci per comprare l’energia in questa situazione di guerra. Un prezzo insostenibile per ogni produzione, per i trasporti, per scaldarsi, continuare insomma a condurre una vita appena dignitosa.
Siamo dentro in tutto questo anche con quei 5 milioni di lavoratori che, secondo l’ISTAT, hanno un salario annuo di circa 10.000 euro; così come con quegli 11 milioni circa di italiani che, secondo il CENSIS, non hanno i soldi per curarsi.
Come sempre la prima vittima della guerra è la verità. Come sempre la guerra è contro i lavoratori, quelli di ieri oggi in pensione, quelli di oggi con i loro salari, quelli di domani ed il loro futuro.
PER QUESTO ci ritroveremo mercoledì 16 febbraio alle ore 18.30 in largo Donegani, davanti al Consolato degli Stati Uniti a Milano (MM3 Turati).
Commenta per primo