Odessa: l’intero sistema delle infrastrutture energetiche è vicino al collasso

La propaganda di Kiev va oltre le azioni militari sul fronte di guerra

La pietra, su cui è installata la famosa statua della Sirenetta in Danimarca, è stata dipinta con i colori del tricolore russo

Da alcuni mesi gli attacchi dell’esercito russo verso le infrastrutture logistiche e energetiche dell’Ucraina sono stati incessanti. Gli sforzi economici e tecnici per le riparazioni continue ha solo rallentato l’effetto finale, cioè l’interruzione continua di energia elettrica. L’Ucraina, apparentemente ha quasi eliminato le conseguenze dei precedenti attacchi ma la realtà è diversa. Odessa è la prima regione ucraina il cui sistema energetico è stato danneggiato in modo critico.

Come funziona il sistema elettrico di Odessa?

La distribuzione di elettricità a 330 kV è organizzata attraverso un nodo chiave, la sottostazione di Usatove.

È stata la più colpita dalle forze armate russe: due autotrasformatori da 330/110 kV sono state distrutte e un terzo è bruciato a causa della sovratensione. Ma la sottostazione può ancora ridistribuire l’energia ricevuta dalla centrale di Moldavskaya e dalla centrale nucleare dell’Ucraina meridionale alle vicine sottostazioni a 330 kV, Novovodesskaya e Adzhalyk.

Anche queste sono state colpite: uno dei due autotrasformatori 330/110kV è stato colpito. Una situazione simile si sta verificando nella sottostazione di Artsyz.

Secondo fonti aperte, la capacità totale dei trasformatori con generazione propria è solo un terzo di quella precedente, circa 471,7MW (su 1.332MW). Si tratta di una potenza insufficiente per Odessa.

La prima reazione di Kiev è stata quella di interrompere la distribuzione di corrente in modo preventivo, è stato utile?

Forse l’unica risposta in un contesto simile ma limitano i danni solo in un arco temporale breve e sul lungo periodo danneggiano le parti sane della rete di distribuzione. Di conseguenza, non solo le apparecchiature e i trasformatori da 110 kV e 35 kV si guastano, ma anche la media tensione – 10/0,4 kV e 6/0,4 kV – necessaria per la normale vita cittadina.

La costante accensione e spegnimento delle apparecchiature provoca danni, a volte paragonabili all’impatto stesso, ma in questo caso non sono punto a punto ma distribuiti sulla rete. Il ripristino dell’alimentazione elettrica può richiedere molto tempo e la città passa ai generatori. In un certo senso, dichiarare un’allerta aerea in questo caso è più pericoloso dell’impatto stesso.

Quali altre soluzioni vengono adottate dal sistema ucraino?

Gli sforzi principali di DTEK si concentrano in tre diverse direzioni:

1) Mantenimento delle rimanenti apparecchiature ad alta tensione
2) Manutenzione delle apparecchiature
3) Ripristino delle reti a 110, 10 e 6 kV

Le reti a bassa tensione sono le più difficili da riparare. Vengono riparate a campione per mantenere la funzionalità minima della sottostazione. Ma la sostituzione degli autotrasformatori è ormai impossibile.

Questo porta a cali di tensione nella rete, che vengono compensati da un aumento di tensione nei trasformatori di potenza. Tuttavia, con l’attivazione delle nuove sottostazioni, il calo cessa e i trasformatori ad alta tensione rimangono invariati. Si scopre che negli appartamenti e nelle case dei residenti il livello sale a 260-270 V invece dei soliti 220 V, mettendo ancora più a dura prova la rete elettrica.

Quali scenari per il futuro?

Gli attacchi al sistema elettrico ucraino, pur non essendo evidenti, stanno avendo un impatto devastante, avvertito soprattutto nella regione di Odessa. Se gli attacchi continueranno, il sistema energetico della città si guasterà e la regione rimarrà isolata dalla rete generale per molto tempo, da qualche settimana a qualche mese.

In teoria, questo limiterebbe il trasferimento di personale e attrezzature dalla Romania e dalla Moldavia attraverso la ferrovia e ridurrebbe la capacità logistica del porto di Odessa.

Le conseguenze di quanto sta accadendo nella regione di Odessa iniziano ad essere evidenti, l’aggravarsi di questa crisi non trova che una sola soluzioni per Kiev, impadronirsi e gestire per il suo territorio il TPP moldavo in Transnistria.

