La storia della Nakba, i libri e le immagini smascherano gli assassini israeliani

Guerra del 48': Israele usò il terrore attraverso i massacri della popolazione palestinese

di Maurizio Torti,

“Farha”, è il titolo dell’opera cinematografica diretta da Darin J. Sallam.

Palestina, nel 1948. Farha ha 14 anni, età in cui la maggior parte delle ragazze del suo villaggio sono sposate o fidanzate, ma è determinata a convincere il padre a lasciarla andare alla scuola della città vicina con Farida, la sua migliore amica, per poter studiare. Proprio quando sembra che lui si sia convinto, il villaggio subisce un attacco dagli invasori israeliani e suo padre è costretto a scappare, rinchiudendola per sicurezza nella cantina di famiglia con la promessa di tornare a salvarla. Attraverso un piccolo buco, Farha vede il villaggio trasformato in macerie, assistendo impotente alla distruzione del suo paese e all’esodo forzato della sua gente. barbaramente uccisa

Farha aveva scelto di impegnarsi negli studi ma il suo desiderio è restato bloccato in un piccolo rifugio, buio, costretta ad osservare le crudeltà del mondo e le violenze degli israeliani, diventando testimone di eventi che la portano lontano dalla sua giovinezza e dai suoi sogni.

Il film prodotto nel 2021dalla Giordania, dalla Svezia e dall’Arabia saudita ha ricevuto diverse menzioni, trasmesso al Festival Red Sea, al Film Festival di Roma e al Film Festival di Toronto.

La regista Darin J. Sallam, durante una delle conferenze stampa ha dichiarato: “quando era bambina, ha sentito la storia di una ragazza palestinese rinchiusa in una stanza da suo padre per proteggere la sua vita e da allora” prosegue Sallam: “non ha mai smesso di pensare a quella ragazza e a quello che le è successo. Continua: “la ragazza è sopravvissuta e si è trasferita in Siria, dove ha condiviso la sua storia con una ragazza siriana. La ragazza siriana è poi cresciuta, si è sposata e ha condiviso la storia con sua figlia, la stessa Sallam”.

Il primo dicembre del 2022, la piattaforma Netfix mette a disposizione del suo pubblico il film Farha e da questo momento si è avviata la macchina della censura e della negazione israeliana. Netfix è colpevole e parte una campagna denigratoria verso Netfix, invitando a sospendere gli abbonamenti.

Israele riconosce solo la sua storia, il sionismo continua tra errori e orrori a non voler riconoscere il dolore dei palestinesi. Cosa succederà adesso? Non è la prima volta che film, documentari sulla Nakba e sulle violenze israeliane nei confronti dei palestinesi vengano censurati e macchiati di “infamia” e “falso” da presunti studiosi a caccia del minimo errore nella sceneggiatura e nelle immagini. Uno dei tanti episodi è il documentario “Tantura” del regista Teddy Katz. La tecnica principale usata per mettere a tacere Teddy Katz quasi un quarto di secolo fa è stata quella di cercare qualche errore nelle citazioni che compaiono nella sua tesi di laurea sul caso Tantura – che era lunga centinaia di pagine – e poi minacciarlo con una causa di (presunta diffamazione ma in realtà intesa a intimidire l’imputato dal parlare]. Lo scopo era quello di respingere la sua intera tesi come indegna e anche di farlo ritrattare.

Il film Farha ha già subito un primo tentativo di censura, “tenerlo nascosto al pubblico mondiale ed in particolare ai cittadini israeliani ma Netfix dal 1 dicembre lo rende pubblico mentre la censura israeliana è al varo, un esempio è la Wikipedia l’enciclopedia “libera” nega informazioni sul film.

L’enciclopedia “libera” di Wikipedia

Dopo tanti anni cosa è cambiato?. Nulla, Israele nega la storia palestinese, ha creato un apartheid contro i palestinesi ma il suo vero obiettivo resta l’azione colonizzatrice e razzista, ottenere quanta più terra è possibile con all’interno di essa, meno arabi cristiani e musulmani palestinesi.

Per Israele non ha molta importanza in quanto tempo, perchè assassinare un palestinese al giorno non porterà i risultati sperati dal sionismo israeliano. Eppure è quanto accade in Terra Santa, ogni giorno c’è un palestinese che viene assassinato, un palestinese viene incarcerato e un palestinese viene torturato.

Quante testimonianza, quante immagini denunciano la violenza assassina del sionismo ma non si deve smettere, questi assassini devono essere processati per i loro crimini di guerra.

Queste scene in Palestina sono quotidiane. Un invasore israeliano discute animatamente con un palestinese, non riesce con le parole e allora afferra l’arma e con quattro colpi uccide il giovane palestinese.

Davanti a noi c’è uno dei più seri tentativi nella storia di Israele di nascondere i crimini di guerra e mettere a tacere un dibattito. La verità deve essere detta a i cittadini israeliani, questa è la grande paura, il terrore di Israele è lo sgretolamento delle favole “degli eroi soldati di Israele attaccati da milioni di arabi armati fino ai denti”, “i contadini israeliani coltivano il deserto”. Certo, rubando l’acqua ai palestinesi e chiedendo loro come si coltiva nella Valle del Giordano.

Letture consigliate

https://www.sovranitapopolare.org/2022/11/23/israele-continua-a-colonizzare-la-palestina/

https://www.sovranitapopolare.org/2022/11/20/boicottare-i-prodotti-israeliani-e-fermare-il-commercio-dagli-insediamenti-illegali/

https://www.sovranitapopolare.org/2022/10/29/usa-e-israele-entrambi-hanno-usato-armi-proibite-contro-la-popolazione-civile/

 

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