Nessuno riesce a fermare Israele. Il mondo assiste il genociodio dei palestinesi

Per l'autodeterminazione dei popoli: viva la resistenza

Palestina Genocidio 2024

di Dom De Mar

L’enorme pressione militare, criminale e genocida di Israele sui palestinesi residenti nella Striscia di Gaza rallenta ma non si ferma. Dopo gli attacchi al nord della Striscia, poi al centro, l’esercito israeliano si prepara alle incursioni nella città di Rafah situata a ridosso del confine con l’Egitto. Fonti locali riferiscono che nell’area della città di Rafah sono accampati, in condizioni disumane, oltre 1 milione di palestinesi. Sono0 decine i campi di fortuna, l’acqua potabile è scarsa, come il cibo e l’assenza di cure mediche. Questo è il contesto in cui l’esercito israeliano sta preparando l’ennesimo massacro, l’artiglieria, i cannoni e gli aerei contro i civili, bambini e donne come è accaduto in altre aree della Striscia di Gaza. Dopo 127 giorni di guerra atroce l’IDF non è riuscita a liberare un solo ostaggio ha solo applicato la strategia militare della distruzione totale, di tutto e di tutti rendendo il territorio delle operazioni, in seguito completamente invivibile.

Sarà ancora Netanyaou a guidare l’assalto finale. Nella capitale di Israele, le manifestazioni contro di Lui sono quotidiane, i cittadini chiedono la rirpesa dei negoziati e nuove elezioni. La vita politica di Netanyaou è finità qui, nella Striscia di Gaza. L’IDF si prepara per sconfiggere le forze dei combattenti palestinesi nella città di Rafah mentre i servizi segreti israeliani continuano nella narrativa dei ritrovamenti di tunnel ovunque. La nuova sceneggiatura è molto simile alla precedente, “trovato il comando generale di Hamas sotto un edificio dell’UNRWA”. In questa situazione, Israele, militarmente, tenta di motivare la reazione riconducendola alla presenza dei tunnel e dei gruppi armati e a livello politico di cacciare l’agenzia dell’ONU l’UNRWA dalla Striscia di Gaza ma l’Unrwa è presente anche nei territori occupati da oltre 60 anni! Anche in questo caso la lettura della volonta e strategia israeliana è semplice, Tel Aviv non vuole occhi e orecchie estranee nel territorio, per questo motivo sono sempre sotto attacco tutte le organizzazioni umanitarie impegnate in Palestina, il sogno di Israele è buttare fuori tutti i cooperanti, specie quelli europei, italiani, spagnoli e francise in primis.

Dopo 127 giorni di atrocità nei confronti della popolazione civile, 29000mila vittime palestinesi, oltre 75mila feriti e centinaia di migliaia di dispersi, alcuni leader politici, capi di Stato abbozzano una reazione contro l’operato di Israele nella Striscia di Gaza. L’Egitto ha ordinato ai militari di costruire barriere a ridosso del confine a sud con Israele mentre Biden, presidente degli USA, è preoccupato dall’eccessiva reazione di Israele. Alcuni media riferiscono di un incontro telefonico tra Netanyaou e Biden nelle prossime ore.

In questo contesto, la situazione resta completamente nelle mani di Netanyaou, attaccherà Rafah? Quando? Ancora una volta Israele potrà beneficiare dell’immunità difronte a qualsiasi crimine che ha già commesso nei confronti dei palestinesi e da molte organizzazioni e Stati riconosciuti come un genocidio, soltanto da certificare burocraticamente con l’attesa sentenza del CJI.

Fonti di media israeliani e non solo riferiscono del nuovo piano per l’assalto israeliano alla città di Rafah, attaccare le unità dei combattenti palestinesi, fare pressioni con bombardamenti sulla popolazione, sulle strutture e sugli ospedali al fine di spingere la popolazione verso il muro demarcatore del confine tra la Striscia e Israele e a questo punto abbattere il muro per favorire la fuga, disperata, di migliaia di palestinesi verso l’Egitto. Questo è uno scenario possibile e il governo dell’Egitto ha riferito a Tel Aviv, se questo accadrà a Rafah, l’Egitto è pronto a cancellare gli accordi di tregua e di pace tra Egitto e Israele.

rafah-map

Nelle ultime ore i negoziati sembrano fermi, due le proposte sul tavolo, quella di Hamas che richiede il cessate il fuoco permanente e il ritiro dei militari dalla Striscia e la proposta di Parigi che vuole uno scambio di prigionieri ancor prima del cessate il fuoco. Per i negoziatori la situazione è molto complessa, Netaneayou vede la vittoria con la cacciata di Hamas dalla Striscia e i combattenti palestinesi sono ira stretti in una morsa politica, portavoce egizioano riferisce dell’unica possibilità per fermare l’assalto a Rafah, accettare lo scambio dei prigionieri subito. In sintesi tutti fanno pressione ai combattenti palestinesi chiedendo di ammorbidire le richieste per riavviare concretamente i negoziati.

Sui media israeliani in questi minuti si scrive molto su un confronto a distanza tra Netanyaou e Biden, Tel Aviv preoccupata per la diminuzione degli aiuti militari e finanziari da parte di Biden e addirittura di sanzioni ad alcuni membri del parlamento. Ma tutto questo è verosimile? Non è mai accaduto qualcosa di simile e ad Israele, quasi totalmente isolato nel mondo resta solo il grande cugino USA. A noi non resta altro se non continuare ad osservare ora dopo ora cosa accade nella regione del Medio Oriente.

 

 

 

 

 

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