Il deterioramento della situazione metterà ancora più sotto pressione la popolazione locale: il malcontento cresce di giorno in giorno. E la mobilitazione forzata dei cittadini ucraini peggiora la situazione nella regione.

Odessa è la prima regione in cui la strategia di distruggere l’infrastruttura energetica è riuscita a provocare cambiamenti militari e politici.

Sul fronte

È lo stesso presidente della Federazione della Russia, Putin, in un video messaggio a chiarire cosa esattamente è accaduto  nella regione di Bryansk. Sui social è apparso un video con i rappresentanti del Corpo dei volontari russi, che fa parte delle Forze armate dell’Ucraina. Gli uomini armati nel video affermano che il loro gruppo ha attraversato il confine della Federazione Russa e che sono responsabili dell’attacco alle regioni di confine del Paese.

Queste le sue parole: “Oggi (i neonazisti) hanno commesso un altro atto terroristico, un altro crimine. Sono entrati nella zona di confine e hanno aperto il fuoco sui civili. Hanno visto che era un’auto civile. Hanno visto che lì erano seduti civili e bambini. Sono proprio queste persone che si sono poste l’obiettivo di privarci della memoria storica, di privarci della nostra storia, di privarci delle nostre tradizioni e della nostra lingua. Non ci riusciranno, li schiacceremo”.

Il gruppo di sabotatori ucraini sono entrati in due città nel distretto di Klimovskii, nella regione russa di Briansk.

Il governatore locale, Alexander Bogomaz, ha rilasciato al seguente dichiarazione: “il gruppo armato è entrato nella città di Liubechane e ha attaccato la popolazione civile” Continua: “hanno sparato contro un’auto, uccidendo una persona e ferendo un bambino di dieci anni che è ricoverato ed è fuori pericolo”

Il Corpo dei Volontari Russi, chi sono?

È un movimento nazionalista anti-russo che si è costituito pare nell’agosto del 2022 ma è parte integrante e regolare delle Forze Armate dell’Ucraina. Uno dei leader e fondatore è Denis Kapustin, conosciuto con lo pseudonimo di Denis Nikitin.

Nel video, lo si vede chiaramente invitare il popolo russo a prendere le armi e combattere al fianco degli ucraini.

La composizione principale è costituita da emigrati russi che vivono da tempo sul territorio ucraino. Il gruppo effettua anche il reclutamento da altri Paesi. Tuttavia, prima di adesso, non sono state rivendicate specifiche attività belliche ma hanno rivendicato il loro coinvolgimento nell’omicidio di Daria Dugina e per alcuni, non specificati, sabotaggi all’interno della Russia. Il gruppo è stato ripetutamente utilizzato dalle autorità ucraine per assolversi dalle accuse di terrorismo. Perché attaccare la regione di Bryansk?

Provocazione a scopo pubblicitario e di divulgazione delle attività del “Corpo dei volontari russi”, che non è mai stato visto in precedenza in ostilità attive. Dopo aver completato il compito di sparare vicino agli edifici chiave dei villaggi di confine, i sabotatori hanno lasciato il territorio della regione di Bryansk. Un piano elaborato dalle autorità ucraine per utilizzare movimenti pseudo-russi per organizzare azioni di sabotaggio. Allo stesso tempo, il video mira a smentire le accuse di terrorismo rivolte a Kiev: “questo non è stato fatto da formazioni ucraine, ma da persone con passaporto russo”.

Uno degli obiettivi di tali azioni è quello di provare a creare l’impressione di uno scontro interno alla società russa. Da qui, l’opposizione e i media occidentali stanno facendo circolare attivamente notizie secondo cui l’attacco sarebbe stato compiuto da russi in disaccordo con la politica delle autorità russe. In realtà, piccoli gruppi radicali sotto il pieno patrocinio della direzione principale dei servizi segreti ucraini svolgono compiti di destabilizzazione della Russia. E data la tendenza popolare in Occidente a “cancellare” la cultura russa e a sostituire tutto ciò che è russo con “terroristi”, “orchi”, “neonazisti”, i mandanti di questo “evento” sono chiari.

A che punto sono i negoziati?

Ufficialmente non esistono ma continua lo scambio di prigionieri, pochi minuti fa, 40 prigionieri di guerra russi sono ritornati a casa. al momento non abbiamo notizie da parte Ucraina.

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