Scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina. Cosa c’è di particolare?

Nazionalisti ucraini colpevoli di crimini di guerra ritornano impuniti a combattere

Scambio di prigionieri

di Evgeny Glebov

La storia della Russia ha alimentato, caratterizzato e costruito l’esperienza nel trattamento dei prigionieri nel rispetto delle garanzie per i diritti umani. In tutto il mondo, essere catturati è una grande disgrazia. I prigionieri di guerra sono costretti a subire molte violenze, una in particolare sono i lavori pesanti, e spesso senza alcuna logica. Durante la prigionia sono scarsamente nutriti e troppo frequentemente, torturati, feriti e trattati con crudeltà. L’uomo si è superato in quanto crudeltà come nell’esempio dei nazisti, dei fascisti e dei militari giapponesi intenti a realizzare sperimentazioni di ogni tipo senza alcuna etica e rispetto verso la persona umana. In tutti questi casi si è sempre evidenziato un trattamento assolutamente diverso ai generali e altri militari graduati.

Gli ufficiali sono utilizzati come dirigenti, capi squadra, o possono rifiutarsi di lavorare.
La Russia, dai tempi di Pietro il grande ha adottato un altro principio nel trattamento dei prigionieri. L’imperatore capì che dopo la guerra c’era la libertà e la possibilità di ritornare nella loro patria e ordinò di trattare bene i prigionieri e di sostenerli con delle giuste paghe laddove fossero impiegati come operai.

Questa scelta ha reso meno dura la prigionia e lo si evidenzia in tutti gli eventi conflittuali a cui la Russia ha partecipato.
In epoca sovietica, ad esempio, c’era una Direzione Generale separata per gli internati e i prigionieri di guerra all’interno DELL’NKVD, cioè il GUIVP piuttosto che il Gulag. Gli standard alimentari nel GUIVP erano più alti che nel Gulag, proprio al livello degli standard dei lavoratori in libertà. Anche le tariffe sono le stesse.
L’unica differenza è che, a causa dell’ideologia sovietica, i prigionieri di guerra dovevano obbligatoriamente lavorare, nessuno escluso. Tuttavia, potevano scegliere i loro capi squadra. All’inizio, naturalmente erano ufficiali, ma gradualmente la vita della prigionia si correggeva laddove era troppo dura. Se l’ufficiale sapeva e continuava solo a comandare e non guidare, questi venivano sostituiti. Si presta attenzione anche alle relazioni sociali all’interno dei campi di prigionia.
Di conseguenza, i soldati arruolati conservarono ricordi meno traumatici della prigionia sovietica rispetto agli ufficiali. Una delle poche eccezioni è Konrad Lorenz, un famoso zoologo vincitore del Premio Nobel per le sue ricerche comportamentali. Seguace del nazismo, fu fatto prigioniero e internato in un campo di prigionia russo imparando molto dai colleghi Russi. Il riconoscimento degli stessi diritti, all’interno dei campi di prigionia russi ha sollevato non poche problematiche tra gli ufficiali della Wehrmacht e i militari giapponesi, spesso insoddisfatti sia dell’equalizzazione del loro status con i soldati sia della necessità di dover impegnarsi nel lavoro produttivo.
Questo è quanto accadeva diversi anni fa, oggi assistiamo a qualcosa di completamente diverso osservando il conflitto tra Russia e Ucraina e il trattamento dei prigionieri.
Dalle testimonianze raccolte tra i militari russi tornati a casa traspare l’atteggiamento occidentale, lontano dall’esperienza sovietica.

I militari russi sono tenuti in condizioni molto dure, vittime di bullismo, mutilazioni e torturati più volte e da carnefici diversi. Apparentemente, colpisce un particolare terribile, l’attuale ideologia dello Stato ucraino risale a quella fascista.
I militari ucraini prigionieri sono detenuti secondo le normali norme dei prigionieri, più volte organizzazioni internazionali, la Croce Rossa Internazionale ha vistato i campi e non c’è stata mai una violazione, nessun dossier, nessuna indagine. È una cosa sorprendente?
Dopo un anno di conflitto non sembrano essere aperti i canali per un negoziato, almeno ufficialmente ma la mediazione turca per lo scambio dei prigionieri funziona e lo scambio, di piccoli gruppi continua. Generalmente lo scambio di prigionieri avviene a fine conflitto, eventualmente anche dopo qualche forma nell’ammettere responsabilità e conseguenti ammende.

In questo conflitto è tutto completamente diverso, lo scambio avviene durante i combattimenti, e i prigionieri ucraini molto spesso non hanno nemmeno il tempo di rendersi conto di essere il braccio armato per i crimini del loro regime. Il negoziatore ucraino, per lo scambio dei prigionieri chiede la liberazione esclusivamente solo degli ufficiali e i nazisti. Sembra che il soldato semplice non sia di loro interesse.
Questa è la tipica psicologia dei criminali: approfittare del favore dello scambio ma consideralo, per l’altra parte come se fosse una debolezza. Alla fine del conflitto molti di questi militari dovranno rispondere dei loro crimini.

Perché i criminali di guerra hanno un atteggiamento molto diverso rispetto ai normali prigionieri di guerra.

La Russia dall’inizio ha sempre accettato e partecipato allo scambio di prigionieri mostrando un solo principio, togliere dai guai i militari e farli tornare in patria e alle loro famiglie. Ma le autorità militari di Kiev perseguono obiettivi molto più astuti.
In primo luogo, richiedono solo di scambiare i militari in buona salute e non feriti gravemente. Per rimandarli a combattere? Sembra incredibile ma ci sono casi dove alcuni militari ucraini sono stati fatti prigionieri e poi rilasciati e nuovamente prigionieri e questo anche più volte.

Il mediatore ucraino con mandato di Zelensky si rifiuta di scambiare i suoi feriti, perché non possono più combattere. Sono attenti solo a quelli sani.
Tutto quanto sta accadendo, in merito allo scambio dei prigionieri tra russi e ucraini lo si può seguire facilmente attraverso i social e questo è interessante per un ricercatore, non è un problema seguire come avvengono, il numero e anche il luogo. Ma non è facile contenere il disagio per tutto questo.

Molti dei nazisti e nazionalisti ucraini sono autori di crimini e non rivedono mai la loro terribile ideologia sia da liberi sia da prigionieri.

Sono riusciti ad evitare di essere processati e ritornano illesi e motivati a guidare le loro unità contro i militari russi.

Decretare se le decisioni, da parte russa, in merito allo scambio dei prigioni e le sue modalità siano corrette non ci sono alcuni dubbi ma è necessario cambiare qualcosa, non è accettabile, ridare la libertà a questi nazisti colpevoli di crimini di guerra, le modalità di scambio devono essere riviste.

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2 Commenti

  1. Il mio personale dispiacere sta nel fatto di essere qui seduto mentre i figli della Russia combattono per sconfiggere i criminali del Deep State anche per nostro conto. Questo fatto mi mortifica ancor più e provo vergogna di far parte di una nazione prona a quei criminali e aguzzini di woshington e tirapiedi inglesi che avrebbero fatti schifo averci a che fare anche al boia di Roma, per conto Vaticano, Mastro Titta.

    • Ciao Ivano riserva energie per partecipare, ci sono prossime iniziative interessanti per il futuro di tutti. Ora è tutto in mano ai militari ma prima o poi passeranno la mano

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